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Il museo di fotografia contemporanea esplora l’intelligenza artificiale per una mostra innovativa sull’umano

Al museo di fotografia contemporanea di Milano, la mostra “Animati” esplora il dialogo tra intelligenza artificiale e arte attraverso un archivio fotografico, ridefinendo il ruolo del curatore nell’era digitale.

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Al Museo di Fotografia Contemporanea di Milano, la mostra "Animati" utilizza l’intelligenza artificiale per esplorare e selezionare immagini dall’archivio, offrendo una riflessione sul rapporto tra umanità e tecnologia attraverso un’esperienza curatoriale innovativa. - Unita.tv

Al museo di fotografia contemporanea di Milano prende forma un progetto inedito in Italia: l’archivio fotografico pubblico viene scandagliato attraverso strumenti di computer vision. La mostra “Animati. God, Human, Animal. Machine”, curata da Chiara Bardelli Nonino, coinvolge intelligenza artificiale e archivio, dando vita a una forma di curatela fondata su un dialogo diretto tra tecnologia e immagini. L’analisi dell’archivio del Mufoco si concentra su temi universali e radicali, offrendo uno sguardo sul senso dell’umano in un’epoca con l’intelligenza artificiale protagonista.

Un metodo nuovo per interrogare l’archivio del mufoco con l’intelligenza artificiale

Per la prima volta in Italia una rete neurale viene impiegata per esplorare un archivio fotografico pubblico con finalità curatoriale. Il progetto usa Clip, un algoritmo sviluppato da OpenAI capace di associare immagini a parole chiave complesse. Il sistema ha scandagliato il patrimonio di fotografie del museo di fotografia contemporanea di Milano partendo da temi profondi: coscienza, anima, morte, nascita, conflitto, famiglia. Queste parole hanno guidato la rete neurale nel selezionare una serie di scatti caratterizzati da un forte contenuto iconografico e simbolico.

Il cuore tecnologico sta in un motore di ricerca locale progettato appositamente per il progetto e integrato nel percorso espositivo. L’algoritmo riceve input testuali fondamentali che interrogano il concetto di umanità nell’epoca in cui le macchine imparano a “vedere”. Questa sperimentazione apre nuove strade nell’impiego dell’intelligenza artificiale come strumento attivo nella selezione e interpretazione di opere d’arte, spostando il ruolo del curatore anche in ambito digitale.

La mostra animati tra autori, temi e modalità espositive

La mostra presenta 137 immagini di 77 autori italiani e internazionali, selezionate dalla rete neurale e messe in relazione sotto la guida curatoriale di Chiara Bardelli Nonino con i contributi di Emanuele Amighetti e Giacomo Mercuriali. Tra i protagonisti figurano nomi di rilievo come Gabriele Basilico, Lisetta Carmi, i fratelli Mimmo e Francesco Jodice, Günter Brus e Bernard Plossu. Le fotografie coprono un ampio arco temporale e si caratterizzano per la varietà tematica.

Una scelta particolare ha riguardato l’allestimento: nessuna fotografia è accompagnata dall’indicazione della parola chiave assegnata dall’intelligenza artificiale. Lo spettatore è invitato a lasciarsi guidare solo dalle immagini e a costruire liberamente ponti di senso tra di esse. Questo approccio stimola un’esperienza immersiva e personale, più che didattica o univoca. Le immagini dialogano sul tema dell’essere umano e del rapporto con la tecnologia senza didascalie categorizzanti.

Intelligenza artificiale e ruolo del curatore nel nuovo scenario culturale

Questa esposizione propone una forma di curatela “aumentata” in cui l’intelligenza artificiale diventa strumento attivo nel processo di selezione e interpretazione delle opere. L’algoritmo non sostituisce il lavoro umano ma lo integra, fornendo prospettive e connessioni inattese. Al museo di fotografia contemporanea di Milano si assiste a un esperimento che ridefinisce il confine tra tecnologia e interpretazione culturale. L’interrogazione continua su cosa significhi essere umani nell’era delle macchine che si avvicinano alla visione si riflette nelle scelte espositive.

I curatori puntano a mettere in luce come l’AI possa dialogare con ambiti creativi e umanistici, senza ridursi a un mero strumento tecnico. L’esperimento assume un ruolo culturale e riflessivo nel panorama italiano, aprendo il museo a possibilità che vanno oltre la semplice conservazione o esposizione. Sul piano pratico, la collaborazione tra umani e macchine nelle scelte curatoriali fa emergere nuovi modi di intendere l’archivio e la memoria visiva.

La mostra si inaugura alle 17.30 al museo di fotografia contemporanea, confermando Milano come centro di sperimentazioni che attraversano arte e tecnologia. Gli interrogativi lanciati da “Animati” rimangono aperti, invitando il pubblico a interrogarsi sulla presenza delle intelligenze artificiali nella produzione e interpretazione artistica.