Il consiglio di stato conferma lo sconto covid per grimoldi all’interno della galleria vittorio emanuele a milano
Il Consiglio di Stato conferma il diritto di Grimoldi a uno sconto sul canone d’affitto, respingendo il ricorso del Comune di Milano e stabilendo un precedente giuridico per altre concessioni.

Il Consiglio di Stato ha confermato il diritto di Grimoldi a uno sconto sul canone d’affitto per la proroga automatica del contratto durante la pandemia, respingendo il ricorso del Comune di Milano. - Unita.tv
L’ultima battaglia legale tra grimoldi e il comune di milano si è conclusa con una nuova vittoria per l’azienda orologiera storica della galleria vittorio emanuele. Il consiglio di stato ha definitivamente respinto il ricorso del comune, consolidando il diritto di grimoldi a uno “sconto covid” sul canone d’affitto degli spazi commerciali nella prestigiosa cornice milanese. La vicenda, iniziata nel 2021, riguarda la validità della proroga del contratto di concessione e l’adattamento del canone durante il periodo di emergenza sanitaria.
La storia della controversia legale tra grimoldi e il comune di milano
Dal 1984 grimoldi gestisce una bottega di orologeria nei portici settentrionali di piazza duomo, all’interno della galleria vittorio emanuele. L’eredità di questa attività risale al 1932, con una continuità che ha permesso di consolidare il valore storico e culturale del negozio nel contesto dell’ottagono. Nel 2021 il tar lombardia ha riconosciuto a grimoldi lo status di bottega storica, ribadendo il “particolare pregio” dell’esercizio commerciale sia per i clienti che per l’ambiente artistico circostante.
Conseguenze sul contratto d’affitto
Questo riconoscimento ha avuto conseguenze importanti sul contratto d’affitto per la concessione degli spazi. A differenza degli altri negozi, grimoldi non era tenuta a partecipare a una gara pubblica per la concessione: il contratto poteva essere rinnovato automaticamente. Tuttavia, il comune di milano ha insistito per adeguare il canone d’affitto, imponendo un aumento basato sui parametri previsti per i marchi tutelati. La nuova cifra proposta ha raggiunto quasi 2.900 euro al metro quadro, un aumento notevole rispetto agli importi precedenti. Grimoldi ha quindi contestato questa richiesta elevata, in particolare la richiesta di pagare il conguaglio per il periodo successivo alla scadenza formale del contratto.
Il quadro normativo che ha influito sulla proroga e sul calcolo del canone
Nel 2020 il governo ha varato il decreto-legge 18, contenente misure urgenti per gestire l’emergenza covid-19. Tra queste, l’articolo 103 ha prorogato automaticamente la validità di concessioni e autorizzazioni scadute tra gennaio 2020 e novanta giorni dopo la fine dello stato di emergenza. Per grimoldi la scadenza non era quindi il 10 giugno 2020, come indicato nel contratto, ma si è estesa fino al 29 giugno 2022.
La sentenza del tar nel 2023
Il tar, con la sentenza del 2023, ha accolto parzialmente i ricorsi di grimoldi, riconoscendo che la scelta del comune di adeguare il canone al valore di mercato delle ultime gare per spazi simili fosse giustificata. Ha però dichiarato impropria la richiesta di versare indennità per il periodo tra il giugno 2020 e il 2022. Questo ha introdotto un precedente importante, chiarendo che l’effettivo inizio del nuovo contratto con canone aumentato parte solo dopo la proroga concessa per l’emergenza sanitaria.
La decisione definitiva del consiglio di stato e le sue motivazioni
Il consiglio di stato, presieduto da roberto chieppa, ha confermato integralmente la sentenza del tar, fissando così un precedente giuridico per casi simili. Nel pronunciamento, il collegio ha sottolineato come escludere grimoldi dal beneficio della proroga creerebbe disparità rispetto ad altri concessionari che hanno subito le stesse limitazioni operative durante la pandemia.
Gli effetti della pandemia sul commercio
Il giudizio ha riaffermato che la pandemia ha influito su tutte le attività economiche, impedendo a molti negozianti di utilizzare o trarre ricavi dalle concessioni ottenute. Anche se il comune ha riconosciuto successivamente il rinnovo automatico a grimoldi, ciò non cancella o riduce il diritto alla proroga e alla revisione del pagamento per il periodo emergenziale. Questa sentenza potrebbe influenzare altre concessioni pubbliche a livello locale e nazionale, tenendo conto delle difficoltà imposte dal covid nel corso degli ultimi anni.