
Gianpietro Ghidini racconta la tragica perdita del figlio Emanuele, morto a 16 anni dopo aver assunto LSD, trasformando il dolore in un impegno di prevenzione e dialogo contro l'uso di droghe tra i giovani attraverso la fondazione Ema Pesciolinorosso. - Unita.tv
Da oltre un decennio, gianpietro ghidini porta in giro per l’italia la storia del figlio emanuele, morto a 16 anni dopo aver assunto una pasticca di lsd. Il suo impegno si concentra su incontri con ragazzi e famiglie, dove invita a non cedere alla pressione di sperimentare sostanze e a mantenere il controllo della propria mente. La sua testimonianza nasce da una tragedia, ma si trasforma in uno strumento di prevenzione e dialogo, con l’obiettivo di evitare che altri giovani finiscano nella stessa situazione.
La tragedia di emanuele e l’inizio di un impegno civile
Il 24 novembre 2013, a gavardo nel bresciano, emanuele ghidini si tolse la vita dopo aver ingerito una pasticca di lsd. Era un ragazzo di 16 anni che quella sera era a una festa con amici più grandi, in un periodo complicato per la famiglia. Il padre ricorda come il ragazzo avesse iniziato a frequentare un gruppo trasgressivo e come la scelta di provare la droga fosse stata dettata da una fase di vulnerabilità emotiva. La sostanza sintetica ha scatenato una crisi psicologica che lo ha spinto a gettarsi da un ponte, annegando nelle acque fredde del fiume chiese, nello stesso posto dove anni prima aveva liberato un pesce rosso insieme al padre. Questa coincidenza ha segnato profondamente la famiglia, rappresentando uno spartiacque tra dolore e la volontà di reagire.
La fondazione ema pesciolinorosso e l’attività di prevenzione
Pochi giorni dopo la tragedia, gianpietro ghidini sognò di riuscire a salvare il figlio dall’acqua, un segno che lo spinse a non rassegnarsi. Nel 2014 nacque la fondazione ema pesciolinorosso, dedicata alla memoria di emanuele e alla prevenzione del consumo di sostanze tra i giovani. Attraverso incontri nelle scuole, oratori, teatri e persino spiagge italiane, la fondazione porta avanti un lavoro di informazione diretto e senza filtri. L’obiettivo è rivolgersi sia ai ragazzi che ai genitori, per far capire che dire “no” è possibile ed è importante. Gianpietro sottolinea la necessità di ascoltare i giovani con serietà e senza giudizi, creando un clima di fiducia che permetta di parlare apertamente dei rischi legati alle droghe.
L’importanza del dialogo tra genitori e figli nella prevenzione
Nel corso degli anni, gianpietro ha incontrato migliaia di persone, ripetendo sempre lo stesso messaggio: “il controllo della mente è l’unica strada per evitare tragedie come quella che ha segnato la sua famiglia”. Ai genitori chiede di mettersi in ascolto dei figli, di trasmettere serenità e sicurezza senza imporre regole rigide ma incomprensibili. Spesso i ragazzi accettano sostanze per curiosità o per conformarsi a un gruppo e sapere di poter dire “no” senza perdere rispetto è un’arma potente. L’esperienza della fondazione dimostra che aprire un dialogo onesto riduce rischi e paure, facendo capire che le scelte vanno fatte in autonomia e consapevolezza, non per costrizione o emulazione.
Testimonianze e incontri per tenere alta la guardia contro i pericoli della droga
L’evento lasciami volare, svoltosi nell’aula magna del comprensivo fermi di san giuliano, è solo una delle tappe che il padre di emanuele continua a seguire da anni. Ogni incontro racconta la storia del figlio e l’esperienza di una famiglia spezzata, in una prospettiva che non si ferma al dolore ma suggerisce una crescita possibile. Gli appuntamenti coinvolgono giovani e adulti, mettendo a confronto realtà diverse ma con un unico scopo: impedire che il consumo di droghe provochi danni irreparabili. L’approccio diretto, fatto di racconti semplici e toccanti, rende concreto un tema spesso affrontato con superficialità, dando voce a chi ha vissuto in prima persona l’impatto devastante della sostanza sulle vite.
In questa lunga battaglia, gianpietro ghidini si muove senza soste, con la determinazione di chi vuole trasformare una perdita intollerabile in un monito vivo, destinato soprattutto a chi ha l’età per scegliere.