
Leonardo Cordone, premiato con il Cerro d’Oro, ha sviluppato a Cerro al Lambro un efficace sistema di controllo del vicinato, coinvolgendo 250 famiglie per aumentare sicurezza e coesione sociale tramite la collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine. - Unita.tv
Leonardo Cordone, 77 anni, è stato insignito del cerro d’oro dal comune per il suo impegno nel controllo del vicinato. Dal 2015 ha lavorato allo sviluppo di questa forma di sicurezza partecipata, che si basa sulla collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine per il monitoraggio dei territori. Il suo lavoro si concentra soprattutto nel comune di cerro al lambro, dove ha creato una rete di gruppi locali che coinvolgono circa 250 famiglie su 5mila abitanti.
L’origine e lo sviluppo del controllo del vicinato
Cordone ha iniziato a interessarsi al controllo del vicinato nel 2015. Dopo alcuni tentativi a melegnano, dove presiedeva un comitato di zona, ha spostato l’attenzione a cerro al lambro. Qui ha trovato un ambiente più ricettivo per il progetto. A inizio 2016 sono nati i primi sei gruppi attivi, organizzati soprattutto nelle frazioni più piccole del comune. Il numero dei gruppi è cresciuto negli anni fino a coinvolgere 23 nuclei, con circa 250 famiglie coinvolte.
La scelta di partire in una realtà con pochi abitanti ha facilitato la creazione di una rete di vicinato dove la sicurezza partecipata si è radicata. Per gestire l’attività Cordone ha puntato sui coordinatori locali, in gran parte donne, che mantengono i contatti tra le famiglie e fanno circolare le informazioni. Questo approccio ha reso il controllo capillare e rapido rispetto ai fenomeni sospetti.
Come funziona il sistema instaurato da leonardo cordone
Il sistema messo in piedi da Cordone si basa su un meccanismo semplice e diretto. Se qualcuno nel paese nota qualcosa di strano o potenzialmente pericoloso, i membri dei gruppi di controllo diffondono rapidamente la segnalazione nel vicinato. Quando necessario, le autorità competenti come polizia locale e carabinieri vengono informate, riuscendo a intervenire in tempi brevi.
Questo passaparola ha permesso di prevenire eventi criminali, come truffe o tentativi di raggiri a domicilio. Cordone ricorda più episodi in cui gli abitanti messi al corrente sono riusciti a evitare di cadere in inganni. Per esempio, un vicino ha evitato una truffa messa in atto da una falsa operatrice dell’enel, proprio grazie alle informazioni diffuse dal gruppo.
La collaborazione tra cittadini permette dunque di aumentare sia la sicurezza reale, con la prevenzione di azioni criminali, sia la sicurezza percepita, utile per il benessere sociale della comunità. Parallelamente questo sistema dà alla popolazione la sensazione di poter contribuire attivamente alla tutela del proprio territorio.
L’impatto sociale e gli obiettivi futuri della rete di controllo
Il controllo del vicinato non si limita alla sicurezza, ma ha un riflesso consistente sulla coesione sociale della comunità di cerro al lambro. Leonardo Cordone evidenzia come questo progetto rafforzi le relazioni di vicinato, creando un senso di mutuo aiuto e solidarietà tra residenti. L’esperienza ha attirato anche l’attenzione di ricercatori: nel 2019 tre studenti di sociologia dell’università cattolica di milano hanno studiato il loro modello come esempio di sicurezza partecipata nei piccoli comuni.
Progetti futuri e potenziamento della rete
Tra gli obiettivi di Cordone e dei gruppi c’è l’ampliamento delle attività di informazione verso le fasce più vulnerabili. Il prossimo passo sarà coinvolgere direttamente gli anziani over80 per sensibilizzarli sulle truffe. Le persone fragili spesso diventano target preferiti dei malintenzionati, quindi la campagna di prevenzione mira a proteggerli.
Si pensa inoltre alla creazione di un tavolo permanente per la sicurezza, che metta insieme istituzioni, forze dell’ordine e cittadini. C’è anche la proposta di una videosorveglianza partecipata, dove le telecamere private possano fornire immagini utili in caso di reati, integrando così il controllo diretto dei gruppi con strumenti tecnologici. Resta da vedere come questi piani potranno essere realizzati e quali effetti avranno in futuro sulla sicurezza di cerro al lambro.