Il ministro ciriani commenta la crisi in friuli venezia giulia: parole e prospettive dopo il confronto
Il ministro Luca Ciriani analizza la crisi politica in Friuli Venezia Giulia, sottolineando l’importanza del dialogo e della responsabilità collettiva per una gestione efficace della sanità e delle alleanze.

Il ministro Luca Ciriani commenta la crisi politica in Friuli Venezia Giulia, sottolineando la necessità di unità nella coalizione, il dialogo nella gestione della sanità e l'attesa delle decisioni della Corte costituzionale sui limiti ai mandati. - Unita.tv
Il ministro Luca Ciriani ha parlato con il Messaggero Veneto dopo la recente crisi politica in Friuli Venezia Giulia. La sua valutazione si concentra sulla chiusura della crisi, la gestione della sanità regionale e il futuro politico della coalizione, offrendo uno sguardo chiaro e diretto senza alimentare ulteriori polemiche.
La gestione del coordinamento di fratelli d’italia e i rapporti con il presidente fedriga
Ciriani ha confermato che, nel recente vertice di maggioranza, il coordinamento regionale di Fratelli d’Italia ha richiesto che il presidente del Friuli Venezia Giulia prenda in mano la guida della fase successiva, garantendo uno sviluppo unitario e coerente. Secondo Ciriani, toccherà al presidente assicurare che tutti i membri della coalizione siano allineati, informati allo stesso modo, e responsabili nello stesso grado. Se questo avverrà, ha detto, la coalizione ne uscirà rafforzata.
Ha dichiarato di non avere ambizioni di assumere la delega sulla sanità regionale. Ciriani spera che la situazione possa tornare a un clima di collaborazione con il presidente Massimiliano Fedriga, come era stato in passato. Anche se non ha ancora parlato direttamente con Fedriga dopo la crisi, ha avuto contatti con Giorgia Meloni prima e dopo un incontro a Roma, ma non ha voluto entrare nei dettagli. Questa prudenza mostra un atteggiamento moderato e orientato a non riaccendere conflitti all’interno del centrodestra.
Leggi anche:
Le tensioni nel trentino alto adige e la questione del terzo mandato
Ciriani ha confermato le sue critiche sul tema del terzo mandato, sollevate nei giorni recenti anche a Trento. Ha citato direttamente il caso di Maurizio Fugatti, presidente della provincia autonoma di Trento, che ha rimosso la vicepresidente di Fratelli d’Italia, Erika Stefani. Secondo Ciriani quel gesto ha rappresentato una rottura del patto elettorale che prevedeva la collaborazione nel ticket con la stessa Stefani. Ha definito la rimozione una ripicca legata alla decisione di impugnare la legge sul terzo mandato, accusandola di tradire un accordo politico importante.
Il ministro insiste sul fatto che il ricorso presentato farà chiarezza e condurrà a decisioni condivise. Ciriani ribadisce l’orientamento di Fratelli d’Italia per un limite ai mandati, una posizione che riguarda non solo il Trentino ma anche il Friuli Venezia Giulia. Ha evidenziato l’attesa di una sentenza della Corte costituzionale che per il Fvg potrà richiedere mesi. Solo allora si potranno prendere decisioni con tranquillità e in ordine, senza pressioni di tempi corti.
Il rientro dalla crisi e il ruolo della condivisione politica
Ciriani definisce la crisi “una situazione che non voleva“, sottolineando come il suo ritorno in campo sia legato alla speranza che tutto possa chiarirsi in modo definitivo. Ha spiegato di essere poco propenso alle dichiarazioni pubbliche e alle polemiche, ma ha ritenuto necessario intervenire viste le tensioni sorte nei mesi precedenti. Ha ribadito con fermezza il contenuto delle sue osservazioni senza però alimentare ulteriori discussioni, invitando a una nuova fase politica basata sulla condivisione delle scelte. Per lui la corresponsabilità deve essere sentita da tutti gli attori coinvolti, senza esclusioni.
Questa attenzione verso il dialogo è legata soprattutto alla gestione di temi caldi come la sanità, che Ciriani definisce la parte più complessa da amministrare. Spiega che senza un adeguato dialogo con gli enti locali e il territorio, anche le riforme più importanti rischiano di fallire. Ha rimarcato l’esigenza di spiegare prima le decisioni e convincere tutte le parti interessate, in modo che vi sia un accordo e una collaborazione reale, anche su argomenti delicati come la riforma oncologica o la chiusura di punti nascita. L’appello alla comunicazione preventiva evidenzia una volontà di evitare scelte calate dall’alto senza confronto.
Il futuro politico tra friuli venezia giulia e veneto
Sul fronte regionale, Ciriani ha ricordato come in Veneto, tema anch’esso incandescente, la Consulta si sia già espressa in modo netto sul limite ai mandati. Ha sottolineato che anche il Parlamento ha confermato quella posizione più volte. Il nodo della candidatura in Veneto resta aperto, ma secondo Ciriani si troverà un nome condiviso fra i partiti della coalizione. Nel caso Fratelli d’Italia dovesse avanzare una proposta, il ministro ha indicato Raffaele Speranzon come possibile bravo candidato, pur citando anche altre figure.
Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, Ciriani ha escluso qualsiasi interesse personale a candidarsi. Ha ricordato di essere soddisfatto del suo ruolo attuale di ministro e che non pensa ad altro. Il riferimento è chiaro: non intende mettere il piede nella competizione locale in questa fase. Questo dettaglio descrive un quadro in cui Ciriani mantiene un ruolo nazionale, lasciando ai colleghi regionali la gestione dei dossier e delle scelte future.
L’intervista riassume uno scenario politico orientato a mettere una pausa alle tensioni, sottolineando la necessità di dialogo, di responsabilità collettiva e di attesa per le sentenze della Corte costituzionale. Il ministro Ciriani si propone come un interlocutore che vuole ridurre i conflitti e favorire una gestione prudente delle riforme e delle alleanze.