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I centri massaggi “particolari” a roma tra invisibilità e realtà quotidiana

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Roma nasconde angoli poco noti dove si intrecciano vite, affari in nero e silenzi. Nei quartieri come Tuscolana, Centocelle, Appio e San Giovanni si trovano numerosi centri massaggi che offrono più di un semplice trattamento rilassante. Dietro insegne anonime si cela un mondo fatto di appuntamenti rapidi, pagamenti in contanti e regole non scritte.

Una rete nascosta tra i quartieri romani

In molte zone della Capitale crescono locali che sembrano dedicati al benessere ma nascondono altro. Questi centri sono spesso riconoscibili solo da insegne senza nome o tende tirate davanti alle porte. La clientela arriva tramite messaggi brevi: «Tu venire, citofono rosa, piano terra», un invito secco privo di formalità. Non c’è bisogno di presentazioni né spiegazioni dettagliate.

Il ruolo delle mamasan

Dietro queste comunicazioni ci sono le “mamasan”, donne quasi sempre di origine cinese che gestiscono l’accesso ai locali. Sono loro a scegliere chi entra e a stabilire tempi e costi delle prestazioni offerte. Il sistema è consolidato ed evita qualsiasi contatto diretto con gli operatori più vulnerabili.

Una volta dentro il locale cambia poco rispetto all’immagine pubblica: luci soffuse, incenso nell’aria e musica soft creano un’atmosfera rilassante apparentemente innocua. Ma questa è solo la facciata del vero business che ruota attorno ai cosiddetti “servizi extra”.

Come si svolgono le attività e i prezzi del mercato sommerso

Il prezzo per il massaggio base oscilla tra 40 e 60 euro; tuttavia ciò che avviene dopo può superare i 100 euro senza ricevute o garanzie legali visto che tutto funziona in nero assoluto. Le prestazioni aggiuntive non vengono mai descritte apertamente ma risultano ben note sia agli addetti ai lavori sia alla clientela abituale.

La gestione economica segue percorsi informali: soldi in contanti consegnati alla mamasan o direttamente alle donne impiegate nei locali sotto forma di tariffe fisse o percentuali sui guadagni giornalieri.
Questa economia parallela sfugge al controllo fiscale creando una rete difficile da smantellare anche perché ogni cambio d’insegna o numero telefonico mantiene intatto il meccanismo sottostante.

Dettagli sulle transazioni

Il denaro circola senza garanzie e con criteri stabiliti dalla gestione informale, rendendo complicato il tracciamento e la normativa fiscale.

Condizioni di lavoro delle donne nei centri massaggi

Le giovani impegnate in questi ambienti spesso arrivano dall’estero con la speranza di trovare opportunità dignitose ma finiscono intrappolate in situazioni precarie.
Molte vivono negli stessi appartamenti dove lavorano; spazi stretti trasformati in stanze destinate ad attività borderline tollerate dal silenzio pubblico.
Le giornate sono lunghe, iniziano presto la mattina per finire tardi la sera senza pause né giorni liberi garantiti dalle normative italiane sul lavoro.

Le condizioni sanitarie difficilmente vengono controllate mentre i rischi legati allo sfruttamento aumentano costantemente.
La mancanza di assistenza legale fa sì che pochi parlino apertamente delle loro esperienze temendo ritorsioni oppure perdita del sostegno economico indispensabile per sé stesse o le famiglie rimaste nei paesi d’origine.

Controlli limitati e intervento delle autorità

Nonostante le forze dell’ordine conoscano l’esistenza diffusa dei centri massaggi particolari i controlli restano limitati nel tempo ed efficacia.
I blitz nelle strutture sono sporadici mentre denunce dirette arrivano raramente perché clienti come lavoratrici preferiscono mantenere il riserbo assoluto su quanto accade dietro quelle porte chiuse.

Un fenomeno difficile da arginare

L’intervento giudiziario fatica ad incidere sulla struttura stessa del fenomeno poiché muta continuamente nomi commerciali, indirizzi, numerazione telefonica pur restando ancorato agli stessi territori della città.

Questa situazione alimenta una domanda continua proveniente da clienti variabili: cittadini comuni così come persone insospettabili frequentatori abituali capaci così mantenere quel circuito invisibile alla maggior parte degli osservatori urbani.

Il risultato è una convivenza forzata fra legalità apparente ed attività sommersa difficile da scardinare senza azioni mirate coordinate tra istituzioni pubbliche, enti sociali, associazioni antitratta coinvolgendo direttamente le comunità interessate sul territorio romano.

Written by
Matteo Bernardi

Matteo Bernardi è un blogger versatile che racconta con passione e precisione temi legati a cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute. La sua scrittura unisce rigore informativo e attenzione per i dettagli, con l’obiettivo di offrire ai lettori contenuti aggiornati, accessibili e mai banali. Ogni suo articolo è pensato per informare e stimolare il pensiero critico.

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