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Gli effetti della rappresaglia iraniana contro gli usa e la sicurezza dei militari italiani in medio oriente

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Le tensioni tra iran e Stati Uniti hanno portato a una serie di attacchi missilistici nelle ultime ore, con alcune basi americane nel golfo persico nel mirino. L’Italia, pur coinvolta indirettamente attraverso le proprie missioni militari nella regione, non ha subito danni o perdite. Le forze italiane sono state spostate preventivamente in aree sicure per evitare rischi durante le fasi più critiche della rappresaglia. La situazione rimane delicata soprattutto nelle acque del mar rosso e dello stretto di Hormuz.

La risposta italiana agli attacchi iraniani: precauzioni e spostamenti dei contingenti

Quando i missili iraniani hanno preso di mira diverse basi statunitensi in medio oriente, tra cui quella americana ad Al Udeid vicino a Doha , l’esercito italiano era già intervenuto per tutelare i propri militari presenti nella zona. Dieci aviatori italiani che operano alla base qatariota erano stati trasferiti prima degli attacchi in una posizione considerata sicura dalle autorità italiane. Fonti della difesa spiegano che questa mossa rientrava nelle ipotesi operative previste nei giorni precedenti, quindi il rischio era noto ed evitabile.

La stessa attenzione è stata riservata alle truppe italiane impegnate in Iraq dove si trovano oltre mille soldati e carabinieri distribuiti principalmente tra Erbil e Baghdad. I razzi diretti alla base americana di Ain al-Asad non hanno coinvolto direttamente i militari italiani perché le unità nazionali si trovavano lontano dall’area colpita o avevano già adottato misure cautelative come rifugiarsi nei bunker, specialmente nel Kuwait dove alcuni uomini erano stati trasferiti pochi giorni prima dell’escalation.

Il ministro della difesa Crosetto ha confermato che tutte le procedure di sicurezza sono state messe rapidamente in atto per garantire la protezione delle truppe nazionali dislocate nei vari paesi del golfo persico. Ha inoltre specificato che queste mosse preventive fanno parte delle strategie elaborate dai tecnici del ministero per far fronte a scenari simili senza mettere a rischio il personale italiano.

Tensioni marittime nel mar rosso: il ruolo cruciale dell’operazione aspides

L’attenzione internazionale si concentra anche sulle acque del mar rosso dove opera la missione europea Aspides con un contributo significativo da parte italiana tramite la nave Andrea Doria. Questa missione ha un mandato difensivo volto a proteggere il traffico commerciale minacciato dagli attacchi delle milizie houthi yemenite schierate contro Israele dal 7 ottobre scorso insieme all’asse guidato dall’Iran.

Dall’inizio degli scontri, gruppi yemeniti hanno preso di mira navi cargo e petroliere con l’obiettivo dichiarato di ostacolare forniture verso Israele provocando una risposta internazionale che ha portato alla costituzione sia da parte degli Stati Uniti sia dell’unione europea di task force navali incaricate della salvaguardia della navigazione libera lungo rotte strategiche fondamentali per l’economia globale.

La nave Andrea Doria ospita il comandante greco ma è previsto un cambio al vertice entro fine luglio quando un ufficiale italiano prenderà il comando dell’intera operazione nell’area caratterizzata da alta tensione geopolitica.

Lo stretto di hormuz fra minacce iraniane e impegni diplomatici europei

Lo stretto di Hormuz resta uno snodo fondamentale perché attraverso questo passaggio transita quasi un terzo del petrolio mondiale destinato ai mercati internazionali. L’Iran continua ad alimentare minacce sul possibile blocco dello stretto mettendo sotto pressione governi regionali ed europei preoccupati dalla stabilità energetica globale.

Il ministro degli esteri Antonio Tajani ha recentemente evidenziato l’importanza mantenere aperte rotte commercialmente vitali durante incontri con rappresentanti iraniani come Araghchi sottolineando anche quanto contino iniziative come Aspides per garantire navigazioni sicure evitando escalation più gravi nell’area mediorientale così delicata dal punto di vista politico-militare.

Oltre ad Aspides ci sono altre missioni promosse dall’Ue finalizzate a controllare sicurezza marittima nella regione come Atalanta dedicata al contrasto della pirateria sulla costa somala – ora ridimensionata dopo il ritorno in Italia dalla fregata Rizzo – oppure Emasoh creata nel 2020 proprio per tutelare rotte commerciali ma oggi priva momentaneamente di navi operative causando qualche preoccupazione sui rischi residui lungo quelle vie d’acqua cruciali fra golfo persico ed oceano indiano.

Operazioni navali italiane e europee: uno scenario complesso

Le operazioni navali italo-europee mostrano dunque uno scenario complesso ma gestito attentamente con lo scopo primario di evitare il coinvolgimento diretto dei nostri militari mentre continuano monitoraggi serrati scenari militari allargati intorno ai punti nevralgici quali Qatar, Iraq, Kuwait, mar rosso, Hormuz.

Written by
Serena Fontana

Serena Fontana è una blogger e redattrice digitale specializzata in cronaca, attualità, spettacolo, politica, cultura e salute. Con uno sguardo attento e una scrittura diretta, racconta ogni giorno ciò che accade in Italia e nel mondo, offrendo contenuti informativi pensati per chi vuole capire davvero ciò che succede.

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