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Il veneto guida la classifica nazionale per la qualità del sistema sanitario con un punteggio del 55%

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Il nuovo rapporto Crea Sanità, realizzato dall’università di roma tor vergata, ha confermato il primato del veneto nel panorama sanitario italiano. Lo studio valuta le regioni sulla base di indicatori concreti come l’assistenza ospedaliera, la specialistica ambulatoriale e la prevenzione. Il risultato assegna al veneto un punteggio complessivo del 55%, posizionandolo davanti a tutte le altre regioni italiane. La presentazione ufficiale del rapporto è prevista per il 2 luglio a roma.

Criteri e metodi alla base del rapporto crea sanità

Il rapporto Crea Sanità non si limita a misurare i livelli essenziali di assistenza , ma considera anche una serie di indicatori selezionati che riflettono l’effettiva qualità dei servizi offerti ai cittadini. L’analisi include aspetti fondamentali come l’universalità dell’assistenza, garantendo che ogni cittadino possa accedere alle cure senza discriminazioni, e l’equità nella distribuzione delle risorse sanitarie.

In particolare vengono valutati i risultati ottenuti in ambito ospedaliero con riferimento alla tempestività degli interventi e all’efficacia delle cure erogate. Viene inoltre esaminata la specialistica ambulatoriale attraverso parametri legati alla disponibilità delle prestazioni specialistiche e ai tempi d’attesa medi. Non manca poi una valutazione accurata della prevenzione primaria e secondaria, intesa come capacità di intercettare precocemente malattie o condizioni a rischio tramite screening mirati.

Questo approccio multidimensionale consente una fotografia più precisa dello stato della sanità regionale rispetto ai tradizionali parametri quantitativi basati solo su standard minimi richiesti dalla legge.

Commento ufficiale: zaia sottolinea meriti e sfide aperte

Luca Zaia, presidente della regione veneto, ha commentato con soddisfazione i dati emersi dal rapporto definendo il sistema sanitario regionale “ai vertici della sanita italiana”. Zaia ha evidenziato che questo risultato è frutto di un lavoro collettivo focalizzato sul benessere dei cittadini ma anche sull’efficienza dell’apparato pubblico.

Ha ricordato però le criticità ancora presenti: in particolare manca personale medico qualificato con circa 3500 medici assenti rispetto al fabbisogno reale nella regione. Questa carenza rappresenta uno degli ostacoli principali da superare per migliorare ulteriormente le prestazioni offerte agli utenti.

Zaia ha descritto il modello sanitario veneto come caratterizzato da rigore gestionale abbinato ad attenzione capillare verso il territorio attraverso investimenti costanti nella medicina di prossimità cioè quella più vicina al paziente nelle diverse aree geografiche regionali. Inoltre punta molto sulla prevenzione sanitaria, sulle tecnologie innovative applicate alle cure, oltre che su percorsi terapeutici moderni ed accessibili per tutti.

Infine ha voluto riconoscere pubblicamente lo sforzo quotidiano compiuto dagli operatori sanitari chiamandoli “una squadra” indispensabile per mantenere alto lo standard assistenziale in momenti difficili come quelli post-pandemia.

Contesto attuale tra pandemia ed emergenze economiche

Il sistema sanitario regionale si trova ancora sotto pressione dopo gli effetti provocati dalla pandemia covid-19 negli ultimi anni. Le strutture hanno dovuto far fronte a picchi elevatissimi nelle richieste d’intervento senza però perdere qualità nel servizio fornito ai pazienti.

Parallelamente persistono difficoltà legate all’organico insufficiente sia tra medici sia tra infermieri ed altri professionisti sanitari. La carenza pesa soprattutto nei reparti ospedalieri più critici dove spesso si lavora oltre capacità consentite dalle normative vigenti.

Sul piano economico poi vi sono limiti imposti dai bilanci pubblici regionali vincolando gli investimenti necessari soprattutto nelle tecnologie medicalizzate avanzate o nell’ampliamento dei servizi territoriali dedicati alle fasce più fragili della popolazione.

Modello solido nonostante le difficoltà

Nonostante questi problemi, secondo quanto dichiarato dalle autorità locali, resta saldo un modello fondamentalmente solido capace di assicurare risposte efficaci grazie ad una gestione attenta combinata con politiche mirate sul territorio volte a garantire continuità assistenziale senza lasciare indietro nessuno utente.

La presentazione finale prevista nei primi giorni luglio sarà occasione importante per approfondire numerosi aspetti tecnici relativi al monitoraggio annuale dello stato della sanità italiana focalizzando l’attenzione sulle differenze regionali rilevate dal report CREA Sanità.

Written by
Rosanna Ricci

Rosanna Ricci racconta il presente come se stesse scrivendo una pagina di diario collettivo. La sua voce è intima, ma mai distante: attraversa con delicatezza temi complessi come cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute, cercando sempre il lato umano delle notizie. Ogni suo post è uno sguardo personale sul mondo, tra empatia e consapevolezza.

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