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Il verde urbano come risposta urgente al caldo estremo nelle città italiane nel 2025

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Il caldo intenso e l’afa che si stanno abbattendo sulle città italiane mettono in evidenza quanto il verde urbano sia fondamentale per mitigare le temperature. Camminare o passare vicino a un’area con alberi permette di percepire subito un calo significativo del calore, dimostrando che la vegetazione è un alleato prezioso contro il surriscaldamento cittadino. Al contrario, superfici come asfalto, cemento e catrame contribuiscono ad aumentare la temperatura ambientale rendendo le aree urbane meno vivibili. Nonostante l’emergenza climatica venga sottolineata da più fonti internazionali, mancano ancora azioni concrete e diffuse per affrontare questa crisi nei contesti urbani.

Il quadro internazionale dell’emergenza clima in estate 2025

Nei primi giorni di luglio 2025 i media internazionali hanno rilanciato con forza l’allarme sul riscaldamento globale. The Guardian ha evidenziato come la siccità stia spingendo milioni di persone verso situazioni di insicurezza alimentare in diverse parti del mondo. In Francia Le Monde ha registrato giugno come mese più caldo mai documentato nella storia meteorologica del paese. Anche in Italia La Repubblica ha riportato dati allarmanti dall’Onu riguardo condizioni climatiche estreme destinate a diventare sempre più frequenti.

Questi segnali mostrano una situazione che non lascia spazio a dubbi: le temperature continuano ad aumentare su scala globale con effetti diretti sulla vita quotidiana delle persone, soprattutto nelle aree urbane dove gli spazi verdi scarseggiano o sono mal gestiti.

L’importanza di aumentare il verde urbano

Gli studi scientifici confermano da anni che incrementare gli alberi e le zone verdi all’interno delle città rappresenta uno dei metodi più efficaci per contrastare l’aumento della temperatura locale. La presenza degli alberi abbassa la temperatura dell’aria circostante grazie alla loro ombra naturale e al processo di traspirazione fogliare, fenomeno che raffredda anche molte zone densamente costruite.

È importante sottolineare che non basta piantumare qualche albero ai margini o nelle periferie: serve portarlo dentro i quartieri residenziali stessi per ottenere benefici tangibili su chi vive ogni giorno quei luoghi.

Nonostante questo principio sia noto da tempo ed esistano esperti autorevoli – tra cui Stefano Mancuso – impegnati nella diffusione della botanica urbana, ancora oggi molte amministrazioni sembrano ignorarne l’urgenza reale lasciando spazio a progetti poco attenti alle esigenze ambientali vere delle comunità cittadine.

Roma sotto stress

A Roma le estati sono diventate insopportabili per molti abitanti a causa dello sviluppo incontrollato degli ultimi decenni. La composizione urbana fatta di edifici densi, strade asfaltate e vaste superfici cementificate crea un microclima opprimente capace di trattenere calore anche durante la notte.

I condizionatori d’aria amplificano questo effetto rilasciando aria calda nell’ambiente esterno mentre raffreddano gli interni; così si genera un circolo vizioso dove si consuma molta energia ma si peggiora allo stesso tempo la qualità dell’aria esterna aumentando ulteriormente le temperature percepite dalle persone.

In caso di emergenze energetiche o blackout questa situazione potrebbe aggravarsi rapidamente lasciando migliaia senza possibilità realistica di sollievo dal caldo intenso presente sulle strade romane.

Politiche pubbliche e verde urbano

Le discussioni pubbliche spesso ruotano intorno ai temi globali dei cambiamenti climatici senza tradursi però in interventi significativi dedicati alla riqualificazione ecologica delle aree urbane italiane; specie nei centri storici dove lo spazio disponibile è limitatissimo ma proprio lì sarebbe necessario intervenire con decisione.

Non bastano piani astratti né iniziative simboliche volte solo ad abbellire qualche angolo: servono programmi strutturati guidati da esperti capaci coinvolgere istituzioni locali, cittadini ed enti privati nel disegno coordinato volto a ridurre concretamente i picchi termici attraverso nuovi polmoni verdi diffusi su tutto il territorio cittadino.

Roma ne è esempio emblematico perché fino ad ora non ha visto nascere progetti ambiziosi capaci di cambiare davvero volto alla sua rete vegetale urbana, mantenendola invece marginalizzata rispetto alle priorità economiche edilizie.

Pietralata: la demolizione del bosco urbano

Nel quartiere Pietralata emerge uno scenario preoccupante legato alla volontà dichiarata dalle autorità locali: eliminazione totale del bosco urbano situato vicino alla stazione Tiburtina, destinandolo alla costruzione di uno stadio sportivo accompagnato da nuove strade, parcheggi ed altre infrastrutture cementificate.

Questo intervento provocherebbe effetti opposti rispetto agli obiettivi climatici necessari. Il bosco attuale svolge infatti funzioni fondamentali nel mitigare l’effetto isola termica offrendo refrigerio naturale. L’asfalto aggiunto invece genererebbe ulteriormente punti roventi creando veri hotspot termici localizzati molto difficili poi da gestire.

Chi definisce quell’area “degrado” ignora completamente quanto quel polmone verde rappresenta oggi uno dei pochi luoghi naturali rimasti nella zona centrale della capitale. Distruggerlo significherebbe perdere risorse ambientali preziose proprio quando servono maggiormente.

La questione culturale e ambientale

La questione assume così dimensione culturale oltreché ambientale: segnale evidente della distanza tra certe scelte urbanistiche basate esclusivamente su interessi economico/immobiliari ed esigenze reali legate al benessere collettivo dei cittadini romani.

Written by
Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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