Home Il piano stadio roma a pietralata tra polemiche sul bosco, piano regolatore e tutela dei cinema

Il piano stadio roma a pietralata tra polemiche sul bosco, piano regolatore e tutela dei cinema

Il progetto dello stadio della Roma a Pietralata avanza tra contestazioni locali e tensioni politiche, mentre il Campidoglio si impegna a rispettare le normative urbanistiche e ambientali.

Il_piano_stadio_roma_a_pietral

Il progetto dello stadio della Roma a Pietralata procede tra contestazioni ambientali, tensioni politiche e il rispetto delle normative urbanistiche, mentre il Campidoglio lavora anche su piano regolatore e tutela dei cinema storici. - Unita.tv

L’iter per la costruzione dello stadio della Roma a Pietralata sta avanzando tra contestazioni e discussioni sul territorio romano. L’assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Maurizio Veloccia, ha ribadito l’impegno del Campidoglio nel portare avanti il progetto, nonostante le opposizioni di comitati locali e alcune tensioni politiche interne. Nel frattempo si confrontano questioni sul piano regolatore, la tutela del verde urbano e le normative per il recupero dei cinema storici chiusi da tempo.

Il dibattito sul bosco a pietralata e i sondaggi archeologici

A Roma, nella zona di Pietralata, si sta svolgendo un acceso confronto riguardo a una porzione di terreno dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma. Il nodo centrale riguarda la presunta esistenza di un “bosco” in quell’area, contestato da diversi comitati locali che hanno denunciato il taglio di alberi nell’ambito dei lavori preliminari. Secondo Maurizio Veloccia, però, si tratta di un’interpretazione errata. I sondaggi sono limitati alle cosiddette aree bianche, cioè porzioni senza vegetazione di tipo boschivo, e quindi non si procederebbe a interventi in zone protette.

L’assessore ha spiegato che nessun vincolo paesaggistico riguarda quell’area e che tutte le fasi sono gestite secondo le norme vigenti. La conferenza dei servizi, che deve esprimersi sui vari aspetti, ha rispettato i tempi normativi di trenta giorni senza ritardi. Le indagini archeologiche sono appena iniziate, insieme a quelle riguardanti la vegetazione, con la presenza di un agronomo indicato dal dipartimento Ambiente. I ricorsi e gli esposti presentati dai comitati sono tuttora al vaglio delle autorità competenti, ma il Campidoglio rivendica trasparenza nei passaggi amministrativi.

Questo clima di tensione sul bosco evidenzia quanto il tema ambientale si intrecci alle opere infrastrutturali. Proprio la presenza di aree verdi o potenziali vincoli paesaggistici ha rallentato altri interventi cittadini, e sarà importante seguire passo passo come si svilupperanno le verifiche in sito.

Tempi e incognite sul progetto definitivo dello stadio

Il futuro dello stadio della Roma dipende anche dall’arrivo del progetto definitivo, atteso da maggio 2023. L’assessore Veloccia ha confermato la volontà di proseguire con il piano e si è mostrato fiducioso nel superamento delle difficoltà. Ha rimarcato che le questioni finora sollevate, tra cui la gestione delle aree e l’accessibilità al cantiere, sono state risolte. Secondo l’assessore, una quarantina di oppositori non potrà condizionare in modo rilevante la valutazione strategica della società sportiva.

Non è stata ancora indicata una data precisa per l’avvio dei cantieri. Prima di poter posare la prima pietra, c’è bisogno di completare i sondaggi archeologici e di ottenere l’approvazione definitiva del progetto da parte delle autorità competenti. Intanto, nell’area interessata, non si muove solo il calcio: è attivo un dibattito anche sul possibile trasferimento del centro direzionale di Ferrovie dello Stato, con una proposta che riduce notevolmente le cubature rispetto a quanto previsto inizialmente.

Veloccia ha sottolineato come sarebbe utile integrare queste due iniziative per favorire una nuova tessitura urbana capace di dare slancio e nuova funzione a un quartiere periferico. Nonostante le critiche arrivate anche dalla stessa maggioranza, l’amministrazione conferma la volontà di andare avanti su entrambi i fronti: lo stadio e il nuovo impianto termovalorizzatore, progetto quest’ultimo anch’esso molto discusso.

