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Il comune di reggio calabria senza contratti per il servizio idrico negli uffici e strutture pubbliche

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Il comune di reggio calabria si trova al centro di una polemica per la mancanza di contratti ufficiali per la fornitura del servizio idrico in molte sue strutture pubbliche. Tra gli edifici senza contratto e contatori figurano uffici comunali, impianti sportivi, tribunali e perfino il comando della polizia locale. La questione è emersa dopo una richiesta di accesso agli atti indirizzata a sorical spa, la società che gestisce la rete idrica in calabria. Questa situazione ha generato una denuncia formale rivolta alle autorità giudiziarie e fiscali della città.

Mancanza di contratti e contatori: un vuoto amministrativo di lunga data

In base alle informazioni raccolte da simone antonio veronese, docente e dirigente sindacale della uil scuola di reggio calabria, il comune non ha mai sottoscritto contratti per la fornitura dell’acqua destinata alle sue diverse strutture. Questo vuoto amministrativo riguarda uffici, strutture sportive, cimiteri, tribunali e perfino il comando della polizia locale. Quest’ultimo, in particolare, non dispone di un contatore idrico. Senza questi dispositivi, non è possibile misurare i consumi e quindi determinare con precisione le spese legate al servizio idrico.

La legge in vigore dal 1996 impone l’obbligo di regolarizzare tutte le utenze pubbliche, dotandole di regolamentazioni precise e strumenti di misurazione. Il mancato rispetto di questa norma da parte del comune si traduce in una situazione di incertezza e irregolarità. Senza contratti o misuratori, i consumi effettivi rimangono ignoti. Questo provoca difficoltà nella gestione finanziaria e nella rendicontazione di spese, provocando un buco nelle casse pubbliche.

La situazione è aggravata dal fatto che il comune non ha mai inserito nel proprio bilancio la voce relativa al costo dell’acqua consumata da strutture comunali. Ciò significa che queste spese non risultano contabilizzate formalmente, contribuendo a creare un problema di trasparenza e correttezza amministrativa.

La denuncia e le accuse di furto d’acqua e falso in bilancio

Simone antonio veronese ha trasformato queste irregolarità in una denuncia-querela, presentata alla procura della repubblica di reggio calabria, alla corte dei conti della calabria e al comando provinciale della guardia di finanza. Nel documento si accusa il comune di furto di acqua, poiché i consumi reali non sono mai stati rilevati né pagati. Allo stesso tempo si sottolinea che la mancata registrazione di tali uscite negli esercizi finanziari configurerebbe anche un falso in bilancio.

La denuncia evidenzia come i metri cubi d’acqua mancanti siano stati considerati perdite di rete, sulle quali invece si sarebbero scaricate le spese aggiuntive attraverso le bollette dei cittadini. Questo meccanismo avrebbe provocato il pagamento, da parte della popolazione, di tariffe idriche più elevate rispetto ad altre città d’italia. Le bollette, insomma, avrebbero inglobato costi che non erano stati regolarmente contabilizzati o addebitati agli enti pubblici.

Secondo veronese, l’ammontare del danno economico generato da questa situazione si aggirerebbe tra 2 e 3 milioni di euro. Tale stima nasce dal presupposto che l’acqua consumata dalle strutture comunali non sia mai stata tracciata né finanziariamente riconosciuta nei documenti ufficiali.

Il ruolo del comune e le dichiarazioni del vice sindaco brunetti

Il vice sindaco di reggio calabria, paolo brunetti, noto per la sua esperienza nel campo idrico e tributario, ha rilasciato dichiarazioni contrastanti rispetto a quanto emerso. Brunetti ha ammesso la conoscenza del problema ma ha minimizzato la portata di tali irregolarità. Veronese, tuttavia, evidenzia come brunetti non possa non essere stato a conoscenza della questione. Inoltre, chiede spiegazioni al sindaco affinché intervenga chiarendo la situazione.

La mancata installazione dei contatori, secondo il dirigente sindacale, potrebbe essere stata volontariamente ritardata per far gravare il peso del debito sulle amministrazioni future. Questi sospetti rimarcano la gravità della situazione e la necessità di interventi immediati per risolvere la questione prima di ulteriori aggravamenti.

L’attivazione delle utenze pubbliche e i requisiti normativi

Benedetto Romeo, attivo nella stessa vicenda, ha richiamato la modulistica di sorical per l’attivazione di nuove utenze destinate agli enti pubblici. In questo documento si prevede una casella da selezionare che indica se la richiesta proviene da un ente pubblico. In tal caso, l’ente è tenuto ad allacciarsi formalmente alla rete idrica e a installare contatori per misurare i consumi. Solo così è possibile quantificare l’acqua utilizzata e regolare i pagamenti.

Inoltre, i consumi ante-2023 non sono soggetti a prescrizione, dunque il comune potrebbe dover contabilizzare e saldare consumi arretrati. Ciò comporta una responsabilità finanziaria che non può essere ignorata e richiede una regolarizzazione imminente.

I contatori, oltre a garantire correttezza nella misura, impediscono che le spese vengano scaricate inconsapevolmente sulle bollette dei cittadini. Per questo, la legge impone l’installazione tempestiva, tema particolarmente rilevante per le amministrazioni comunali, che devono garantire trasparenza e correttezza nei rapporti di fornitura di servizi essenziali.

L’assenza dei contratti e dei contatori rappresenta quindi un problema che oltre a creare disguidi sulle tariffe, genera difficoltà nella gestione economica e amministrativa della città. Le autorità competenti stanno ora valutando la documentazione e i rilievi per procedere agli accertamenti necessari.

Written by
Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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