La sentenza del Tar Lombardia del 2025 ha riacceso il dibattito sull’obbligo di adottare un piano attuativo per gli edifici che superano i 25 metri di altezza a Milano. Il caso più discusso riguarda il progetto di via Razza, vicino alla stazione Centrale, finito più volte nel mirino della Procura milanese. Il tribunale amministrativo ha chiarito che, in certi casi, i comuni possono procedere con permessi edilizi ordinari, evitando così un iter lungo e complesso legato al piano attuativo.
Il Tar Boccia Il Ricorso: via libera al progetto Urban Jungle vicino a Centrale
La sentenza 2747/2025 nasce dal ricorso di un condominio contro l’autorizzazione per costruire un edificio alto oltre i 25 metri, il cosiddetto Urban Jungle di via Razza. Il condominio aveva contestato la mancanza del piano attuativo, previsto dalla vecchia legge urbanistica del 1942, pensato per regolare interventi complessi ma spesso fonte di ritardi.
Il Tar ha però respinto il ricorso, spiegando che il piano attuativo non è obbligatorio se l’area è già completamente urbanizzata. Nel caso di via Razza, la zona intorno alla stazione Centrale è consolidata, con edifici e infrastrutture che definiscono già l’assetto urbano. In queste condizioni, ha sottolineato il tribunale, non ha senso bloccare tutto per un piano che cambierebbe poco o nulla.
Questa decisione apre la strada a una gestione più snella degli interventi edilizi a Milano, tutelando l’uso di permessi ordinari o Scia alternative invece dei piani attuativi, almeno sul piano amministrativo.
Milano punta a snellire le pratiche per i grattacieli, ma la Procura resta vigile
Negli ultimi anni il Comune di Milano ha scelto di velocizzare le pratiche per edifici alti, usando permessi più semplici o Scia alternative invece del permesso di costruire tradizionale. Una scelta che ha ridotto i tempi, ma ha anche sollevato dubbi e contestazioni da parte della magistratura penale.
La Procura di Milano ha infatti messo sotto la lente d’ingrandimento queste procedure, sospettando che la mancanza di piani attuativi possa aprire la porta a interventi poco trasparenti o irregolari. Proprio il progetto Urban Jungle è finito nel mirino per la sua complessità e l’impatto sulla città.
Ma il Tar ha offerto un’altra lettura, sottolineando come in un’area già saturata come quella vicino a Centrale sia legittimo non ricorrere a un piano attuativo. In pratica, il Comune ha ricevuto una conferma su come procedere con progetti simili senza incappare in lungaggini burocratiche.
La sentenza, pur riguardando il diritto amministrativo, potrebbe influenzare anche il modo in cui la giustizia penale affronterà casi analoghi. La linea tra autorizzazioni urbanistiche e indagini penali resta chiara, ma la complessità normativa a Milano è evidente.
Cosa cambia dopo il Tar Lombardia: tempi più rapidi, ma serve attenzione
Il pronunciamento del Tar apre la porta a una lettura più flessibile delle regole per costruire edifici alti in aree già urbanizzate. I comuni ora possono sentirsi più liberi di usare procedure semplificate quando il contesto non richiede un piano attuativo nuovo.
Questo potrebbe accelerare la realizzazione di progetti immobiliari nelle grandi città come Milano, specie in zone dove l’edificazione è già consolidata. Allo stesso tempo, la sentenza ricorda che la legge urbanistica del 1942, pur datata, resta un riferimento importante, anche se con margini di interpretazione.
Il caso di via Razza diventa così un banco di prova per le amministrazioni locali e per il controllo giudiziario sulla pianificazione urbana. La gestione dei grandi progetti, soprattutto quelli finiti sotto inchiesta, dovrà fare i conti con queste nuove indicazioni, bilanciando rapidità, trasparenza e rigore.
Nei prossimi mesi sono attesi sviluppi sia dal punto di vista amministrativo sia da quello giudiziario penale. Sarà interessante vedere come si muoveranno Comune e magistratura, e se questa sentenza spingerà a snellire ancora di più le procedure o a rafforzare i controlli. Un segnale importante, insomma, per chi si muove nel mondo dell’edilizia milanese.
Ultimo aggiornamento il 24 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi