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Il tar del lazio annulla l’obbligo di riconoscimento de visu per gli affitti brevi, novità per il settore extralberghiero

La sentenza del Tar del Lazio annulla l’obbligo di riconoscimento fisico per gli affitti brevi, favorendo l’uso di tecnologie digitali e semplificando le procedure per i gestori turistici.

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Il Tar del Lazio ha annullato l’obbligo di riconoscimento fisico degli ospiti negli affitti brevi, favorendo l’uso di tecnologie da remoto e semplificando la gestione del settore turistico extralberghiero. - Unita.tv

La recente sentenza del Tar del Lazio ha cancellato l’obbligo imposto dal ministero dell’Interno di riconoscimento fisico degli ospiti negli affitti brevi. Questa decisione segna una svolta per i gestori di locazioni turistiche a breve termine, spesso penalizzati da norme restrittive che complicavano il check-in digitale tramite keybox e pulsantiere elettroniche. Le organizzazioni rappresentanti il settore ricettivo extralberghiero accolgono con favore la decisione e si preparano a dialogare con il governo per valorizzare le tecnologie da remoto, ormai parte integrale della gestione delle strutture.

La motivazione del tar sulla sentenza contro la circolare del ministero dell’Interno

Il Tar del Lazio ha dichiarato che l’obbligo imposto dal ministero dell’Interno di identificazione diretta degli ospiti degli affitti brevi non garantisce realmente l’ordine e la sicurezza pubblica. La circolare, diffusa nel novembre precedente, mirava proprio a rafforzare questi aspetti. Tuttavia, i giudici hanno rilevato come il documento ministeriale non abbia fornito prove concrete a sostegno di questa misura. Non sono stati presentati dati statistici o analisi che dimostrino che la registrazione de visu sia efficace o proporzionata rispetto agli obiettivi dichiarati.

Considerazioni su eventi e contesti particolari

Il riferimento a eventi particolari, come il Giubileo, o a generali cambiamenti nel contesto internazionale, secondo la sentenza, non costituisce un motivo valido per imporre un obbligo così rigoroso e restrittivo. Il Tar ha anche sottolineato come questa misura appesantisca gli adempimenti per i proprietari e gli operatori del settore senza offrirgli vantaggi reali in termini di sicurezza. Una decisione che pesa in modo notevole sul futuro delle regole applicate agli affitti brevi, aprendo la strada a una gestione più snella e tecnologica.

Reazioni delle associazioni di categoria e la posizione dell’aigab sul futuro delle tecnologie da remoto

Tra le prime voci a commentare la sentenza c’è Marco Celani, presidente dell’Aigab, associazione che raggruppa gli affittuari a breve termine. Celani interpreta il pronunciamento del Tar come una vittoria che armonizza le esigenze della sicurezza con la necessità di alleggerire gli oneri per chi opera nel settore turistico. Grazie a questa decisione, si può infatti guardare con maggiore fiducia all’uso di tecnologie che permettono di completare il check-in senza presenza fisica, fino ad ora osteggiate da regolamenti troppo rigidi.

L’Aigab annuncia contatti con il governo per offrire competenze utili a riconoscere ufficialmente questi strumenti digitali. Sono ritenuti essenziali per sostenere il settore senza rinunciare al monitoraggio degli ospiti, soprattutto in un contesto dove gli affitti brevi rappresentano una parte rilevante dell’offerta turistica. Lo scopo dichiarato è dimostrare quanto le tecnologie da remoto possano supportare l’attività di controllo e allo stesso tempo semplificare i processi, evitando inutili adempimenti burocratici.

Commenti sulla semplificazione e controllo

“Le tecnologie da remoto sono ormai una componente imprescindibile per una gestione moderna ed efficiente,” aggiunge Celani.

Il dibattito politico e le critiche alle politiche anti affitti brevi nelle città italiane

La sentenza del Tar rappresenta un duro colpo per le amministrazioni locali che avevano adottato misure rigide contro gli affitti turistici, temendo l’impatto sugli equilibri delle città e dei centri storici. A Firenze, la sindaca Sara Funaro guidava una linea dura contro il cosiddetto “self check”, sostenendo che gli affitti brevi trasformassero il volto di quartieri storici. La decisione del tribunale ha suscitato dure critiche da esponenti politici di diverso orientamento.

Marco Stella, capogruppo di Forza Italia in Toscana, ha chiesto lo smantellamento della task force istituita dal Comune di Firenze per i controlli nelle abitazioni prenotate con piattaforme digitali. L’attività di questa struttura era vista come una risposta inquisitoria e poco equilibrata. La sentenza che ha annullato l’obbligo di riconoscimento de visu è vista come una pietra miliare che potrebbe influenzare le strategie adottate da altri comuni italiani su questo tema, spingendo a rivalutare l’approccio normativo verso il turismo abitativo.

Sicurezza e regole adeguate: la voce delle associazioni sulla gestione degli affitti brevi

Un altro intervento importante è quello di Elia Rosciano, presidente della federazione delle associazioni di ricettività extralberghiera a livello nazionale. Rosciano ha sottolineato che la sicurezza non deve essere usata come pretesto per rallentare lo sviluppo del turismo o per gravare su operatori e proprietari con obblighi eccessivi. È sempre stato chiaro che le associazioni non si oppongono a regole, ma chiedono norme calibrate sulle esigenze reali e le tecnologie disponibili.

Secondo Rosciano, il turismo italiano necessita di regole che tengano conto delle trasformazioni in corso e delle sfide future. La sentenza del Tar va letta come un passo importante verso un equilibrio più giusto, che consenta all’Italia di mantenere la sua attrattiva internazionale senza sacrificare la praticità nelle procedure di gestione degli affitti brevi. La giustizia ha riconosciuto che le regole devono evolvere insieme al contesto, evitando misure astratte o inefficaci.

La decisione del Tar del Lazio apre quindi un nuovo capitolo nel rapporto tra gestione degli affitti brevi e normativa. Tante città e operatori del settore attendono di capire come riorganizzare le proprie attività e le proprie regole, per trovare un modo che assicuri controllo e semplicità, senza rinunciare al potenziale economico e turistico di questa formula di ospitalità.