In italia meno di un terzo delle scuole ha una mensa: forti differenze tra nord, centro e sud
In Italia, solo il 35% delle scuole ha mense scolastiche, con forti disparità tra nord e sud. Il Pnrr prevede interventi per migliorare l’accesso a questo servizio essenziale.

In Italia meno di un terzo delle oltre 40 mila scuole dispone di mense, con forti disparità territoriali. Il Pnrr ha finanziato interventi per migliorare strutture e accessibilità, ma restano criticità soprattutto al Sud, dove molte famiglie faticano a garantire un pasto scolastico ai propri figli. - Unita.tv
Oltre 40 mila scuole in italia, ma meno di un terzo possono contare su mense scolastiche. La distribuzione di questi spazi dedicati ai pasti è irregolare, con il nord e il centro che vantano una presenza doppia rispetto al Sud. I fondi del Pnrr hanno provato a dare una svolta, con quasi mille interventi avviati per nuove costruzioni o la ristrutturazione di quelle esistenti. Tuttavia, la ripartizione delle risorse tra le regioni risulta squilibrata, lasciando sullo sfondo una questione di accessibilità a un servizio che molte famiglie faticano a garantire.
La situazione degli edifici scolastici con mense in italia
Su un totale di 40.133 scuole in italia, solo 13.865 dispongono di locali per la mensa, una quota ben al di sotto del 35%. Questa realtà non è omogenea: nel nord si trovano mense in circa il 43% delle scuole, mentre nel centro la percentuale calcola al 41%. Al sud invece la presenza si riduce drasticamente, fermandosi poco sopra il 20%. Questo significa che, mentre nelle regioni settentrionali quasi una scuola su due può offrire un pasto al proprio interno, nei territori meridionali meno di uno su quattro ha questa possibilità.
Qualità e funzionalità degli spazi
Le differenze si notano anche nella qualità e nella funzionalità degli spazi; spesso le mense del sud sono più datate e meno attrezzate. La carenza di mense può influire direttamente sulla quotidianità degli studenti, limitando molte famiglie alla soluzione di pasti portati da casa o a rinunciare al pasto completo durante l’orario scolastico. Questo problema investe sia la qualità dell’esperienza scolastica che aspetti legati alla salute e al benessere dei ragazzi.
Il piano pnrr e gli interventi nelle mense scolastiche
Il piano nazionale di ripresa e resilienza ha previsto quasi mille interventi dedicati alle mense nelle scuole italiane. Questi interventi vanno dalla costruzione ex novo di nuovi locali al potenziamento e alla ristrutturazione di quelli esistenti. Tra le regioni, la Lombardia ha visto finanziare 107 progetti, che comprendono 53 nuove mense, 37 ampliamenti, 13 recuperi e una riqualificazione.
Sebbene il Sud avrebbe dovuto ricevere circa il 58% dei fondi per ridurre il divario con il nord, in realtà le risorse sono state assegnate in modo diverso. Al Sud sono stati finanziati 489 interventi, circa il 50% sul totale nazionale, mentre il nord ha avuto una quota superiore al previsto, con risorse che rappresentano il 48,6%, e il centro solo il 14,7%. Questa distribuzione squilibra l’obiettivo di equità territoriale, lasciando molte zone meridionali ancora indietro.
Il denaro stanziato ha già permesso di migliorare strutture fondamentali come cucine, spazi di consumo e attrezzature. Tuttavia, la quantità di interventi e risorse non sempre corrisponde alle necessità reali delle scuole, specie quelle in aree più fragili. Meno mense significano meno possibilità per i ragazzi di consumare pasti caldi e bilanciati, condizioni sicuramente rilevanti in un paese con un tasso crescente di famiglie in difficoltà economica.
Squilibri territoriali e necessità reali
Le differenze nella distribuzione delle risorse evidenziano la persistente disparità tra le varie aree del paese, con un impatto diretto sull’accesso a un servizio essenziale come la mensa scolastica.
Accessibilità e inclusione: le richieste di cittadinanza attiva
Oltre alle infrastrutture, le mense devono essere accessibili a tutti gli studenti, senza discriminazioni sociali o economiche. Cittadinanza attiva, associazione che lavora per i diritti civili e sociali, sottolinea che mense devono essere considerate un servizio pubblico fondamentale. Chiedono in particolare che nessun ragazzo venga escluso dal servizio mensa per motivi economici dei genitori.
Per superare le barriere, i volontari propongono un incremento dei fondi destinati all’erogazione di contributi, così da permettere l’accesso gratuito al pasto per le famiglie in difficoltà. Insomma, non bastano solo muri nuovi e cucine rinnovate, ma serve un impegno concreto per garantire che ogni studente possa usufruire di una mensa scolastica.
Impatto sull’esperienza scolastica
Questa richiesta nasce anche dalla consapevolezza che l’accesso alla mensa influenza il rendimento scolastico e la socialità degli studenti. Mense più diffuse e aperte a tutti rendono la scuola un luogo più inclusivo e meno segnato da disparità economiche. L’attenzione va anche al supporto per le istituzioni scolastiche affinché possano gestire i servizi con maggior efficacia e senza lasciare indietro nessuno.
Lo sviluppo di mense e l’inclusione sociale all’interno delle scuole rimangono una sfida aperta in italia, non solo in termini di infrastrutture, ma soprattutto sotto il profilo dei diritti e delle opportunità per tutti gli studenti su tutto il territorio nazionale.