Home Il fenomeno del train surfing in metropolitana: tra sfide estreme e vuoto normativo

Il fenomeno del train surfing in metropolitana: tra sfide estreme e vuoto normativo

Il train surfing, pratica pericolosa tra i giovani italiani, solleva preoccupazioni sulla sicurezza pubblica e sull’adeguatezza delle leggi attuali, spingendo verso una proposta di legge per punire tali comportamenti.

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Il train surfing, pratica pericolosa di aggrapparsi ai treni in movimento, sta crescendo tra i giovani a Milano, sfuggendo a sanzioni penali a causa di un vuoto normativo; è in discussione una proposta di legge per inasprire le pene e contrastare questa moda rischiosa diffusa anche sui social. - Unita.tv

Il train surfing, ossia l’atto di aggrapparsi o muoversi sui vagoni dei treni in movimento, sta emergendo come nuova pratica pericolosa tra i giovani di alcune città italiane. Recentemente, l’attenzione si è concentrata su episodi avvenuti a Milano, dove due ragazzi hanno viaggiato aggrappati all’ultimo vagone della linea verde della metropolitana, senza causare rallentamenti o danni materiali. Il caso apre una discussione sulla sicurezza pubblica e sull’efficacia delle leggi attuali nel contrastare questi comportamenti rischiosi, sempre più condivisi e diffusi attraverso i social.

Il caso milanese: due giovani in bilico sull’ultimo vagone senza conseguenze immediate

In una recente giornata feriale, due passeggeri abusivi hanno viaggiato sulla linea verde della metropolitana di Milano, in particolare su un convoglio della M2, probabilmente nel tratto tra le fermate di Cimiano e Cascina Gobba. Questi ragazzi si sono posizionati sull’ultimo vagone del treno, salendo su strutture esterne senza autorizzazione. Il macchinista del treno non ha notato la loro presenza e ha quindi mantenuto la marcia senza interruzioni.

Non sono stati segnalati danni alle componenti metalliche del vagone, né la circolazione ha subito ritardi. In termini legali, questa situazione non configura un’interruzione del servizio pubblico né un danneggiamento. Ciò dipende dal fatto che nessuna struttura è risultata compromessa e nessun ostacolo è stato creato lungo il percorso. La bravata è stata documentata tramite video e foto, probabilmente diffuse in rete e sui social media, alimentando così la curiosità e il rischio di imitazione da parte di altri giovani.

Legge e vuoto normativo: perché il train surfing sfugge a sanzioni penali pesanti

Nonostante la pericolosità della pratica, il train surfing non rientra facilmente tra i reati penali. Spesso, chi si arrampica su monumenti o trasporti rischia solo sanzioni amministrative. Nel caso di Milano, lo abbiamo visto con i due giovani che hanno sfidato il pericolo senza essere denunciati per invasione di edifici o danneggiamenti, a differenza di chi scala edifici storici o grattacieli.

Il problema nasce dal fatto che le norme attuali non sono ancora aggiornate rispetto alle nuove sfide estreme nate tra le nuove generazioni. I comportamenti rischiosi di gruppo, promossi e diffusi tramite i social, non trovano ancora una risposta adeguata nel codice penale. Questo vuoto crea una difficoltà pratica: le autorità possono intervenire solo con multe o provvedimenti amministrativi, che non sempre rappresentano un deterrente sufficiente. Come ha sottolineato Fabiola Minoletti, vicepresidente del Coordinamento dei comitati milanesi, “questa tendenza rischia di diventare una moda pericolosa se non si interviene tempestivamente.”

La proposta di legge per punire le sfide estreme: un tentativo di adeguare le norme

Davanti al crescente fenomeno delle sfide estreme, un primo passo legislativo è stato compiuto lo scorso 19 luglio da Dario Iaia, deputato di Fratelli d’Italia, che ha depositato una proposta di legge per introdurre un nuovo articolo 580-bis nel codice penale. La norma punta a reprimere le azioni che mettono in pericolo l’incolumità privata e pubblica legate a queste sfide, con particolare attenzione alle modalità di diffusione e partecipazione.

Il testo definisce come sfide estreme anche il train surfing, cioè l’atto di arrampicarsi o camminare sui tetti dei vagoni del treno in movimento o saltare da un vagone all’altro. La proposta mira a superare il limite delle sanzioni amministrative, introducendo la reclusione da uno a tre anni per chi promuove o partecipa a questi comportamenti rischiosi. La pena aumenta nel caso in cui la condotta venga diffusa tramite internet o altre reti di comunicazione, oppure venga compiuta su mezzi di trasporto pubblici o privati.

Questa iniziativa si propone di rispondere a un vuoto legislativo che ha lasciato finora impuniti molti episodi pericolosi. Al momento, però, la proposta deve ancora seguire l’iter parlamentare e ricevere l’approvazione definitiva. Intanto, episodi simili continuano a verificarsi e a preoccupare le autorità locali e le associazioni che si occupano di sicurezza.

Impatto e rischi delle challenge estreme: dati e conseguenze per chi le pratica

Le cosiddette sfide estreme coinvolgono soprattutto giovani, attratti dalla sfida e dalla visibilità che i social garantiscono. Oltre al train surfing, altre pratiche rischiose si sono diffuse negli ultimi anni, come le scalate di edifici e monumenti. Questi comportamenti espongono i protagonisti a rischi molto elevati di cadute o incidenti gravi, che possono causare lesioni permanenti o addirittura la morte.

Nel caso specifico della metropolitana e dei treni, le condizioni di velocità e movimento aggiungono un fattore di pericolo ulteriore. Aggrapparsi all’esterno di un vagone espone a scivolamenti, urti o investimenti da parte di ostacoli fissi lungo la linea ferroviaria. Le conseguenze possono interessare anche altri passeggeri in caso di incidenti improvvisi o frenate brusche.

La diffusione online di immagini e video di queste imprese contribuisce a moltiplicare casi analoghi, con un effetto imitativo che preoccupa autorità e famiglie. Il coinvolgimento di minorenni rende urgente un intervento sia di prevenzione sia di regolamentazione più severa. Le istituzioni stanno cercando di tenere il passo, ma il fenomeno resta ancora in gran parte senza freni efficaci.