Un funzionario di polizia, rimasto gravemente infortunato durante una missione legata alla cattura del superlatitante Bernardo Provenzano, ha ottenuto dal tribunale del lavoro di Aosta il riconoscimento dello status di vittima del dovere. Dopo il rifiuto iniziale del ministero dell’Interno, la sentenza impone la corresponsione di circa 150mila euro oltre a una serie di benefici economici e assistenziali previsti dalla legge.
La vicenda giudiziaria e il rigetto iniziale del ministero dell’interno
L’incidente si è verificato nel corso di un’operazione investigativa ad alto rischio, volta a contrastare la latitanza di Bernardo Provenzano, una delle figure più ricercate della criminalità organizzata italiana. Il funzionario di polizia ha riportato un infortunio grave che ha comportato un’invalidità permanente pari al 49%. Nonostante l’evidente collegamento tra l’attività svolta e il danno subito, il ministero dell’Interno ha respinto la richiesta di riconoscimento dello status di vittima del dovere. Ha classificato l’episodio come un “semplice incidente in itinere”, cioè avvenuto durante il tragitto di lavoro e non riconducibile direttamente al servizio operativo svolto.
Ricorso al tribunale del lavoro di Aosta
Questo rigetto ha portato il poliziotto a presentare ricorso al tribunale del lavoro di Aosta, sfidando la posizione dell’amministrazione. La disputa si è concentrata sulla definizione dell’evento come causato dal servizio e quindi sul diritto a ricevere un trattamento economico e assistenziale speciale.
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La decisione del tribunale e il ruolo dei legali nella vittoria processuale
Il tribunale del lavoro di Aosta ha accolto il ricorso, ammettendo che l’incidente occorso è strettamente collegato all’attività di servizio connessa alla tutela dello Stato. I giudici hanno preso in considerazione la natura rischiosa e delicata della missione contro il superlatitante e la gravità dell’infortunio, che ha compromesso in modo permanente la capacità lavorativa dell’agente. Hanno definito l’evento come “lesivo occorso per causa di servizio”, cancellando la precedente classificazione.
Il risultato è il riconoscimento ufficiale dello status di vittima del dovere, che comporta non solo l’iscrizione del poliziotto negli elenchi dedicati ma anche il diritto a una serie di benefici. Tra questi figurano l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario, un assegno vitalizio speciale, un’indennità straordinaria e la rivalutazione dei trattamenti economici secondo le norme vigenti.
I legali protagonisti della vittoria
Dietro questa vittoria c’è il lavoro dei legali Francesco Leone, Simona Fell, Raimonda Riolo e Flavia Maria Caradonna. Hanno presentato prove dettagliate e argomentazioni convincenti per dimostrare la connessione diretta tra l’infortunio e la missione ad alto profilo. Hanno contestato punto per punto la tesi del ministero riuscendo a ribaltare una decisione iniziale sfavorevole.
L’impatto della sentenza e le implicazioni per altri servitori dello Stato
Questa sentenza rappresenta un punto di riferimento per i casi in cui il personale delle forze dell’ordine subisce infortuni in operazioni di rilievo. L’azione del tribunale ribadisce la necessità di riconoscere adeguatamente le condizioni di rischio a cui sono esposte queste figure. Molte volte, dietro le quinte, operatori impegnati nella tutela della sicurezza pubblica affrontano situazioni pericolose senza tutele complete.
Diritti economici e assistenziali riconosciuti
L’aspetto più rilevante riguarda il riconoscimento dei diritti economici e assistenziali che derivano dal riconoscimento come vittima del dovere. L’erogazione di benefici come l’assegno vitalizio e le agevolazioni sanitarie offrono un sostegno concreto a chi ha pagato un prezzo personale durante il servizio. L’esito del caso apre la strada anche ad altri agenti che hanno subito danni durante le missioni, spesso ignorati o sottovalutati dalle amministrazioni.
Il tribunale del lavoro di Aosta chiarisce con questa sentenza che ogni incidente collegato a un’attività di servizio legata alla sicurezza dello Stato va valutato con attenzione e riportato alle giuste condizioni. Il riconoscimento chiesto dal ricorrente non riguarda solo un singolo individuo ma mette in luce un tema più ampio, centrale nelle dinamiche di riconoscimento e assistenza al personale dello Stato impegnato in prima linea.