Home Il pm di milano chiede condanne per fratello di luca lucci e altri tre nell’inchiesta sulle curve di san siro

Il pm di milano chiede condanne per fratello di luca lucci e altri tre nell’inchiesta sulle curve di san siro

L’inchiesta della procura di Milano sulle curve di San Siro coinvolge figure ultras, con richieste di pena per Francesco Lucci e altri imputati, evidenziando la violenza e le dinamiche illecite nel calcio.

Il_pm_di_milano_chiede_condann

La procura di Milano chiede pene severe per quattro imputati coinvolti in un'inchiesta sulle violenze e le attività illecite nelle curve di San Siro, con un processo che punta a contrastare la criminalità nel mondo ultras. - Unita.tv

L’inchiesta giudiziaria della procura di milano sulle curve di San Siro continua a muovere passi importanti. Nel processo che coinvolge figure legate al mondo ultras e alla sicurezza dei grandi eventi sportivi, il pm Paolo Storari ha formulato richieste di pena per quattro imputati, tutti finiti sotto accusa per fatti legati a questa indagine complessa. La vicenda riguarda gruppi organizzati nei settori delle tifoserie più calde del calcio milanese, con episodi che hanno portato a indagini approfondite a partire dal 2023.

Le richieste di pena del pm nel processo sulle curve di San Siro

Durante l’udienza più recente tenutasi a milano, il pubblico ministero Paolo Storari ha chiesto una condanna pesante per alcuni degli imputati. In particolare, ha proposto una pena di 6 anni e 10 mesi per Francesco Lucci, noto anche per essere il fratello di Luca Lucci, ex capo ultrà del Milan. Per Christian Rosiello e Riccardo Bonissi, entrambi con ruoli meno noti rispetto a Lucci, la richiesta è invece di 4 anni e 10 mesi. Rosiello in passato ha lavorato come bodyguard di Fedez, dettaglio che ha attirato l’attenzione mediatica.

L’accusa proposta dal pm riguarda una serie di attività giudicate illecite all’interno delle curve di San Siro, dove si sono verificati episodi di violenza e altre contestazioni legate al controllo sui gruppi ultrà. Le richieste sono avanzate nel contesto di un processo che si svolge con il rito abbreviato, scelta processuale che prevede tempi più rapidi e la possibilità di uno sconto di pena. Questo iter si applica agli imputati difesi dall’avvocato Jacopo Cappetta, che li segue in questo procedimento.

Dettagli sulle richieste di pena

Il pm ha insistito sulla gravità dei fatti e sul ruolo di primo piano occupato da Francesco Lucci nell’organizzazione e nella gestione delle dinamiche contestate. Per gli altri imputati, sebbene con ruoli minori, le sanzioni richieste riflettono comunque la considerazione di una partecipazione attiva a reati gravi all’interno degli ambienti ultras.

Il contesto dell’inchiesta sulle tifoserie e le tensioni a San Siro

L’inchiesta della procura di milano ha preso avvio dopo vari episodi violenti registrati nell’ambiente delle tifoserie di milano, soprattutto nelle curve di San Siro. Questi settori degli stadi sono stati per anni teatro di scontri tra gruppi rivali, ma anche di lotte interne per il controllo delle attività legate al merchandising, alle vendite illecite e al potere sulle tifoserie. La maxi inchiesta punta proprio a far luce su questi intrecci e sul modo in cui certe figure svolgevano ruoli chiave nel sistema delle curve.

Il coinvolgimento di Francesco Lucci si lega alla sua vicinanza a Luca Lucci, noto leader degli ultrà del Milan, da più anni al centro di indagini e processi per la gestione delle dinamiche interne ai gruppi. L’arrivo della magistratura ha portato alla luce una rete di relazioni complicata, con accuse che spaziano dall’organizzazione di scontri a vere e proprie estorsioni. La procura ha raccolto testimonianze, intercettazioni, oltre a materiale probatorio che mostra come certe condotte fossero radicate.

Scontri e gestione delle tifoserie

Le tensioni nella curva non sono solo frutto di rivalità sportive, ma anche di lotte interne per il predominio e il controllo economico derivante dalle attività illecite. Questo aspetto ha reso necessaria un’indagine approfondita capace di individuare i responsabili e le modalità operative.

Ruolo degli imputati secondari e le strategie difensive

Christian Rosiello e Riccardo Bonissi rappresentano figure di supporto nel contesto dell’inchiesta, ma con specifici ruoli che hanno attirato l’attenzione degli inquirenti. Rosiello, ex bodyguard di Fedez, è finito sotto accusa per le sue presunte infiltrazioni e partecipazioni a certi episodi legati ai gruppi ultras. Bonissi, meno noto al grande pubblico, risulta comunque inserito nella rete investigata, con contestazioni precise che gli vengono attribuite nel corso del processo.

L’avvocato Jacopo Cappetta segue la difesa di tutti e tre gli imputati. La strategia difensiva si basa sulla contestazione della portata delle accuse e sulla richiesta di una valutazione attenta delle prove. Con il rito abbreviato, gli imputati sperano di ottenere un giudizio più rapido e una riduzione delle potenziali pene, ma la pubblica accusa ha avanzato richieste rigorose che affidano la decisione finale al giudice.

La difesa degli imputati

L’avvocato sottolinea come alcune delle accuse si basino su elementi non univoci e che la rapidità del rito abbreviato possa aiutare a ottenere una sentenza giusta in tempi contenuti, “pur rispettando la serietà dei fatti contestati”.

Le ricadute per il mondo del calcio e la sicurezza degli stadi di milano

Questa vicenda processuale si inserisce nel quadro più ampio della lotta contro la violenza negli stadi e del tentativo di garantire sicurezza nelle partite di calcio milanesi. Gli episodi che hanno portato a questa inchiesta sollevano una questione che ormai coinvolge tutta l’Italia, con scontri tra tifoserie, infiltrazioni criminali e difficoltà nel gestire i flussi di persone negli impianti.

Le richieste di condanna formulate dal pm Paolo Storari evidenziano la volontà del sistema giudiziario di intervenire con fermezza. Le sentenze che usciranno da questo processo potrebbero creare un precedente significativo per come verrà affrontata la gestione delle curve e la repressione di comportamenti violenti legati al mondo ultras. San Siro resta un simbolo del calcio italiano, ma con questo processo si tenta di gettare luce sulle ombre che da anni lo accompagnano durante le partite.

Un processo simbolico

Il processo alle curve di San Siro appare come un punto di svolta, chiamando in causa la responsabilità collettiva e individuale in un contesto di forte passione sportiva ma anche di crescente tensione e illegalità.