Home Il dipinto Milano di mario schifano bloccato in Italia dopo il vincolo del ministero della cultura

Il dipinto Milano di mario schifano bloccato in Italia dopo il vincolo del ministero della cultura

Controversia legale per l’opera “Milano” di Mario Schifano, bloccata dal ministero della cultura italiano per il suo eccezionale valore artistico e storico, nonostante il tentativo di esportazione.

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L’opera “Milano” di Mario Schifano (1962), venduta all’asta per oltre un milione di euro, è stata vincolata dal ministero della cultura per il suo eccezionale valore artistico e storico, con conferma del Tar che ne ha bloccato l’esportazione dall’Italia. - Unita.tv

Un’opera di mario schifano, intitolata “Milano” e realizzata nel 1962, si trova al centro di una controversia legale dopo l’intervento del ministero della cultura. L’opera è stata aggiudicata all’asta per oltre un milione di euro, ma poco prima si era tentato di esportarla dal paese presentando una dichiarazione di valore inferiore alla soglia che avrebbe richiesto un’istruttoria più severa. Il ministero ha poi imposto il vincolo di interesse culturale, bloccando l’uscita del quadro dal territorio italiano. La decisione ha trovato conferma al Tar, respingendo il ricorso del proprietario.

La storia dell’opera e la vendita all’asta

Il 13 aprile 2022, la tela intitolata “Milano” di mario schifano è stata venduta in una vendita organizzata da Sotheby’s per la cifra di 1.072.200 euro. Realizzata nel 1962, è un quadrato di 170 centimetri per 170 centimetri con smalto applicato su carta da pacco incollata su tela. L’opera si distingue per le pennellate blu incorniciate da un bordo bianco e rappresenta una tappa importante nell’evoluzione artistica di schifano.

Nonostante l’aggiudicazione, un fatto aveva preceduto la vendita: il 23 febbraio 2022, il proprietario aveva inviato all’ufficio esportazione di Roma una dichiarazione sulla volontà di esportare il quadro. Viene indicato un valore inferiore a 13.500 euro e il tentativo di passare la procedura con semplificazioni previste dal codice dei beni culturali per opere eseguite da meno di settant’anni ma con almeno cinquant’anni di vita. Quella dichiarazione ha fatto partire una serie di verifiche da parte del ministero, che hanno portato alla richiesta di apporre un vincolo sull’opera.

La motivazione del ministero della cultura

Il 12 settembre 2022 il ministero ha emesso un decreto che riconosce “Milano” di schifano come un’opera di “eccezionale interesse artistico e storico” per il patrimonio italiano. Il motivo principale risiede nella sua integrità e completezza, aspetto che garantisce il valore culturale del quadro. Il ministero ha motivato la scelta rilevando che l’opera rappresenta un passaggio chiave nell’arte contemporanea italiana, in particolare nel periodo della pop art.

Secondo il ministero, l’opera è “paradigmatica” per il canone artistico novecentesco. È considerata quella che più di tutte rappresenta l’attenzione di schifano verso il tema dello schermo come luogo in cui nasce l’immagine moderna. Nel catalogo pubblico, opere simili, specialmente monocromi con fondo blu e cornice bianca, sono praticamente assenti. Nella gran parte delle collezioni statali e pubbliche italiane non si trovano confronti diretti che ne possano sminuire l’importanza.

L’originalità è segnalata nella combinazione di tecniche e linguaggi. L’opera mostra una novità destinata a stimolare molteplici aspetti successivi della cultura artistica, tecnica e funzionale nel panorama nazionale e oltre.

Il valore storico e collezionistico dell’opera

Oltre al valore artistico, “Milano” porta con sé un peso storico notevole. È appartenuta a collezionisti di primo piano nel mondo dell’arte italiana, come malabarba e franchetti. Ha legami diretti con la produzione artistica del periodo in cui schifano lavorava con ileana sonnabend, gallerista e collezionista considerata tra le figure più influenti degli anni ’60 nel mondo dell’arte internazionale.

Questi riferimenti arricchiscono il quadro di valore e significato dell’opera nella storia del collezionismo nazionale e mondiale. L’opera, dunque, non è solo importante per la sua qualità estetica ma anche per la rete di relazioni culturali che rappresenta.

Le argomentazioni del proprietario contro il vincolo

Il proprietario del quadro ha contestato la decisione del ministero, presentando un ricorso al Tar. Si è basato sull’opinione di un critico d’arte autorevole, secondo cui schifano avrebbe prodotto oltre 80 monocromi tra il 1960 e il 1962. La maggior parte di questi si troverebbe in collezioni italiane o in musei pubblici, riducendo così la rarità del dipinto “Milano”. L’argomento sostiene che l’opera non giustificherebbe un vincolo così stringente, perché non sarebbe unica né particolarmente rara.

La linea difensiva cerca di dimostrare che l’opera non possiede un’esclusività che possa compromettere la libera circolazione all’estero.

La replica del funzionario storico d’arte e la conferma del tar

Matteo Piccioni, storico dell’arte incaricato dal ministero, ha smentito i rilievi sollevati dagli avvocati del proprietario. Ha puntualizzato che nessuna delle altre opere firmate “Milano” e datate tra il 1961 e il 1975 possiede caratteristiche simili a quella oggetto di vincolo. Il fondo blu e la cornice biancastra rendono unica questa tela. Le altre opere monocrome a cui fa riferimento il proprietario infatti, sono diverse e meno rappresentative delle innovazioni di schifano.

Su questa base, il Tar ha confermato la correttezza dell’azione del ministero, rigettando tutte le motivazioni presentate nel ricorso. Il quadro “Milano” rimarrà così in Italia, bloccato dal blocco previsto dalle normative sui beni culturali, a tutela della storia e dell’arte nazionale.