due arresti a Tarquinia per estorsione aggravata e sequestro di persona: vittima minacciata con motosega elettrica
L’azione della polizia di stato a Tarquinia ha portato all’arresto di due uomini, accusati di estorsione aggravata e sequestro di persona. I fatti risalgono al 19 giugno 2025 e si inseriscono in un’indagine che ha coinvolto tre persone legate da rapporti personali con la vittima. Il caso ha destato particolare attenzione per le modalità violente impiegate dai malviventi, fermati grazie a un intervento tempestivo delle forze dell’ordine.
Gli arrestati sono un sessantenne e un quarantaduenne, entrambi residenti a Tarquinia con numerosi precedenti penali. Prima del loro fermo, era stato bloccato anche un terzo individuo, trentenne tarquiniese pregiudicato, sorpreso in flagranza durante l’estorsione nei pressi dell’abitazione della vittima. Tutti sono ritenuti responsabili – ciascuno secondo il proprio ruolo – delle azioni criminali messe in atto ai danni di una persona conosciuta personalmente.
Modalità dell’estorsione e richieste economiche
Le accuse riguardano l’uso sistematico della violenza fisica e psicologica per ottenere somme mensili pari a trecento euro da versare senza scadenza definita. Questo denaro sarebbe servito agli indagati come risarcimento per un presunto torto subito da uno dei membri del gruppo nei confronti dell’estorto. La situazione si è protratta nel tempo fino al momento in cui le autorità hanno potuto intervenire.
La dinamica delle violenze subite dalla vittima
In una circostanza particolarmente grave, la vittima è stata attirata nella propria abitazione mediante inganno dai suoi aguzzini. Qui è stata legata ad una sedia mentre veniva picchiata ripetutamente per oltre un’ora. Durante questa lunga aggressione gli autori hanno usato minacce pesanti; uno degli episodi più inquietanti riguarda l’utilizzo di una motosega elettrica accesa puntata al collo della persona offesa.
Questa scena testimonia il clima intimidatorio imposto dagli indagati con lo scopo evidente di piegare la volontà della vittima costringendola così al pagamento continuo del denaro richiesto sotto ricatto fisico ed emotivo intenso.
Uso della violenza per ottenere il pagamento
La motosega elettrica rappresenta un elemento simbolo della brutalità delle minacce usate e del livello di terrore imposto alla vittima per garantirsi la sottomissione e l’adempimento delle richieste economiche.
L’intervento degli agenti e le misure cautelari adottate
La pronta reazione degli agenti impegnati nelle indagini ha interrotto il ciclo crescente delle vessazioni perpetrate dal gruppo criminale verso la stessa persona vessata ormai da tempo lungo mesi consecutivi. L’attività investigativa coordinata dalla procura della repubblica presso il tribunale di Civitavecchia ha visto collaborare strettamente il commissariato di pubblica sicurezza locale insieme alla squadra mobile proveniente dalla questura viterbese.
Provvedimenti giudiziari e tutela della vittima
Il giudice per le indagini preliminari, valutando gli elementi raccolti durante questa complessa operazione durata settimane, ha disposto misure restrittive rigide come la custodia cautelare in carcere rivolta ai due ultimi soggetti coinvolti. Questi provvedimenti mirano ad impedire ulteriormente ogni tentativo criminoso o rappresaglia contro chi subisce i soprusi, garantendo sicurezza pubblica nell’area interessata.
L’intervento rappresenta quindi non solo una risposta concreta alle violenze denunciate ma anche un segnale forte volto alla repressione dei reati gravi che colpiscono singoli cittadini nel tessuto sociale locale.
