Home Il sistema di accoglienza in lombardia nel 2023: numeri, criticità e la situazione nei centri straordinari

Il sistema di accoglienza in lombardia nel 2023: numeri, criticità e la situazione nei centri straordinari

Nel 2023, la Lombardia ha accolto solo lo 0,18% della sua popolazione nei centri di accoglienza straordinaria, evidenziando problemi di sovraffollamento e la necessità di un modello più diffuso e integrato.

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Nel 2023 la Lombardia ha accolto una piccola quota di migranti, principalmente in centri straordinari sovraffollati, evidenziando la necessità di un modello di accoglienza diffusa e più integrato sul territorio. - Unita.tv

Nel 2023 la Lombardia ha ospitato solo lo 0,18% della sua popolazione residente all’interno dei centri di accoglienza straordinaria, un dato inferiore alla media nazionale. Questi numeri emergono dal report “Accoglienza al collasso. Centri d’Italia 2024” realizzato da ActionAid e Openpolis e pubblicato a marzo. Lo studio fotografa il funzionamento dei centri che ospitano migranti in Lombardia, evidenziando le differenze tra le diverse strutture e la gestione adottata dalle autorità locali e dal governo nazionale.

Numeri dell’accoglienza in lombardia e il ruolo dei centri governativi

Nel 2023 in Lombardia la rete dei centri di accoglienza straordinaria ha mantenuto un ruolo centrale nell’accoglienza dei migranti. Il sistema Sai, che dovrebbe offrire un percorso di integrazione più strutturato, ha ospitato solo il 16% delle persone accolte, a fronte di un’incidenza nazionale pari al 22,6%. Nel complesso, gli accolti registrati nella regione rappresentano una piccola quota della popolazione residente, confermando un approccio che si mantiene prevalentemente di tipo emergenziale.

Il 2023 ha visto un leggero aumento dei posti disponibili nei centri straordinari, soprattutto nelle province di Milano e Brescia, dove i Cas continuano a essere la principale soluzione per ospitare i migranti. Questi centri, che offrono principalmente vitto e alloggio, sono cresciuti in termini di posti e frequentazione, mentre il sistema Sai ha subito un calo, nonostante offra un supporto più ampio, come corsi di lingua e formazione lavorativa.

Predominanza del modello di accoglienza

Il quadro complessivo mostra una predominanza del modello di accoglienza basato su grandi strutture governative, con una scarsa diversificazione a favore di forme di accoglienza più distribuite e integrate nel territorio.

Sovraffollamento nei grandi centri e le conseguenze sull’accoglienza e la convivenza

La gestione dei centri di accoglienza in Lombardia presenta problemi di sovraffollamento che si ripetono in molte province. Il report segnala che 23 grandi centri, quelli con capienza superiore ai 50 posti, ospitano oltre 800 persone in eccesso rispetto alla capacità prevista. La prefettura di Brescia ha 3 centri su 5 sovraffollati, con un numero di ospiti superiore di 111 unità rispetto alle disponibilità ufficiali .

Anche a Bergamo, nelle quattro strutture più grandi, il sovraffollamento ha raggiunto 110 persone in esubero. Questi affollamenti creano condizioni difficili per garantire un’accoglienza dignitosa. Le strutture sovraccariche mettono a rischio il benessere delle persone accolte e complicano la convivenza con i residenti. I centri gestiti secondo una logica emergenziale, senza programmi chiari e standard di funzionamento, rischiano di ridurre la qualità del supporto offerto e la sicurezza.

A questo si aggiunge la procedura di revoca indiscriminata dell’accoglienza in alcuni casi, che comporta la perdita del posto nei centri, spesso senza motivazioni trasparenti o procedure corrette. Il report indica quindi una riluttanza della gestione locale a garantire continuità e sicurezza agli ospiti, con pratiche che possono ledere i diritti delle persone.

Difficoltà dei comuni e richiesta di un’accoglienza diffusa

Negli ultimi giorni, la sindaca di Brescia, Laura Castelletti, ha espresso in pubblico le difficoltà dei comuni nell’affrontare l’accoglienza dei migranti. Ha sottolineato che “è insostenibile che solo pochi comuni si facciano carico della maggior parte delle persone richiedenti asilo”. La concentrazione dell’accoglienza in poche aree genera sovraccarico di lavoro e risorse, e non permette di costruire un modello condiviso e integrato sul territorio.

Castelletti ha chiesto di incentivare l’accoglienza diffusa, ossia la distribuzione più equilibrata dei migranti in vari comuni, per facilitare l’inserimento e ridurre le tensioni locali. Una diffusione più ampia dell’accoglienza potrebbe migliorare la qualità della vita per gli ospiti e per le comunità che li accolgono, evitando critiche legate al sovraffollamento e alla mancanza di servizi adeguati.

Necessita di un nuovo modello

Questa posizione riflette un bisogno crescente di rivedere il modello attuale, basato in gran parte sui centri governativi straordinari, e di sviluppare risposte più organiche e partecipate da parte di tutto il territorio lombardo.