La gestione illecita dei parcheggi dello stadio di san siro, che secondo gli investigatori sarebbe avvenuta con metodi estorsivi per oltre dieci anni, ha portato a sette arresti disposti dalla magistratura milanese. L’inchiesta, incentrata su usura, estorsioni e false fatture, ha coinvolto Mauro Russo, ex esponente della curva nord e già socio di personaggi noti come Paolo Maldini e Bobo Vieri, ma non direttamente indagati. L’operazione si inserisce nel filone definito “doppia curva” che mette sotto accusa rapporti con la criminalità organizzata e attività imprenditoriali sospette.
La vicenda delle estorsioni e controlli illeciti ai parcheggi di san siro
Il fascicolo della dda di milano mostra come la gestione dei parcheggi intorno allo stadio di san siro non sia un fenomeno recente, ma duri ormai da più di un decennio. Secondo i pm Paolo Storari, Sara Ombra e Leonardo Lesti, analoghe modalità estorsive avrebbero formato la base di un sistema che permetteva di imporre prezzi e condizionare le attività di sosta nelle zone limitrofe. Questi metodi violenti garantivano guadagni sostanziosi e il controllo del territorio. L’indagine ha rivelato contatti diretti con la criminalità organizzata locale, in particolare con il clan Bellocco, ancora attivo nonostante i recenti arresti e lutti interni.
Il gip Domenico Santoro ha ordinato sette misure cautelari, fra cui quella ai domiciliari per Mauro Russo, da tempo sospettato di svolgere un ruolo centrale nell’organizzazione. Le accuse si allargano anche alle pratiche contabili, con false fatturazioni per nascondere i reali movimenti di denaro illeciti. La lunga durata dell’attività illecita e la natura ripetuta delle intimidazioni e richieste di denaro hanno reso urgente l’intervento giudiziario.
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Ruoli e relazioni tra i protagonisti dell’indagine
Chi è Mauro Russo? Ex protagonista della curva nord di milano e socio imprenditoriale con figure sportive di rilievo come Paolo Maldini e Bobo Vieri, Russo non risulta direttamente coinvolto nelle accuse rivolte ai suoi ex soci ma resta il fulcro dell’operazione giudiziaria. I pm hanno sottolineato come Russo, da mesi sotto indagine per un altro caso relativo a “corruzione tra privati”, eserciti in realtà un’attività imprenditoriale che poggia su episodi continui di estorsione e corruzione.
Un altro elemento chiave è Aldo Russo, fratello di Mauro, che non compare come indagato ma secondo gli inquirenti avrebbe favorito l’ingresso di alcuni imprenditori importanti come Gherardo Zaccagni nel mondo dello sport e del gioco d’azzardo, collegandoli ad alcune dirigenze di spicco come quelle dello Snai e del Milan. In particolare, la parentela con Maldini – Aldo sarebbe cognato – agevolerebbe queste aperture.
Altri arresti riguardano soggetti con legami diretti al clan Bellocco, tra cui Davide Scarfone, noto per il suo legame con Antonio Bellocco, capo ultrà e rampollo della cosca violenta. Lo stesso Antonio è stato ucciso a settembre scorso dal leader della curva interista, Andrea Beretta, che continua a collaborare con gli investigatori. Questi sviluppi mostrano intrecci fra criminalità organizzata, curve calcistiche e imprenditoria.
La presenza e l’influenza del clan Bellocco nelle estorsioni e minacce
L’inchiesta mette in evidenza come il clan Bellocco abbia mantenuto la pressione sugli imprenditori anche dopo arresti e la morte del suo capo, Antonio Bellocco. Nonostante le difficoltà delle ultime settimane, i membri della cosca avrebbero continuato a imporre il pagamento di crediti a tassi usurai, partecipando a episodi di minacce e coercizioni fisiche. Tale continuità sottolinea la forza e il radicamento del clan nel tessuto criminale del milanese e nelle attività illecite attorno allo stadio.
La procura di milano aveva chiesto il carcere anche per Berto Bellocco, fratello di Antonio, uomo altrettanto vicino agli affari del clan. Il giudice però ha respinto questa richiesta, segnalando quindi valutazioni differenti rispetto al coinvolgimento e alle responsabilità in capo a questo indagato. Questo passaggio lascia aperta una pista investigativa che potrebbe cambiare a seconda degli sviluppi e delle evidenze future.
Intanto, con le misure cautelari e le audizioni in corso, si delineano contorni precisi del sistema criminale che ha condizionato la gestione dei parcheggi di san siro per anni, complicando la vita a imprenditori e tifosi, sotto l’ombrello di gruppi ultrà e clan malavitosi. La magistratura continua a monitorare la situazione per frenare queste pratiche illegali.