Il governo ha deciso di aumentare il numero di persone che devono partecipare al programma Gol in Lombardia, per non perdere fondi importanti provenienti dal Pnrr. Ciò ha coinvolto non solo disoccupati ma anche studenti e insegnanti precari, scatenando diverse reazioni. Le tensioni nascono soprattutto per l’impegno che spetta ora agli uffici Afol, che dovranno gestire migliaia di nuovi partecipanti entro tempi stretti.
La spinta del governo e gli obiettivi del programma gol
Il piano Gol nasce con l’obiettivo di aiutare i lavoratori a migliorare le proprie competenze e a trovare un impiego, usando i fondi del Pnrr. Di recente, il governo ha aumentato la quota di lombardi da coinvolgere, aggiungendo 26 mila persone da reclutare e più di 10 mila da formare specificamente su competenze digitali. Questo significa che gli uffici regionali devono organizzare corsi e attività per una platea più grande, entro scadenze precise, per evitare di perdere queste risorse.
Per raggiungere i nuovi obiettivi, la Regione Lombardia ha ampliato la partecipazione al programma inserendo anche gli studenti del secondo e terzo anno dei corsi di istruzione e formazione professionale. Non solo: anche gli insegnanti precari con incarico annuale che chiedono Naspi durante l’estate sono stati coinvolti. Queste scelte puntano a usare i fondi in modo completo, anche se generano difficoltà pratiche.
Le difficoltà degli uffici afol e le preoccupazioni per i disoccupati
L’aumento improvviso degli iscritti a Gol ha fatto suonare un campanello d’allarme negli uffici di Afol, che si occupano di formazione, orientamento e lavoro. Gestire migliaia di nuove adesioni in breve tempo, soprattutto nel pieno dell’estate, rischia di mettere sotto pressione gli operatori. Il problema è che questa mole crescente di studenti e insegnanti potrebbe distogliere risorse e tempo da chi ha bisogno più urgente: i disoccupati senza prospettive, con poche competenze e in condizioni di fragilità economica.
Gli uffici temono di non riuscire a dare tutta l’attenzione necessaria a questi gruppi più vulnerabili. Paradossalmente, chi frequenta ancora la scuola o ha un incarico come docente potrebbe essere meno bisognoso di corso formativo urgente e trovare comunque una sistemazione lavorativa in tempi brevi. Il rischio è lasciare indietro chi aspetta davvero quel tipo di supporto.
Il gruppo pd critica la regione: corsi inutili e gestione caotica
Il Pd in consiglio regionale lombardo non ha risparmiato critiche alle scelte adottate. Simone Negri, consigliere dem, ha denunciato come la Regione stia facendo partecipare insegnanti e studenti a corsi che non avrebbero senso per loro, solo per non perdere i soldi del Pnrr. Tra loro ci sono 31 mila insegnanti precari, di cui 11 mila solo nell’area metropolitana di Milano, e 21 mila studenti, con quasi 8 mila nel solo Milanese.
Il problema maggiore riguarda l’organizzazione estiva dei Centri per l’impiego, che si troverebbero a dover gestire un afflusso enorme di persone sotto il sole, con edifici inadatti e code interminabili dietro le transenne. Secondo il Pd, questo complicherà l’accesso ai servizi per chi ha un reale bisogno di sostegno e formazione, aggravando la situazione di chi è già in difficoltà economica e sociale.
La risposta dell’assessore tironi: un’opportunità per fragili e docenti
Simona Tironi, assessore regionale all’Istruzione, formazione e lavoro, si è difesa durante il Consiglio Regionale. Ha parlato di un’“opportunità importante” per giovani in situazioni di fragilità, che grazie ai corsi possono acquisire competenze utili per evitare l’abbandono scolastico o l’isolamento dal mercato del lavoro. Tironi ha spiegato che così si usa in modo efficiente il budget del Pnrr, che scade a breve.
Riguardo agli insegnanti precari, l’assessore ha definito la formazione “una misura sperimentale” che serve a valorizzare quei docenti temporanei che durante i mesi estivi si trovano disoccupati e richiedono la Naspi. L’idea è supportare la loro crescita professionale, non solo tagliare costi o rispettare scadenze.
Per gestire questa “ondata” di nuovi partecipanti, è in arrivo una circolare regionale che darà indicazioni precise agli uffici di Afol su come muoversi da adesso in poi. Gli operatori dovranno mettere mano a nuovi piani organizzativi per non perdere i fondi e rendere davvero utile questa iniziativa, anche se la strada non sembra facile.