Home Il liceo carducci di milano intitola un’aula a cristina mazzotti a 50 anni dal sequestro e la morte

Il liceo carducci di milano intitola un’aula a cristina mazzotti a 50 anni dal sequestro e la morte

Nel cinquantesimo anniversario del sequestro di Cristina Mazzotti, il liceo classico Giosuè Carducci di Milano dedica una targa commemorativa, promuovendo la memoria e l’impegno contro la violenza e le mafie.

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Il liceo Giosuè Carducci di Milano ha commemorato Cristina Mazzotti, vittima di un tragico rapimento nel 1975, con una targa e iniziative antimafia per mantenere viva la memoria e sensibilizzare gli studenti contro la criminalità organizzata. - Unita.tv

La figura di Cristina Mazzotti torna al centro dell’attenzione nel cinquantesimo anniversario del suo tragico sequestro, avvenuto nell’estate del 1975. Il liceo classico Giosuè Carducci di Milano ha voluto dedicare una targa commemorativa per ricordare la studentessa vittima di un rapimento che ha segnato la storia della criminalità del Nord Italia. Questo gesto rappresenta un invito a non dimenticare e a riflettere sulle conseguenze di quei eventi drammatici.

La cerimonia di intitolazione: emozioni e memoria viva

Il 23 maggio 2025, nell’aula appena dedicata a Cristina Mazzotti, si è svolta una cerimonia con la partecipazione della famiglia Mazzotti e degli studenti del liceo Carducci. La targa commemorativa è stata scoperta alla presenza di una folla raccolta che ha voluto testimoniare il valore di questo momento. Arianna, nipote di Cristina, ha preso la parola con parole che hanno toccato i presenti. Ha raccontato quanto significhi per lei vedere riconosciuta la memoria della zia in un luogo così significativo.

Ha ricordato come Cristina, da giovane studentessa, camminasse su quei corridoi, frequentasse quelle aule, e ora la sua figura non sarà più soltanto un ricordo familiare, ma un monito pubblico. Arianna ha esortato tutti a prendere esempio dal coraggio di sua zia e a trasformare la memoria in azione concreta. Ha sottolineato la necessità di lottare contro la violenza e i crimini che ancora oggi minacciano la società. In questo momento di ricordo, si è voluto sottolineare come ogni scelta individuale abbia un’importanza reale nella prevenzione della violenza.

La scuola Carducci ospita già da tempo un collettivo studentesco che si occupa di questi temi, promosso dall’associazione Libera. L’iniziativa cerca di coinvolgere gli studenti nel ricordo attivo, dando voce a chi lotta contro le mafie e ogni forma di criminalità organizzata. Il referente regionale di Libera, Lorenzo Frigerio, ha partecipato alla cerimonia, spiegando l’importanza di educare i giovani e farli sentire parte di questa battaglia civile.

Il rapimento di cristina mazzotti: dettagli di un sequestro drammatico

Cristina Mazzotti aveva appena festeggiato il passaggio alla quinta liceo al Giosuè Carducci con i suoi amici quando, il 30 giugno 1975, è stata vittima di un rapimento che ha scosso la zona tra Lombardia e Piemonte. La ragazza, minorenne e figlia di un imprenditore conosciuto in quella zona, fu sequestrata al rientro nella villa di famiglia a Eupilio, vicino al lago di Como. I rapitori da subito imposero una prigionia cruenta.

Per 27 giorni Cristina rimase rinchiusa in una buca angusta, profonda poco più di un metro e lunga meno di tre, con un foro minimo per l’aria. Era un ambiente privo di luce, stretto e umido, dove la giovane fu isolata dal mondo. Ogni giorno riceveva dosi di Valium somministrate dalla sua carceriera per tenerla sedata e forse per impedirle di reagire. Quella prigionia severa si concluse con la sua morte, avvenuta poco dopo, a causa di un mix letale di tranquillanti.

Il caso di Cristina è una delle vicende più tragiche di quella stagione nera di sequestri di persona diffusi nelle regioni del Nord Italia, legati alle richieste di denaro da parte delle organizzazioni mafiose, in particolare alla ‘ndrangheta‘. Sono stati catalogati oltre 200 casi simili tra gli anni Settanta e Novanta, con effetti devastanti su intere comunità. La vicenda di Cristina ha lasciato un segno profondo non solo nella famiglia ma in tutto il territorio lombardo e piemontese.

Ancora oggi si svolge un processo nei confronti degli ideatori e mandanti del rapimento. L’iter giudiziario non si è mai interrotto ed è considerato un passaggio fondamentale per la ricerca di giustizia. La famiglia Mazzotti continua a chiedere verità e riparazione, mentre il caso viene studiato e ricordato nei programmi scolastici e nelle iniziative di associazioni che combattono le mafie.

L’impegno del liceo carducci e le iniziative antimafia tra gli studenti

Il liceo Giosuè Carducci di Milano non si è limitato a commemorare Cristina Mazzotti con la targa. Da tempo al suo interno, un gruppo di studenti, guidato dalla collaborazione con Libera, promuove attività di approfondimento sulla cultura antimafia e sulla memoria delle vittime. Il collettivo studentesco coinvolge giovani animati dall’interesse per la legalità e per le storie delle persone che hanno subito i crimini più gravi.

Lorenzo Frigerio, referente regionale di Libera, ha spiegato agli studenti come l’impegno nelle scuole rappresenti un tassello importante per tenere vivi i ricordi e per capire le radici della criminalità organizzata. Spesso questi incontri nascono da domande dirette dei ragazzi, curiosi di sapere come possono contribuire a un cambiamento concreto. L’attenzione alle vittime, come Cristina, guida queste iniziative, che si confrontano con storie di violenza e tragedie reali.

La memoria collettiva costruita in queste scuole aiuta a distinguere i valori della giustizia e del rispetto dalle azioni che seminano terrore e lutto. Non a caso, nel pomeriggio seguente alla cerimonia in memoria di Cristina, il Comune di Milano ha organizzato una manifestazione per le vittime della strage di Capaci. Quella stessa giornata è stata dedicata al ricordo del giudice Giovanni Falcone, della moglie e magistrata Francesca Morvillo e degli agenti della scorta.

Un legame tra passato e presente

Questi eventi pubblici, e il coinvolgimento diretto degli studenti, rafforzano un legame tra passato e presente, offrendo spazi per parlare di diritti, legalità e civiltà. Il liceo Carducci si conferma un luogo dove la memoria non è solo celebrazione, ma stimolo a vigilare e agire.