
La qualità delle acque di balneazione italiane resta tra le migliori in Europa, con oltre il 95% delle acque marine e interne classificate "eccellenti" secondo i dati 2025 del sistema nazionale per la protezione dell’ambiente. - Unita.tv
La qualità delle acque di balneazione lungo la costa italiana resta tra le più alte in Europa. Il sistema nazionale per la protezione dell’ambiente , tramite l’Ispra e le agenzie regionali Arpa/Appa, ha pubblicato i dati aggiornati al 2025, mostrando numeri positivi sulle condizioni del mare e delle acque interne. L’attenzione si concentra su parametri microbiologici fondamentali per la sicurezza dei bagnanti, Escherichia coli ed enterococchi intestinali. Vediamo nel dettaglio quanto emerge dal monitoraggio.
La costa italiana sotto la lente del sistema nazionale per la protezione dell’ambiente
Il sistema nazionale per la protezione dell’ambiente ha analizzato 5.100 chilometri di spiagge italiane, una copertura che rappresenta il 95,7% della costa soggetta a controllo nel paese. Questo esteso monitoraggio ha confermato la qualità “eccellente” delle acque di balneazione in quasi la totalità delle zone esaminate. I parametri microbiologici utilizzati per la valutazione, Escherichia coli ed enterococchi intestinali, sono indicatori chiave per capire quanto le acque siano pulite e sicure.
Collaborazione tra ispra e agenzie regionali per dati robusti
La collaborazione tra l’Ispra, che coordina a livello centrale, e le agenzie ambientali regionali Arpa e Appa ha consentito di raccogliere dati robusti su tutto il territorio. Dallo scenario emerge un quadro molto positivo con il 95,7% delle acque classificato “eccellente”. La Sicilia non rientra tra le aree monitorate dall’SNPA perché le verifiche sono affidate direttamente al sistema sanitario regionale.
Quali regioni primeggiano per la qualità delle acque di balneazione
Tra le regioni italiane con principali tratti di mare di qualità eccellente spiccano la Puglia, il Friuli-Venezia Giulia e la Sardegna. Queste aree hanno rispettivamente il 99,7%, 99,6% e 98,7% delle acque di balneazione con un giudizio “eccellente”. In termini assoluti la Sardegna guida con 1.391 chilometri in classe elevata seguita da Puglia con 880 chilometri e Calabria con 621.
I dati del rapporto 2025 del sistema nazionale mostrano anche segmenti di costa con giudizio “buono” che arrivano a 152 chilometri , mentre le classi “sufficiente” e “scarsa” riguardano numeri molto ridotti: 31 e 35 chilometri rispettivamente. Il quadro generale conferma un’alta qualità delle acque marine italiane, con piccolissime aree dove si registrano problemi marginali di qualità.
I laghi e i fiumi balneabili migliorano in 11 regioni e province autonome
Non solo mare nella valutazione della balneabilità italiana. Anche le acque interne come laghi e fiumi balneabili garantiscono eccellenti condizioni in molte regioni e province autonome. Complessivamente si monitorano 675 chilometri di corsi d’acqua in undici territori, con il 90% che risulta in classe “eccellente”.
Le altre classificazioni mostrano che il 3,7% delle acque è definito “buono”, lo 0,7% “sufficiente” e un residuale 0,5% “scarsa”. Questi risultati testimoniano una situazione che tende al miglioramento e confermano come anche le acque dolci balneabili acquisiscano standard elevati di qualità.
Dati sulle acque interne e miglioramenti significativi
Le valutazioni sulle acque dolci balneabili risultano sempre più incoraggianti, con un trend che conferma la qualità crescente in molte regioni e province autonome.
Campionamenti e dati dell’ultimo quadriennio confermano trend positivo
Nel corso della stagione balneare 2024, da aprile a settembre, gli esperti del sistema nazionale hanno analizzato complessivamente oltre 24.000 campioni. Di questi, oltre 22.000 riguardano acque marine mentre circa 2.000 appartengono a fiumi e laghi.
La qualità rilevata si mostra in lieve aumento nel tempo: dal 95,5% di acque marine “eccellenti” del 2023 si arriva al 95,6% nel 2024 e infine al 95,7% per l’ultima stagione presa in esame. Allo stesso modo calano le acque “scarse”, dallo 0,8% del 2023 e 2024 allo 0,7% del 2025. Il sistema mantiene dunque un monitoraggio continuo e risponde alle direttive europee sul controllo a tutela dei bagnanti.
Monitoraggio costante per la sicurezza dei bagnanti
I dati si basano sulla media dei risultati raccolti negli ultimi quattro anni, offrendo così una valutazione solida che tiene conto della variabilità stagionale e di eventuali contaminazioni temporanee. Il costante lavoro sul campo assicura aggiornamenti puntuali su qualità e sicurezza delle acque, in vista della prossima stagione balneare.