
Il progetto Domea, frutto della collaborazione tra gli studi Noè e Conca Merli, crea ambienti abitativi inclusivi per anziani e disabili, coinvolgendo direttamente gli utenti nella progettazione per garantire spazi funzionali, flessibili e centrati sulle loro esigenze. - Unita.tv
Il progetto Domea nasce dalla collaborazione tra lo studio di architettura di Lorenzo Noè e lo studio Conca Merli. L’obiettivo è costruire ambienti abitativi pensati per anziani e disabili mettendo al centro le loro esigenze e preferenze. Invece di proporre soluzioni già definite, i progettisti hanno dato voce ai futuri abitanti, trasformandoli in protagonisti della progettazione. Questo approccio sposta l’attenzione dalla semplice accessibilità a un design che risponde a bisogni concreti con soluzioni pratiche e flessibili.
La partecipazione diretta degli abitanti nella progettazione di domea
Lorenzo Noè e il suo team hanno invitato le persone che vivranno in Domea a ricoprire il ruolo di committenti nelle scelte progettuali. Questo significa che anziani e disabili non sono stati solo beneficiari passivi, ma hanno potuto esprimere i propri desideri e necessità durante tutto il percorso. Lo studio ha fissato alcune regole condivise per garantire un processo inclusivo e trasparente. A queste persone è stato chiesto di spiegare come vorrebbero vivere quegli spazi, quali colori preferiscono, quali oggetti trovano utili. Il compito degli architetti è stato interpretare queste indicazioni e convertire le richieste in elementi tangibili, come la disposizione degli ambienti, i materiali o la scelta degli arredi.
Ascolto e dialogo continuo con i futuri abitanti
Questo metodo ha richiesto un ascolto attento e un dialogo continuo con i futuri abitanti. La comunicazione è stata alla base di ogni decisione, creando un ambiente di lavoro che tiene conto di tutte le necessità individuali, senza tralasciare i dettagli funzionali ed estetici. Nel contesto di Domea questo approccio segna un punto di svolta poiché offre autonomia agli utenti nel definire il proprio spazio vitale.
Il design inclusivo come rivoluzione nella progettazione degli spazi abitativi
Il modello tradizionale si basava sull’adattamento di ambienti già esistenti o di oggetti pensati per la maggior parte della popolazione, aggiungendo soluzioni accessorie per chi ha bisogni specifici. Questo spesso portava a spazi poco armonici o strumenti complicati da usare. Con Domea, invece, si è messo in atto un cambio di prospettiva: ogni elemento abitativo nasce con la capacità di essere usato da chiunque, senza necessità di modifiche successivi o dispositivi aggiuntivi.
Semplicità d’uso e materiali studiati
Si tratta di oggetti e ambienti flessibili che offrono semplicità d’uso e leggibilità, permettendo l’uso senza difficoltà anche a chi presenta limitazioni motorie o sensoriali. I materiali scelti e i colori adottati facilitano la percezione degli spazi e migliorano l’esperienza quotidiana. Inoltre il progetto mira a comunicare in modo chiaro, evitando barriere invisibili che spesso ostacolano l’autonomia delle persone.
Questa impostazione modifica il modo in cui si pensa all’abitare assistito o protetto, spostando il focus da una dimensione di esclusività a una di inclusione reale. Domea diventa così un esempio concreto di come l’architettura possa migliorare la qualità della vita.
Le implicazioni sociali e pratiche del progetto domea per anziani e disabili
Domea rappresenta un tentativo concreto di mettere al centro la persona nelle sue condizioni e preferenze, andando oltre le soluzioni standardizzate. Questo tipo di progettazione valorizza l’indipendenza e la dignità degli anziani e delle persone con disabilità. Restituire il ruolo di committente significa scommettere sulla capacità e il diritto di ciascuno di scegliere come vivere la propria casa.
Gli spazi così concepiti favoriscono l’inclusione sociale, facilitano la mobilità domestica e riducono i rischi di incidenti. Sono ambienti che migliorano il benessere psico-fisico grazie a elementi che stimolano una migliore qualità del tempo trascorso in casa. Anche gli operatori e familiari trovano un ambiente più facile da gestire, perché costruito sulle specifiche esigenze dei residenti.
Non mancano le sfide sul piano tecnico, soprattutto nella ricerca di soluzioni che possano mantenere semplicità e flessibilità. La speranza è che questo modello possa essere adottato in futuro in altri contesti di edilizia abitativa sociale, proponendo un’alternativa più umana e funzionale ai tradizionali luoghi per l’assistenza.
Un cambiamento tangibile nella vita quotidiana
L’architettura di Domea mostra come l’incontro fra tecnici, utenti e realtà sociali possa portare a risultati concreti, capaci di imprimere un cambiamento tangibile nella vita quotidiana di persone spesso trascurate dalle progettazioni convenzionali.