Il ministero dell’interno ha deciso di presentare un ricorso al Consiglio di Stato dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha cancellato una circolare dello stesso ministero riguardante il self check-in nelle locazioni brevi. La circolare imponeva l’obbligo di riconoscimento diretto degli ospiti presso le abitazioni in affitto per periodi limitati, una misura che ora rischia di restare sospesa dopo la decisione del tribunale. Fonti interne al Viminale hanno confermato questa scelta.
La circolare del ministero dell’interno e l’obbligo di riconoscimento degli ospiti
La circolare pubblicata dal ministero dell’interno aveva introdotto regole specifiche per chi affitta abitazioni per brevi periodi, quei contratti che spesso riguardano piattaforme digitali di prenotazione. In particolare, chiedeva agli host di verificare di persona l’identità degli ospiti, un passaggio che avrebbe dovuto prevenire episodi di falsificazione o utilizzo illecito di dati personali. Questa disposizione mirava a garantire un maggior controllo da parte delle forze dell’ordine sui flussi turistici e sugli alloggi temporanei.
Proteste e difficoltà applicative del self check-in
Tuttavia, la misura ha scatenato proteste da parte degli operatori del settore, che l’hanno giudicata troppo rigida e difficilmente applicabile, considerando la natura stessa del self check-in, ormai diffuso come metodo pratico e veloce. La circolare puntava a limitare possibili rischi per la sicurezza ma aveva sollevato dubbi sull’effettiva e concreta possibilità di svolgere il riconoscimento visivo in modo sistematico, soprattutto nelle grandi città con un alto numero di affitti brevi.
Il pronunciamento del tar del lazio e le motivazioni dell’annullamento
Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha sospeso la circolare, ritenendo che l’obbligo imposto dal ministero potesse risultare eccessivamente gravoso e non pienamente giustificato sul piano giuridico. La decisione del Tar si basa sulla valutazione dei diritti degli ospiti e dei locatori, compromessi secondo il tribunale da una disposizione che interferisce con la libertà contrattuale e crea un peso amministrativo pesante.
Flessibilità e sistemi alternativi di identificazione
Il Tar ha sottolineato come il sistema del self check-in preveda modalità alternative di identificazione degli ospiti, anche senza la presenza diretta del proprietario o del gestore al momento dell’arrivo. Questa flessibilità deve essere rispettata, ha spiegato il tribunale, anche per non limitare l’accesso a un modello di locazione oggi molto diffuso e apprezzato da una vasta platea di utenti.
La mobilitazione del ministero dell’interno e le prossime mosse giudiziarie
Dopo la sentenza del Tar, il ministero dell’interno ha deciso di reagire a tutela della circolare e del suo contenuto, annunciando un ricorso al Consiglio di Stato. Lo scopo è ottenere l’annullamento della decisione del Tar e il ripristino dell’obbligo di riconoscimento de visu previsto nel testo originario. Il Viminale punta a ribadire la necessità di controlli più stretti sui contratti di locazione breve per garantire la sicurezza pubblica.
La mossa interessa non solo il territorio del Lazio ma tutto il paese, visto che la circolare aveva un’applicazione nazionale. Il procedimento si annuncia complesso e potrà richiedere diversi mesi prima di una pronuncia definitiva. Il ministero si prepara a difendere la posizione con argomentazioni legali che valorizzino il ruolo della prevenzione e della sicurezza nel contesto delle locazioni turistiche a breve termine.