Home il controllo del vicinato arriva a Pero per rafforzare la sicurezza locale con l’impegno dei cittadini

il controllo del vicinato arriva a Pero per rafforzare la sicurezza locale con l’impegno dei cittadini

Il controllo del vicinato a Pero, avviato con un protocollo tra il Comune e la prefettura di Milano, mira a rafforzare la sicurezza attraverso la partecipazione attiva dei cittadini.

il_controllo_del_vicinato_arri

A Pero, nel Milanese, è stato avviato il progetto di controllo del vicinato tramite un accordo tra Comune e prefettura di Milano, coinvolgendo volontari coordinati e in collaborazione con le forze dell’ordine per migliorare la sicurezza e prevenire degrado e criminalità. - Unita.tv

Il modello del controllo del vicinato ha preso forma anche a Pero, nel Milanese, grazie a un accordo siglato tra il Comune e la prefettura di Milano. Dopo la sottoscrizione del protocollo d’intesa a dicembre 2024, si è svolto il primo incontro con i volontari che hanno deciso di partecipare all’iniziativa. L’obiettivo è mettere insieme le forze della comunità e quelle delle istituzioni per controllare il territorio in modo più efficace e prevenire episodi di degrado o criminalità. L’iniziativa punta a coinvolgere cittadini attenti e responsabili, che agiranno sotto la guida di un coordinatore dedicato e in stretto contatto con le forze dell’ordine.

La firma del protocollo e la fase di adesione dei cittadini a Pero

Il percorso verso il controllo del vicinato a Pero è iniziato con la firma del protocollo d’intesa tra il Comune e la prefettura di Milano, rappresentata dal prefetto Claudio Sgaraglia, avvenuta a dicembre 2024. Questo documento ha dato il via ufficiale a un progetto che si rifà a un modello già presente in molte altre città italiane. Successivamente il Comune ha aperto la raccolta delle adesioni tra i cittadini interessati a diventare volontari, chiudendo questa fase raccolta da nominativi a inizio 2025. A quel punto c’è stata la convocazione del primo incontro operativo, in cui sono state illustrate le regole e le procedure per organizzare i gruppi di controllo nei vari quartieri.

Durante questo primo incontro sono stati fatti chiari gli scopi del progetto. I cittadini sono stati informati su come agire, quali sono i limiti operativi e qual è la relazione con le forze di polizia. In questa fase si è voluto anche sottolineare come la partecipazione sia volontaria, ma che richiede rigore nell’osservare le linee guida previste dalla prefettura. Sono stati definiti i dettagli riguardanti la formazione dei volontari, con un programma che spiega come monitorare il vicinato e come comunicare le situazioni di rischio. In sostanza, ogni passo delle attività sarà controllato e supportato dal comando di polizia locale, per garantire che il progetto rispetti i canoni di legalità e sicurezza.

Il ruolo del coordinatore e i limiti dell’intervento volontario

Il sindaco di Pero, Antonino Abbate, ha spiegato che questo progetto si incastra nelle finalità del mandato della nuova giunta comunale, puntando a innalzare il livello di sicurezza per la comunità. Un punto chiave del meccanismo organizzativo è la figura del coordinatore di gruppo. Questo ruolo è fondamentale perché fa da tramite tra i volontari e le forze di polizia, garantendo che le segnalazioni arrivino in modo corretto e puntuale. Il coordinatore deve inoltre assicurarsi che ogni partecipante si attenga alle regole e alle procedure stabilite, evitando situazioni di rischio.

È importante sottolineare che nessun volontario può sostituire le forze dell’ordine nell’esercizio delle loro funzioni. Il controllo del vicinato prevede solo l’osservazione e la segnalazione di fenomeni sospetti o situazioni di degrado urbano. Le attività investigative e repressivi dei reati restano esclusiva competenza delle forze di polizia. Ogni volontario deve attenersi scrupolosamente a quanto previsto dal vademecum operativo predisposto dalla prefettura di Milano e dalle forze dell’ordine locali. In effetti, il progetto prevede un sistema di formazione per evitare che si creino fraintendimenti o azioni fuori norma.

Il comando della polizia locale di Pero ha già dichiarato la propria disponibilità a fornire supporto tecnico e logistico ai gruppi, mettendo a disposizione risorse e strumenti necessari per svolgere il compito nel modo più corretto possibile. Questa collaborazione istituzionale rappresenta una delle basi su cui si fonda il progetto, per assicurarne la coerenza con le procedure ufficiali.

Il progetto nelle altre città della provincia di Milano e gli obiettivi per Pero

Il controllo del vicinato non è una novità in Italia. Prima di Pero, infatti, oltre 540 comuni in tutto il paese hanno aderito a iniziative simili, con risultati che spesso sono stati positivi nel mantenere ordine e prevenire episodi di criminalità. Nella provincia di Milano, 62 comuni hanno firmato il protocollo d’intesa con la prefettura. Tra questi ci sono Arese, Lainate, Legnano, San Giorgio su Legnano, Cerro Maggiore, Parabiago, Nerviano e Pogliano. Questi enti locali hanno tutti attivato gruppi di volontari per creare una rete di controllo territoriale che lavori in sinergia con le forze dell’ordine.

Pero, con la sua partecipazione, intende rafforzare questa modalità di collaborazione. Si punta a consolidare il modello che lega le istituzioni alle persone che vivono ogni giorno sul territorio. L’idea è moltiplicare la presenza dei cittadini attivi nei quartieri per segnalare tempestivamente situazioni anomale o rischi. Questo progetto vuole contribuire a mantenere vive le relazioni tra amministratori, forze dell’ordine e privati, ottenendo un presidio più forte e diffuso che tutela tutta la comunità. Secondo quanto dichiarato dal sindaco, oltre al controllo, si punta a creare un clima di fiducia e partecipazione attiva, elementi essenziali per una sicurezza percepita e reale.

Il modello adottato a Pero quindi è pensato come un ingranaggio inserito in una catena più ampia, dove ogni cittadino ha un ruolo preciso e definito, senza mai sostituirsi ai compiti ufficiali delle forze dell’ordine. Questa modalità di intervento, già collaudata in altre città, mostra come la partecipazione attiva possa cambiare il rapporto tra cittadini e istituzioni, mantenendo alta l’attenzione sui problemi del territorio e agendo per tempo contro i rischi di disagio e illegalità.