Igor Benedito si scusa in tribunale e accusa la madre per l’omicidio di Fabio Ravasio a parabiago
Igor Benedito rompe il silenzio nel processo per la morte di Fabio Ravasio, accusando la madre Adilma Pereira Carneiro di aver orchestrato l’omicidio travestito da incidente stradale.

Nel processo per la morte di Fabio Ravasio a Parabiago, Igor Benedito ha rotto il silenzio accusando la madre Adilma Pereira Carneiro di un ruolo attivo nell’omicidio, confermando le accuse della Procura. - Unita.tv
Il processo per la morte di Fabio Ravasio, avvenuta il 9 agosto 2024 a parabiago, ha registrato oggi una nuova svolta significativa. Igor Benedito, imputato insieme alla madre Adilma Pereira Carneiro e altri sei, ha rotto il silenzio con dichiarazioni spontanee davanti alla corte d’assise di Busto Arsizio. Ha chiesto scusa per il dolore causato e ha attribuito alla madre un ruolo attivo nell’omicidio, confermando un quadro accusatorio già emerso nel corso delle indagini.
Le parole di Igor Benedito in aula
Davanti ai giudici e ai presenti in tribunale, Igor Benedito ha affrontato direttamente il caso dopo aver visionato foto e filmati che documentano l’incidente fatale. Ha raccontato l’angoscia nel vedere con i propri occhi le conseguenze dell’impatto mortale e quel “volo del corpo” di Ravasio colpito dall’auto guidata da lui. Le emozioni erano tangibili nelle sue parole, cariche di rimorso e sincero pentimento.
Ha ammesso di aver mantenuto il silenzio o di aver mentito in passato per proteggere la sua famiglia, in particolare la madre. Le precedenti dichiarazioni rese al pubblico ministero negavano un coinvolgimento di Adilma Pereira Carneiro. Oggi, invece, Benedito ha cambiato versione e ha riconosciuto che la madre ha avuto un ruolo nell’omicidio, anche se senza fornire al momento dettagli esaustivi. Ha assicurato che “confesserò tutto quando sarà il momento giusto”, ma ha sentito il bisogno urgente di liberarsi da questo peso.
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Ammissione cruciale nel processo
Questa ammissione segna un punto cruciale nel processo, visto che il figlio era fino a ora allineato con la difesa della madre. Ha chiamato in causa anche i fratelli e le sorelle, dicendo di dover pensare a loro e a se stesso, oltre che a chiarire la realtà.
Il contesto dell’omicidio e l’accusa
Fabio Ravasio era il compagno di Adilma Pereira Carneiro, donna di origine brasiliana di 49 anni. La sera del 9 agosto 2024 a parabiago, Ravasio venne investito da un’auto Opel. L’incidente portò alla morte immediata dell’uomo, ma successivamente le indagini scoprivano dettagli inquietanti.
La Procura di Milano contestò la dinamica dell’incidente, sostenendo che si trattò di un omicidio travestito da sinistro stradale. Per l’accusa il gruppo imputato, in particolare la madre di Benedito, avrebbe orchestrato tutto per poter approfittare dell’eredità lasciata da Ravasio dopo la sua morte.
Indagini sulla figura di Adilma Pereira Carneiro
Le indagini si sono concentrate soprattutto sulla figura di Adilma, indicata dai coimputati come la mente dietro la pianificazione. Gli altri otto coinvolti nel processo sono accusati di aver collaborato in vario modo per mettere in atto l’omicidio, facendo apparire il fatto come un tragico incidente.
Le dichiarazioni spontanee degli altri imputati contro la madre
Igor Benedito non è l’unico coimputato a essersi rivolto oggi alla corte con dichiarazioni spontanee. Nei giorni scorsi, altri quattro imputati avevano già preso posizione, chiedendo perdono e attribuendo la responsabilità principale alla 49enne brasiliana. In quei casi la loro accusa verso Adilma Pereira Carneiro è stata più netta e palese, descrivendola come l’ideatrice e organizzatrice del piano.
Questa serie di ammissioni coglie un quadro familiare e criminale complesso, con tensioni interne e dinamiche di protezione reciproca incrinate dopo mesi di silenzi e contraddizioni. Il processo prosegue con l’esame degli altri testimoni e la raccolta delle prove, ma le dichiarazioni di oggi aprono scenari nuovi per le strategie della difesa e per la valutazione della posizione della donna.
L’attenzione resta puntata sul tribunale di Busto Arsizio, dove si deciderà il futuro di tutti gli imputati coinvolti nella tragica vicenda di parabiago.