La tragica vicenda del dc 9 precipitato a Ustica nel 1980 torna al centro delle indagini con nuove testimonianze che collegano l’incidente a uno scontro aereo tra jet americani e libici. Secondo dichiarazioni raccolte da fonti investigative, un missile partito durante la battaglia avrebbe accidentalmente colpito il velivolo civile, causando la strage. Gli accertamenti proseguono tra veleni diplomatici e attese giudiziarie.
Giovanbattista sparla e le dichiarazioni sulla notte di ustica
Giovanbattista Sparla, ufficiale dell’aeronautica militare all’epoca, ha fornito un racconto decisivo sul ruolo del dc 9 nella complessa dinamica del 27 giugno 1980. Al momento della tragedia, Sparla si trovava nella sala operativa del Shape, il quartier generale della Nato a Casteau, in Belgio. Da lì monitorava i movimenti aerei nella regione quando si è consumata una battaglia tra aerei statunitensi e libici. Secondo il racconto di Sparla, uno dei caccia ha lanciato un missile che ha colpito per errore il dc 9 di linea, causando la sua caduta.
Testimone chiave nelle indagini
Sparla è considerato un testimone chiave e da anni è stata al centro delle attenzioni della procura di Roma. Il suo racconto ha alimentato nuove piste nelle già intricate indagini di quella tragica notte, contribuendo a ridimensionare ipotesi alternative sull’incidente.
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Gli sviluppi giudiziari: fascicoli e archiviazioni in attesa del gip
Da lungo tempo la procura di Roma si è occupata di far luce sulla strage di Ustica e negli ultimi anni ha riaperto diversi fascicoli basandosi su nuove testimonianze e documenti. Il primo procedimento risale al 2008, in seguito a dichiarazioni dell’ex presidente della repubblica Francesco Cossiga, volto noto della politica italiana che accese i riflettori sull’episodio anche a livello istituzionale. Più recentemente, nel 2022, è stato avviato un altro fascicolo legato a un esposto presentato dall’Associazione per la verità su Ustica, un gruppo che insiste nel far emergere elementi nuovi.
Entrambi i procedimenti, però, rimangono contro ignoti, di fatto senza indagati precisi identificati. A novembre è fissata l’udienza davanti al GIP che dovrà decidere sulla richiesta di archiviazione avanzata dalla procura, dopo l’ascolto di decine di testimoni e l’acquisizione di documenti internazionali.
La difficoltà nelle indagini per mancanza di collaborazione estera
L’inchiesta su Ustica è stata caratterizzata da una lunga attività di ascolto di circa trenta testimoni tra italiani e stranieri e da una serie di rogatorie internazionali per ottenere materiali e informazioni da altri paesi. Stati Uniti e Francia in particolare, potenziali protagonisti indiretti dello scontro aereo quella notte, hanno fornito risposte giudicate evasive o incomplete dagli inquirenti. Alcuni documenti risultano ancora secretati, complicando l’accesso a prove decisive.
La procura ha sottolineato più volte che gli accertamenti sono stati condotti esclusivamente con l’obiettivo di trovare risposte vere e certe sui fatti, evitando strumentalizzazioni o coperture. La ricerca si concentra sulla dinamica dello scontro aereo, anziché su ipotesi di esplosivi a bordo del dc 9, che è stata definitivamente esclusa come causa diretta dell’incidente.
Collaborazione internazionale e ostacoli
Il rapporto con gli altri paesi coinvolti è stato spesso fonte di frustrazione per gli inquirenti, rendendo più faticoso recuperare tutte le informazioni necessarie per chiarire quanto accaduto.
Il quadro ricostruito e le cause esaminate dagli inquirenti
I pm romani confermano la tesi secondo cui il dc 9 è rimasto coinvolto senza volerlo in un conflitto tra aerei militari statunitensi e libici. Questa ricostruzione ha trovato riscontro nelle analisi tecniche e nelle testimonianze raccolte. La bomba a bordo, ipotesi che aveva avuto spazio negli anni scorsi, è stata scartata a favore della pista del missile lanciato durante la battaglia aerea.
Il dossier aperto negli anni ha permesso di individuare una possibile catena di eventi che spiega la tragedia: l’aereo civile ha incrociato una zona di combattimento non dichiarata, finendo vittima di un errore bellico. La vicenda di Ustica resta tra i misteri più intricati della storia italiana recente, con continui colpi di scena e nuovi elementi da verificare.
Le decisioni dei giudici sulle archiviazioni potrebbero rappresentare una svolta nelle prossime settimane, ma l’attesa è alta e la ricerca di documenti ancora coperti non è finita.