Nel 2024 in Italia si registra una lieve diminuzione degli scioperi, ma restano alti soprattutto nei servizi pubblici e trasporti. La Commissione di garanzia sugli scioperi propone di rivedere le regole per migliorare l’efficacia delle astensioni dal lavoro.
Nel corso del 2024, in Italia si è registrata una leggera diminuzione nel numero complessivo degli scioperi. Secondo la Relazione annuale della Commissione di garanzia sugli scioperi, presentata a Montecitorio dalla presidente Paola Bellocchi, le astensioni collettive sono state 1.080 contro le 1.129 del 2023.
Nonostante questo calo, il livello resta comunque elevato rispetto agli standard europei. La riduzione è quindi lieve e non cambia molto la percezione generale di un paese dove lo sciopero rimane uno strumento molto utilizzato.
I numeri che non tornano: meno scioperi ma più agitazioni
Un dato interessante riguarda gli scioperi generali nazionali: nel 2024 sono stati ben 17, contro gli 11 dell’anno precedente. Un aumento che però non si traduce in un’adesione massiccia dei lavoratori.
Paola Bellocchi ha spiegato che quasi sempre questi grandi scioperi vedono percentuali di partecipazione basse. Questo fenomeno spinge la Commissione a chiedere una revisione della disciplina vigente per rendere le regole più efficaci e applicabili.
Il ruolo cruciale dei trasporti nelle agitazioni sindacali
Anche se in Italia si sciopera meno rispetto ad altri Paesi Europei, la sensazione comune è diversa: sembra che ci siano molte agitazioni e disagi.
La presidente Bellocchi ha sottolineato come le proteste siano concentrate soprattutto nei servizi pubblici più sensibili e nel settore dei trasporti. Qui il panorama sindacale è frammentato e caratterizzato da un alto tasso di conflittualità.
Questa situazione crea un impatto forte sulla vita quotidiana delle persone e alimenta la percezione che lo sciopero sia uno strumento usato troppo spesso.
Il settore dei trasporti è quello dove gli scioperi creano maggior disagio perché coinvolgono milioni di utenti ogni giorno. La frammentazione sindacale rende difficile trovare accordi stabili e aumenta il rischio di agitazioni frequenti.
La Commissione di garanzia continua a svolgere un ruolo chiave nella prevenzione degli scioperi illegittimi o non conformi alle regole.
Nel 2024 ha effettuato ben 391 interventi preventivi segnalando possibili irregolarità nelle azioni proclamate dai sindacati o dalle organizzazioni dei lavoratori.
Di queste segnalazioni sono seguite 289 revoche totali degli scioperi o modifiche alle modalità previste . Il tasso di osservanza delle norme da parte delle parti sociali è stato molto alto: il 94%.
Sanzioni e dialogo con i sindacati: numerosi procedimenti e audizioni
Nonostante l’alto rispetto delle regole preventive, nel corso dell’anno sono stati aperti anche alcuni procedimenti disciplinari per valutare comportamenti scorretti durante gli scioperi.
Sono stati avviati 26 procedimenti, con esito negativo in 16 casi che hanno portato all’applicazione di sanzioni da parte della Commissione.
Parallelamente prosegue il dialogo tra Autorità e parti sociali: nel corso del 2024 si sono tenute ben 51 audizioni presso l’Autorità stessa, più di quattro ogni mese. Un segnale importante dell’impegno a mantenere aperto il confronto istituzionale su questi temi delicati.
La presidente Bellocchi ha richiamato l’attenzione sull’impatto degli scioperi generali nazionali sull’intero sistema lavorativo italiano.
Questi eventi coinvolgono molti settori diversi contemporaneamente causando sovraccarichi sul calendario complessivo degli scioperanti e problemi seri nella gestione dei servizi pubblici essenziali per i cittadini.
Per questo motivo la riflessione interna al Collegio punta a trovare soluzioni che bilancino meglio diritto alla protesta ed esigenze della collettività senza compromettere troppo la funzionalità dei servizi fondamentali.
In sintesi, il quadro italiano del lavoro nel 2024 mostra segnali contrastanti: meno astensioni complessive ma più tensione nei settori chiave come i trasporti pubblici. La Commissione chiede una revisione normativa per rendere lo strumento dello sciopero più efficace senza penalizzare troppo i cittadini comuni.