assoluzione per l’ex consigliere nicola paris nel processo inter nos sulla sanità calabrese
Il tribunale di Reggio Calabria ha emesso una sentenza importante nel processo “Inter nos”, che riguarda presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta negli appalti dell’Azienda sanitaria provinciale. Nicola Paris, ex consigliere regionale della Calabria, è stato assolto con la formula “per non avere commesso il fatto”. L’indagine, condotta dalla Guardia di finanza sotto la direzione della Dda reggina, ha coinvolto venti imputati tra imprenditori e dipendenti dell’azienda sanitaria.
Nicola Paris era stato eletto in Consiglio regionale con la lista Udc e successivamente passato al Gruppo Misto. Nel procedimento penale gli veniva contestato un tentativo di pressione sull’ex presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì. Secondo l’accusa avrebbe sollecitato il rinnovo del contratto per l’ex direttore del settore Gestione risorse economico-finanziarie dell’Asp di Reggio Calabria. La difesa, rappresentata dagli avvocati Francesco Calabrese e Attilio Parrelli, ha negato ogni responsabilità sostenendo che non ci fossero prove sufficienti a carico del loro assistito.
Gli altri imputati: condanne e assoluzioni decise dal tribunale
Nel complesso sono stati venti i soggetti coinvolti nel procedimento giudiziario: imprenditori legati agli appalti sanitari ed impiegati dell’Azienda sanitaria provinciale. Il Tribunale, presieduto da Greta Iori, ha inflitto pene detentive a dodici persone ma senza riconoscere l’aggravante mafiosa prevista dall’accusa iniziale. Tra i condannati figurano Antonino Chilà , Domenico Chilà , Giovanni Lauro oltre ad altri imprenditori con pene comprese tra 4 anni e mezzo a 5 anni. Anche alcuni funzionari Asp hanno ricevuto condanne significative: Nicola Calabrò , Francesco Macheda e Filomena Ambrogio .
Gli assolti più noti tra gli imputati legati all’azienda sanitaria provinciale
Tra gli otto assolti spiccano figure importanti come Rosanna Squillacioti, ex direttore generale dell’Asp; Francesco Sarica, ex commissario; Angela Minniti dirigente ufficio Programmazione; Giuseppe Giovanni Galletta, responsabile esecuzione gare d’appalto; Domenico Salvatore Forte, primario pronto soccorso Locri; Salvatore Idà impiegato ospedale Melito Porto Salvo; Domenico Custoza addetto Settore Farmacie Convenzionate Asp Reggio Calabria. Questi soggetti sono stati ritenuti non colpevoli in relazione alle accuse mosse nell’ambito delle indagini antimafia coordinate dalla Dda reggina.
Le implicazioni giudiziarie sul sistema degli appalti sanitari in calabria
Il caso “Inter nos” si inserisce in un contesto più ampio di controlli su infiltrazioni criminali nella pubblica amministrazione calabrese, soprattutto riguardo alla gestione degli appalti sanitari che rappresentano una fetta rilevante dei fondi pubblici regionali. Le sentenze emesse mostrano una selezione precisa delle responsabilità penali escludendo però collegamenti diretti con attività mafiose aggravanti per molti degli imputati coinvolti nel procedimento giudiziario aperto dalla Procura antimafia locale.
Le decisione del tribunale offre nuovi elementi sulle dinamiche interne all’Azienda sanitaria provinciale reggina evidenziando casi specifici di corruzione ma senza estendere le accuse a fenomenologie organizzate tipiche della criminalità mafiosa radicata sul territorio calabrese.