Il processo per il crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018 e costato la vita a 43 persone, ha visto emergere nuove accuse riguardo alla mancata verifica della stabilità dell’opera. Il pm Walter Cotugno ha sottolineato in aula l’importanza di un controllo approfondito da parte del progettista incaricato del retrofitting, che avrebbe dovuto individuare eventuali criticità e suggerire interventi immediati per salvaguardare chi attraversava il viadotto.
La posizione di garanzia nel controllo della sicurezza delle infrastrutture
Nel corso della requisitoria, il pm Cotugno ha richiamato una sentenza della Cassazione che riguarda un caso apparentemente diverso ma rilevante per capire le responsabilità tecniche. Si tratta di un meccanico romano condannato perché, pur incaricato di riparare i freni di un’auto potenzialmente pericolosa, si limitò a fornire un preventivo senza avvisare l’automobilista dei rischi reali. Quel comportamento omissivo portò a un grave incidente stradale.
Questo episodio serve al pm come esempio chiaro: chi è chiamato a verificare lo stato di sicurezza di qualcosa – in questo caso una struttura complessa come il ponte Morandi – assume automaticamente una “posizione di garanzia”. Significa che deve intervenire con rigore e tempestività quando rileva problemi o anomalie capaci di mettere in pericolo vite umane.
Ruolo specifico e responsabilità tecniche nel progetto dei tiranti esterni
L’accusa si è concentrata soprattutto su Emanuele De Angelis, uno dei 57 imputati nel processo penale sul crollo. De Angelis era direttore tecnico presso Spea ed era responsabile proprio del progetto relativo al retrofitting strutturale previsto sul ponte Morandi.
Il piano prevedeva l’inserimento di tiranti esterni facilmente ispezionabili come misura aggiuntiva rispetto ai tiranti originali annegati nel calcestruzzo durante la costruzione iniziale dell’opera negli anni Settanta. Questi ultimi erano simili a quelli già oggetto d’intervento sulla pila 11 negli anni Novanta ma risultavano difficili da monitorare direttamente.
Secondo l’accusa De Angelis non avrebbe eseguito tutte le verifiche necessarie sulla stabilità complessiva dopo aver introdotto questi rinforzi esterni né suggerito misure urgenti quando sarebbero state opportune.
Contestazioni sulle alterazioni dei dati informatici nei sistemi aspi
Durante l’udienza è stato anche affrontato il tema delicato delle presunte manipolazioni informatiche all’interno dei database gestiti dal concessionario Aspi . Il pubblico ministero ha affermato che ogni dato modificato o falsificato nei sistemi accessibili su più livelli rappresenta un reato penale vero e proprio.
Questa accusa mira a evidenziare possibili tentativi deliberati volti ad occultare informazioni critiche riguardo allo stato reale delle infrastrutture gestite dalla società concessionaria autostradale.
Le difese degli imputati hanno però respinto con forza questa tesi sostenendo invece la correttezza nella gestione documentale digitale e negando qualsiasi alterazione dolosa o illegittima all’interno dei sistemi Aspi.
La vicenda giudiziaria continua ad approfondirsi mentre emergono dettagli sulle responsabilità tecniche legate alla manutenzione preventiva e alle comunicazioni ufficiali sugli interventi effettuati prima della tragedia del 2018.