Il digitale nel mondo e in italia: utenti, divari e sfide della connettività nel 2024
Crescita dell’accesso a internet e telefoni mobili nel mondo, ma persistono divari significativi tra regioni e fasce d’età. L’Italia si distingue per alta penetrazione di rete e sfide tecnologiche.

L'articolo analizza la crescita globale dell'accesso a internet e ai telefoni mobili, evidenziando il digital divide tra paesi e fasce d'età, con particolare focus sull'Italia, che presenta alta connettività ma deve affrontare sfide in innovazione tecnologica e sicurezza digitale. - Unita.tv
Nel mondo, l’accesso a internet continua a crescere. Oltre 5,6 miliardi di persone usano la rete, circa il 68,7% della popolazione mondiale, con un incremento di 144 milioni rispetto all’anno precedente. Parallelamente si espande anche la diffusione dei telefoni mobili, con 5,8 miliardi di utenti, pari al 70,7% della popolazione globale. Questi dati emergono da statistiche raccolte in occasione della Giornata mondiale delle telecomunicazioni e della società dell’informazione, che si celebra il 17 maggio. Nonostante il progresso, restano ampi divari nell’accesso e nelle opportunità digitali, soprattutto in alcune aree geografiche chiave e tra diverse fasce d’età.
La distribuzione globale di internet e il persistere delle aree offline
Nonostante la larga diffusione della rete, circa 2,6 miliardi di persone non sono connesse. La maggior parte di queste risiede in Asia meridionale, Asia orientale e Africa, regioni in cui l’accesso a strumenti digitali è più limitato. Il divario tra paesi ricchi e poveri è evidente: nel 2024, il 93% degli abitanti dei Paesi ad alto reddito naviga in rete, mentre nei Paesi a basso reddito la percentuale scende al 27%. In Africa subsahariana, già nel 2019, solo un terzo degli uomini e meno di un quarto delle donne usava internet. Ineguaglianze si registrano anche per fasce d’età: nel 2022 il 75% dei giovani tra i 15 e i 24 anni si connetteva contro il 65% degli adulti oltre i 25 anni. Per raggiungere una copertura a banda larga universale, gli esperti stimano che servano investimenti per circa 418 miliardi di dollari.
Il digital divide tra infrastrutture e politiche di inclusione
Il digital divide non è solo domanda di tecnologia. Dipende dalla presenza di infrastrutture, capacità economiche e politiche di sostegno ai processi di inclusione. Le zone meno servite rimangono isolate da servizi educativi, sanitari e commerciali sempre più basati sulla rete. Senza un intervento mirato, queste disparità rischiano di consolidarsi nel tempo.
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Il posto dell’italia nel contesto europeo e la trasformazione dei media
L’Italia si posiziona tra i Paesi con la più alta penetrazione di internet, con circa il 90% della popolazione connessa. Il mercato italiano delle telecomunicazioni ha beneficiato della liberalizzazione, che ha abbassato i costi dei dati mobili, posizionandolo al secondo posto in Europa per prezzi più bassi a consumo. Questa accessibilità economica contribuisce alla diffusione di smartphone e connessione veloce.
Nuovi modi di informarsi tra tv e media digitali
Un cambiamento significativo riguarda anche il modo in cui gli italiani si informano. Fino a poco tempo fa la televisione era la fonte principale, ma oggi la maggioranza usa i social media e le piattaforme digitali per aggiornamenti e notizie. Circa 44 milioni di persone in Italia usano media online, pari al 75% della popolazione, superando così la tv che mantiene un primato al 46,5%.
Il panorama digitale italiano si caratterizza per un numero crescente di esperti nel campo ICT. Al momento, lavorano circa 970 mila specialisti, benché l’obiettivo per il 2030 sia raggiungere 1,7 milioni di occupati. Le donne rappresentano il 15,7% del settore, sotto la media europea, mentre il tasso di laureati in queste discipline è del 42,1%, anch’esso inferiore rispetto al 66,7% medio dell’Europa. Le piccole e medie imprese italiane dimostrano una discreta vitalità online, con un fatturato web del 14% del totale economico, superiore a quello di altri Paesi UE dove la media è del 12,4%.
Le sfide tecnologiche: intelligenza artificiale, cybersicurezza e infrastrutture strategiche
Nonostante l’Italia si collochi come terza potenza manifatturiera in Europa, non è esente da rischi legati a infrastrutture digitali e cyber-attacchi. Solo l’8,2% delle imprese italiane ha adottato soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, meno del 13,5% nella media europea. Questa distanza può limitare la competitività in un mondo sempre più guidato dalle tecnologie avanzate.
Incidenza delle minacce e strategie di sicurezza digitale
I rischi per la sicurezza informatica si sono fatti sentire forte nel 2024, con un incremento del 27% degli incidenti gravi a livello nazionale. Questi episodi colpiscono sia enti pubblici che aziende private, e mettono in luce la necessità di rafforzare il controllo sulle infrastrutture più sensibili. Le policy di protezione rimangono un elemento cruciale per garantire continuità e stabilità nel tessuto economico italiano.
Le sfide che l’Italia deve affrontare richiedono investimenti mirati e regole chiare per difendere reti strategiche e sviluppare competenze digitali. Senza un’attenzione puntuale ai settori chiave, il divario tecnologico con le altre nazioni rischia di ampliarsi, indebolendo la capacità del Paese di rispondere a minacce nuove e ai mutamenti del mercato globale.