
L'album *exploration* dei Calibro 35 unisce sonorità jazz e funk ispirate alle colonne sonore poliziesche italiane anni '70, registrato nello storico studio di Piero Umiliani a Milano, con un approccio creativo che fonde tradizione e modernità. - Unita.tv
L’album exploration dei calibro 35 riprende le sonorità jazz e funk che hanno segnato le colonne sonore di film polizieschi italiani degli anni Settanta. Registrato nello studio storico di piero umiliani a milano, il progetto si collega alla tradizione della musica afroamericana che ha ispirato le tracce di umiliani. La band milanese ha scelto di sviluppare un sound che guarda al passato senza rinunciare a contaminazioni contemporanee, seguendo le proprie radici e al tempo stesso esplorando nuovi territori musicali.
La registrazione nello studio di piero umiliani: un valore aggiunto per il suono del gruppo
Lo studio utilizzato per incidere exploration apparteneva a piero umiliani, compositore noto per aver introdotto il jazz nelle colonne sonore del cinema italiano. I membri dei calibro 35 considerano questo spazio un luogo ideale per lavorare, perché i dettagli e la storia che animano gli strumenti influiscono direttamente sull’atmosfera della registrazione. enrico gabrielli, tra i componenti della band, sottolinea come sentire l’eredità di umiliani coinvolga la performance e stimoli la creatività.
Non si tratta solo di un fatto tecnico, ma di un contatto diretto con un ambiente carico di memorie che appartengono alla tradizione musicale. Gli strumenti originali conservati nello studio accompagnano ogni suono, dando profondità e carattere alle tracce. Questo aspetto non è secondario perché caratterizza la registrazione, consentendo di catturare sfumature difficili da ottenere altrove. Una sorta di dialogo tra generazioni si realizza così mentre la band lavora, e questa dinamica arricchisce il risultato finale.
Un ambiente carico di memorie musicali
Le radici jazz e funk nel lavoro dei calibro 35: un rapporto diretto con la musica afroamericana
Il legame tra i calibro 35 e la musica afroamericana emerge chiaramente nelle scelte sonore e compositive. Il jazz delle colonne sonore di umiliani ha lasciato una traccia nella loro formazione, ma il gruppo ha sempre puntato a un suono che si avvicini più al funk, all’afrobeat e all’afrosoul. Lo stile di percussioni di fabio rondanini, che è il batterista, rappresenta un filo conduttore nel loro dna musicale.
Il loro nome deriva proprio da quel clima poliziesco anni Settanta, quando le colonne sonore italiane facevano largo uso di ritmi incalzanti e armonie ispirate al funk americano. Brani come gasman blues di umiliani hanno segnato un momento importante nel portare il jazz al cinema nazionale, diventando un riferimento per questa generazione di musicisti. I calibro 35 guardano anche a compositori stranieri come herbie hancock e bob james, che hanno contribuito a diffondere nuove idee nel jazz e nella fusion.
Un approccio contemporaneo al jazz
L’approccio della band al jazz si distingue per un distacco dai riferimenti tradizionali. Preferiscono suonare ispirandosi al genere ma senza sentirsi obbligati a una sacralità che, secondo loro, può limitare la libertà creativa di chi improvvisa. Così, ad esempio, sostituire la tromba con il flauto contralto nei brani jazz aiuta a rompere schemi consolidati senza perdere l’essenza della musica.
Impegni attuali e futuri: colonne sonore per serie tv e progetti inediti
I calibro 35 sono attivi anche nel campo delle colonne sonore per film e televisione. Da oltre due anni collaborano con la rai per il remake di una serie tv storica e stanno lavorando alle musiche della terza stagione di blanca, una produzione molto seguita. Inoltre, hanno in corso la preparazione delle tracce per una nuova serie su netflix, che rappresenta un altro passo nel loro percorso professionale.
Accanto a questi impegni televisivi, la band si dedica anche alla realizzazione di una colonna sonora per un documentario riguardante una figura di rilievo della letteratura americana. Questo conferma l’attenzione verso progetti che richiedono una musica che sappia riflettere atmosfere specifiche e complesse.
Nonostante una produzione così intensa, exploration rappresenta il lato più spontaneo e liberatorio della loro musica. Suonare pezzi ispirati a herbie hancock, in particolare, aiuta il gruppo a mantenere un equilibrio tra le richieste commerciali e la passione artistica. Il lavoro con le colonne sonore ha affinato la capacità di adattarsi senza rinunciare all’identità, creando un legame tra le esigenze professionali e il piacere di suonare.