In italia la dispersione scolastica si riduce al 9,8%, quasi raggiunto l’obiettivo europeo per il 2030
Nel 2024, la dispersione scolastica in Italia scende al 9,8%, avvicinandosi all’obiettivo del 9% dell’Unione Europea per il 2030, ma persistono disuguaglianze territoriali e sociali significative.

Nel 2024 la dispersione scolastica in Italia scende al 9,8%, vicino all’obiettivo UE del 9% per il 2030, grazie a politiche mirate e monitoraggio costante, ma permangono forti disparità territoriali e sociali. - Unita.tv
La dispersione scolastica in Italia nel 2024 raggiunge il 9,8%, un dato che si avvicina molto all’obiettivo del 9% fissato dall’Unione europea per il 2030. Questa riduzione è il risultato di anni di impegno e politiche educative mirate, nonostante permangano ancora evidenti differenze territoriali e sociali nel Paese. I numeri mostrati nel seminario del ministero dell’Istruzione sottolineano come l’Italia stia attraversando una fase di miglioramento, pur con alcune sfide da affrontare per assicurare un’istruzione più inclusiva.
Il calo storico della dispersione scolastica in italia dal 2000 al 2024
Dal 2000 a oggi il tasso di dispersione scolastica, noto con l’acronimo elet , si è quasi dimezzato. Nel 2000 l’Italia registrava uno dei tassi più alti in Europa, pari al 25,1%. Questo valore ha iniziato a scendere nei primi dieci anni del millennio, arrivando al 18,8% nel 2010. Un passo avanti importante, visto che in quel periodo il paese stava ancora faticando a tenere a scuola molti giovani.
Passaggi critici nella riduzione della dispersione
Negli anni successivi, grazie a politiche mirate e investimenti sull’istruzione, la diminuzione è stata più marcata. Nel 2022 il tasso è sceso all’11,5%, per poi arrivare al 10,5% nel 2023. Nel 2024, il dato definitivo segna un ulteriore calo fino al 9,8%, un risultato che testimonia l’impegno concreto nei confronti di questa problematica. Lo scopo è avvicinarsi sempre più al traguardo fissato per il 2030 dall’Unione europea, un target che vuole ridurre la dispersione scolastica al di sotto del 9%.
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Politiche e interventi che hanno favorito la riduzione dell’abbandono scolastico
Il progressivo miglioramento della situazione non è casuale. Le autorità, in particolare il ministero dell’Istruzione, hanno messo in campo una serie di interventi specifici per contrastare l’abbandono degli studi. Questi includono azioni rivolte alle scuole con più difficoltà e progetti personalizzati a favore degli studenti a rischio di dispersione. L’obiettivo era creare percorsi che fossero più adatti ai bisogni di ciascun ragazzo, aumentando così la motivazione e la partecipazione.
Ruolo dell’istituto invalsi nel monitoraggio
Uno strumento fondamentale è stato il monitoraggio dei dati attraverso l’istituto Invalsi, che ha permesso di individuare le aree di maggiore emergenza e orientare le risorse dove serviva maggiormente. Inoltre, programmi di formazione per insegnanti e miglioramenti nell’offerta educativa hanno aiutato a mantenere gli studenti nelle scuole più a lungo e a supportarli con maggior attenzione.
Le sfide ancora aperte: divari territoriali e disuguaglianze
Nonostante il risultato positivo nel complesso, rimangono notevoli disparità all’interno del territorio italiano. Al sud e in alcune zone interne il tasso di dispersione resta più alto rispetto al nord e alle grandi città. Questi divari riflettono problemi più ampi legati a condizioni sociali ed economiche, difficoltà nell’accesso ai servizi, e differenze nelle opportunità formative.
Le disuguaglianze tra i territori compongono un quadro complesso che impedisce di parlare di soluzione definitiva. In alcune aree, la povertà educativa e l’esclusione sociale continuano a influenzare negativamente i percorsi scolastici dei giovani. A questo si aggiungono fattori familiari e culturali che spesso limitano le scelte e il sostegno allo studio.
Strategie contro i divari regionali
Il ministero dell’Istruzione ha riconosciuto queste criticità e ha promosso strategie più specifiche per ridurre i gap tra regioni e tra diversi gruppi sociali. La strada da percorrere resta lunga, e serve un impegno costante per garantire che tutti i ragazzi abbiano le stesse possibilità di completare il loro percorso educativo.
Le dichiarazioni di roberto ricci e il ruolo del ministero dell’istruzione
Durante il seminario al ministero dell’Istruzione, Roberto Ricci, presidente dell’Invalsi, ha illustrato i dati e ribadito come il calo della dispersione rappresenti un segnale importante ma non definitivo. Ha sottolineato che i progressi finora ottenuti derivano da politiche deliberate e interventi mirati, ma che ogni risultato positivo richiede di proseguire con interventi efficaci per superare le difficoltà residue.
Il ministro Giuseppe Valditara ha partecipato all’evento confermando il sostegno del governo nel mantenere alta l’attenzione sul tema. Ha indicato la necessità di continuare a investire nelle scuole e nelle comunità, soprattutto nelle zone con maggiori criticità. Il lavoro non si ferma, e molte iniziative sono già state messe in programma per il prossimo futuro.
Questi incontri e queste analisi sono fondamentali per mantenere il tema della dispersione scolastica al centro dell’agenda pubblica. Il monitoraggio regolare, unito a interventi concreti, costituisce la via per affrontare i problemi ancora aperti e portare l’Italia oltre l’obiettivo europeo fissato per il 2030.