Il sommergibile Scirè, simbolo delle imprese della X Mas durante la seconda guerra mondiale, ha ricevuto un riconoscimento ufficiale come sacrario militare subacqueo. La decisione è stata sancita da una legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale nel 2025, con l’obiettivo di ricordare i marinai italiani che persero la vita in conflitti legati ai regimi nazionalsocialista e fascista. Questo riconoscimento riguarda il relitto affondato nella baia di Haifa, attuale Israele, dove si trova a circa 30 metri di profondità.
Le imprese storiche del sommergibile scirè e la missione ad haifa
Lo Scirè è noto soprattutto per l’azione compiuta il 18 dicembre 1941 sotto il comando di Junio Valerio Borghese, figura controversa ma centrale nelle operazioni della X Mas. In quella notte vennero colpite e affondate due corazzate britanniche: queen elizabeth e valiant. Inoltre fu danneggiata anche la petroliera Sagoma grazie all’impiego dei siluri a lenta corsa chiamati “maiali”, dispositivi speciali utilizzati per sabotaggi navali.
Questa azione rappresentò uno degli episodi più significativi della Regia Marina italiana durante la guerra nel Mediterraneo. Il sommergibile si guadagnò fama proprio per queste incursioni audaci contro le navi nemiche ormeggiate nei porti strategici britannici.
Un destino segnato dall’affondamento nella baia di haifa
Il destino del sommergibile si concluse tragicamente nell’agosto del 1942 mentre era impegnato in una nuova missione lungo le coste dell’allora Palestina britannica. L’obiettivo era piazzare cariche esplosive su alcune navi ancorate al porto di Haifa per danneggiare ulteriormente la flotta avversaria.
Le comunicazioni radio dello Scirè furono però intercettate dalla Royal Navy che organizzò un’operazione anti-sommergibile mirata. Dopo averlo localizzato a circa cinque miglia dalla costa bombardò lo scafo facendolo affondare rapidamente a trenta metri di profondità nella baia stessa.
In quell’attacco persero la vita quarantanove membri dell’equipaggio insieme ad undici operatori imbarcati sulla nave sottomarina durante quella rischiosa impresa bellica.
Recupero delle salme e conservazione dei reperti storici
Nel 1984 furono effettuate operazioni subacquee che portarono al recupero di quarantadue salme appartenenti agli uomini scomparsi nello Scirè oltre ad alcune parti dello scafo stesso. Questi reperti oggi sono conservati in musei dedicati alla memoria navale italiana ed alla storia militare del secondo conflitto mondiale.
La tutela del relitto come sacrario mira non solo a preservarne lo stato ma anche a fornire un luogo simbolico dove ricordare chi sacrificò la propria vita durante quegli anni difficili segnati da ideologie totalitarie responsabili della guerra globale più devastante mai registrata fino ad allora. “Un gesto dovuto per onorare il coraggio e il sacrificio di questi uomini.”