Home il giambellino a milano compie cento anni fra decadenza sociale e qualche speranza di rinascita

il giambellino a milano compie cento anni fra decadenza sociale e qualche speranza di rinascita

Il giambellino di Milano, quartiere operaio dal 1925, affronta sfide moderne tra degrado urbano e multiculturalità, mentre la nuova metropolitana M4 promette cambiamenti ma solleva preoccupazioni per i residenti.

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Il quartiere Giambellino di Milano, nato nel 1925 come zona operaia, celebra il centenario nel 2025 tra sfide di degrado, multiculturalità e tentativi di rinascita, con l’arrivo della metropolitana M4 che apre nuove prospettive ma non cancella le difficoltà sociali ed economiche. - Unita.tv

Il quartiere giambellino di milano festeggia il suo centenario nel 2025. Nato nel 1925 come area popolare per operai, oggi mostra un volto diviso tra il passato e le sfide moderne. La convivenza fra comunità straniere, degrado urbano e tensioni sociali lascia un segno evidente, nonostante gli interventi come l’arrivo della metropolitana M4. Dietro la storia di questo quartiere si nascondono storie di resistenza, abbandono e tentativi di recupero che fotografano un pezzo importante della città.

Origini e trasformazioni del giambellino, un quartiere operaio con radici profonde

Il giambellino nasce nel 1925 come zona popolare fortemente legata all’industria milanese. Per decenni è stato sinonimo di comunità operaia, con case popolari e un tessuto sociale forte, segnato dal lavoro nelle fabbriche e dalla solidarietà fra abitanti. Col tempo è diventato un simbolo anche culturale grazie alla “ballata del cerutti” di gaber, un brano che racconta proprio la vita in questo angolo di milano. Il bar cerutti, punto di riferimento storico, oggi è gestito da imprenditori cinesi, un esempio di come il quartiere sia cambiato sotto il profilo sociale ed economico.

Nonostante tutto, il giambellino conserva qualche tratto della sua anima popolare. Le strade ricoperte da muri scrostati, le case occupate e le auto parcheggiate e abbandonate illustrano un quadro complesso e difficile. I residenti segnalano una diffusa percezione di insicurezza, soprattutto nelle zone intorno a piazza tirana e via segneri. Il volto del quartiere è contaminato da un problema di degrado che si è allargato, complicando la vita quotidiana.

Multiculturalità e convivenza difficile fra vecchie e nuove generazioni

Il giambellino è oggi quartiere multietnico, una caratteristica che riflette l’evoluzione demografica di intere aree di milano. Da un passato in cui gli abitanti erano quasi tutti meridionali, si è passati a una convivenza di culture e origine diverse. Tra queste comunità, molte persone trovano un modo per integrarsi, ma altre faticano a stabilire un rapporto con gli abitanti storici. Vittoria rizzitelli, una residente, descrive la scena sotto i palazzi popolari come un luogo dominato da paura, soprattutto per le donne, segnato da immondizia e piccoli crimini.

Vito landillo, che da quarant’anni conduce una macelleria equina nel mercato rionale, vede segnali incoraggianti. La metropolitana ha portato controlli maggiori e qualche iniziativa di rinnovamento. Anche salvatore cagianelli nota come l’abbattimento di case occupate abbia ridotto alcune situazioni problematiche. Ciononostante, alcuni residenti restano scettici e temono che le migliorie saranno temporanee, senza un reale cambiamento strutturale del quartiere.

Gli effetti della metropolitana m4 e le divisioni nella percezione dei residenti

La nuova linea metropolitana M4 ha aperto una nuova fase per il giambellino. Si parla di più mobilità e controlli, ma anche di un rischio aumento dei prezzi degli immobili che potrebbe causare lo spostamento di una parte della popolazione più anziana o a basso reddito. Chi frequenta il quartiere da decenni, come giuseppe sanzone, osserva che lo stato di abbandono si protrae da tempo e che l’arrivo della metro non basta a cambiare la sostanza delle cose.

Nel periodo estivo, quando aumenta la presenza di persone per strada, la situazione peggiora con bivacchi serali e confusione. Questa alternanza tra voci positive e negativi riflette una realtà complessa, in cui interventi pubblici e dinamiche sociali si intrecciano senza trovare facile soluzione.

Iniziative sociali e l’impegno per ricucire il tessuto del quartiere

Non mancano le persone e le associazioni che tentano di ricostruire un senso di comunità. Il circolo del partito democratico in via segneri si impegna con attività per coinvolgere i giovani, anche se la risposta resta tiepida e pesa una divisione netta tra la popolazione italiana e quella straniera. Franco staropoli, membro del circolo, ammette le difficoltà nell’apertura e nel dialogo tra le due realtà, che sembrano divise da un muro invisibile.

Saranno necessari tempo e costanza per vedere risultati più concreti. Qualcuno intravede però un’inversione di tendenza e parla di una lenta rinascita, anche se la strada è lunga. Gli sforzi si concentrano sul tentativo di ridare dignità e speranza a un quartiere da troppo tempo lasciato a se stesso.

Le differenze fra le zone e le difficoltà nell’attività commerciale

Man mano che ci si allontana da piazza tirana, verso largo dei gelsomini, la situazione cambia. In quest’area il degrado è meno marcato anche se i problemi non mancano. Guglielmo di domenico, che da quattro decenni gestisce un negozio di accessori per auto di lusso, riconosce una differenza con le aree più colpite. Il mercato del giovedì attrae però persone poco affidabili, e questo allontana clienti abituali che temono per la sicurezza.

Anche gianni mastrandrea, barbiere da 21 anni, segnala una fuga di clienti legata a questi problemi. Secondo lui, via lorenteggio ha perso il suo carattere commerciale e molte attività italiane hanno chiuso. La convivenza negli spazi urbani e il ritorno della fiducia tra commercianti e abitanti si rivelano infatti condizioni difficili da stabilire, aggravate da presenza di soggetti problematici e dall’incertezza del mercato immobiliare.

Questi elementi evidenziano una frammentazione interna al giambellino, dove alcune zone possono godere di una qualità di vita migliore rispetto ad altre, ma il bilancio generale resta segnato da molte criticità. La trasformazione del quartiere, racchiusa in questa diversità, continua a raccontare storie di un milano in movimento e confronto.