L’incidente della funivia del mottarone, avvenuto il 23 maggio 2021, ha segnato la vita di molte persone, lasciando un solo sopravvissuto, il bambino di dieci anni eitan. Nei giorni scorsi, si è svolta davanti al tribunale di verbania l’udienza preliminare del procedimento legato alla tragedia, con un colpo di scena che ha eliminato l’accusa più grave, ossia quella di attentato alla sicurezza dei trasporti con disastro. In questo quadro, hagay biran, zio di eitan, ha rilasciato dichiarazioni in cui manifesta la sua volontà di ottenere giustizia per impedire che simili eventi si ripetano.
Le parole di hagay biran dopo l’udienza preliminare
Hagay biran, presente in aula durante l’udienza a verbania, ha ribadito, tramite il suo avvocato, che “l’unico obiettivo della famiglia è raggiungere una giustizia capace di prevenire altre tragedie come quella del mottarone.” L’incidente ha distrutto la sua famiglia: oltre a eitan, sopravvissuto, hagay ha perso il fratello amit e il nipote tom, vittime della sciagura. Le sue parole esprimono un impegno profondo verso una verità giudiziaria, indipendentemente dall’esito processuale che potrà assumere forme diverse.
L’abbattimento dell’accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti con disastro ha scandito una tappa cruciale del procedimento, che non significa fare un passo indietro sull’importanza di far emergere tutte le responsabilità. Le audizioni e gli accertamenti proseguono, con la famiglia sempre attenta e coinvolta, come sottolinea biran. Il desiderio di giustizia resta saldo: una giustizia che possa agire da deterrente, per evitare che altri incidenti analoghi possano verificarsi.
Il contesto processuale dietro l’incidente della funivia
L’incidente del mottarone è stato uno dei più gravi in italia negli ultimi anni nel campo del trasporto su funivia. Il cavo che sosteneva la cabina si è spezzato, provocando la caduta della cabina e la morte di sette persone su otto. L’unico sopravvissuto è stato il piccolo eitan, che da allora ha vissuto sotto la luce intensa dell’attenzione mediatica e giudiziaria.
L’udienza preliminare di verbania si era conclusa con la caduta dell’accusa più grave per gli imputati. Questa decisione non chiude il caso, ma riporta il procedimento in una nuova fase, dove si dovranno chiarire aspetti tecnici e responsabilità precise riguardo alla manutenzione della funivia e alla gestione da parte delle società coinvolte. L’incidente ha anche sollevato questioni sulla sicurezza nei trasporti italiani, portando ad accertamenti più approfonditi in strutture analoghe.
L’impatto sui familiari e il futuro di eitan
Il dramma vissuto da eitan e dai suoi familiari va oltre la cronaca giudiziaria. La perdita imponente ha segnato una ferita profonda. Hagay biran si esprime con lucidità, ponendo al centro l’attenzione sulla necessità di una risposta da parte dello stato e delle istituzioni preposte. Il piccolo eitan, oggi dieci anni, rappresenta un punto di riferimento per la vicenda, sopravvissuto che ha visto scomparire persone care e che dovrà affrontare le conseguenze di quanto avvenuto.
La famiglia chiede che la giustizia non resti una mera formalità ma diventi uno strumento di precauzione, affinché nessun altro bambino o famiglia debba subire un dolore simile. Ciò implica un lavoro attento sulle misure di sicurezza e un monitoraggio più stretto delle infrastrutture pubbliche. Il caso continua a mobilitare l’attenzione anche a livello nazionale, soprattutto in vista dei prossimi sviluppi processuali.