Le tensioni interne alla maggioranza su stadio e termovalorizzatore

Anche tra i partiti che sostengono l’amministrazione capitolina emergono voci critiche sul progetto dello stadio e sul termovalorizzatore. M5s, ad esempio, pur ipotizzando un appoggio alla ricandidatura del sindaco Gualtieri, ha espresso osservazioni sulle opere in questione. Veloccia ha commentato che portare avanti i programmi non significa chiudersi alle critiche.

Ha ricordato la necessità di rispondere a richieste specifiche, come quelle arrivate da Avs sulla crisi abitativa a Bastogi, che ha avuto rilievo politico. Secondo l’assessore, lo scontro politico va superato per concentrarsi sui problemi reali della città, soprattutto mettendo sul tavolo temi condivisi come la tutela del mare. Gli atteggiamenti autoritari nelle scelte pubbliche non sono graditi, e il confronto deve restare aperto.

L’atteggiamento dell’assessore lascia intendere una maggioranza pronta a gestire i dissensi interni, anche se la tensione sul termovalorizzatore – opera da anni al centro di polemiche per l’impatto ambientale – resta un punto delicato.

Il piano regolatore e il contenimento dello sviluppo urbano

Parallelamente alla questione stadio, il Campidoglio sta finalizzando l’adozione delle norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale. Questo aggiornamento del piano regolatore arriva dopo anni di attesa e promette di mettere un freno all’espansione senza controllo della città, soprattutto in direzione agro romano.

Veloccia ha commentato che chi vede in queste norme una “colata di cemento” si basa su un approccio ideologico e non su dati concreti. Le nuove regole non prevedono aumenti delle cubature e puntano invece a recuperare e riutilizzare l’esistente. L’attenzione è rivolta soprattutto all’edilizia popolare, che dovrà essere sviluppata dentro aree già urbanizzate piuttosto che cancellare la campagna per fare nuovi quartieri.

Per quel che riguarda il “social housing”, verranno sfruttate aree pubbliche edificabili e strutture abbandonate da riadattare a nuovo uso abitativo. In centro storico è stato previsto che ogni cambio di destinazione d’uso imponga una quota minima del 20% riservata a housing sociale. Il piano coordinato cerca quindi di coniugare rigore urbanistico e nuove forme di casa a prezzi accessibili, senza misure speculative.

La Soprintendenza dello stato, invece, ha sollevato alcune criticità e richieste di coinvolgimento che ora vengono esaminate. Veloccia conferma che sul tavolo ci sono oltre 800 osservazioni dei cittadini e che si sta cercando una soluzione condivisa prima del voto finale in Assemblea.

La tutela dei cinema storici nel nuovo quadro normativo comunale

Un tema culturale di recente rilievo è quello relativo ai cinema storici chiusi negli ultimi decenni. La Corte costituzionale ha chiarito che i comuni hanno la responsabilità di fissare i limiti per la trasformazione degli spazi teatrali e cinematografici in altro uso. Roma intende mantenere il tetto del 70% degli spazi a destinazione culturale.

Al contempo, l’assessorato punta a permettere che, in casi motivati, possano essere inserite funzioni accessorie come librerie, biblioteche o scuole di musica. Le riconversioni totali di cinema in altre destinazioni non saranno la regola, ma un’eccezione controllata. Ogni progetto dovrà passare al vaglio del comune, che valuterà sia l’interesse pubblico che il contesto territoriale.

Questo sistema vuole salvaguardare la memoria culturale delle sale storiche e garantire che non vengano disperse funzioni utili al quartiere o a interi distretti urbani, favorendo usi compatibili con la funzione sociale e culturale originaria. Di fatto si costruisce una rete di controlli per evitare abusi o deviazioni senza criterio che compromettano la qualità della vita.

Le disposizioni rappresentano una svolta nel riconoscere ai comuni un ruolo diretto nella gestione dello spazio culturale urbano, tramite regole chiare e interventi calibrati sulle esigenze delle comunità locali.