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Gli attacchi informatici al sistema sanitario mettono a rischio dati sensibili e servizi essenziali

La crescente vulnerabilità dei dati sanitari nel mondo digitale richiede politiche coordinate e responsabilità individuali per proteggere la sicurezza dei pazienti e garantire il funzionamento degli ospedali.

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L’articolo evidenzia i crescenti rischi di cyberattacchi ai dati sanitari, sottolineando l’importanza di politiche coordinate e responsabilità individuale per proteggere informazioni sensibili e garantire la continuità dei servizi ospedalieri. - Unita.tv

Il mondo digitale ha invaso ogni aspetto della vita quotidiana, e la sanità non fa eccezione. I dati personali legati alla salute rappresentano un patrimonio prezioso ma estremamente vulnerabile. Negli ultimi anni la criminalità informatica ha rivolto un’attenzione crescente a questo settore, mettendo in pericolo non solo le informazioni, ma anche i servizi sanitari stessi. Il dibattito su come difendere questi dati è al centro dell’attenzione istituzionale in Italia e nel mondo.

La quantità di dati sanitari e l’esposizione al rischio cyber

Nunzia Ciardi, vicedirettrice generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale , ha portato il tema al convegno di Ancona nel 2025, organizzato dalla Regione Marche insieme a Acn. Nel corso dell’incontro ha ricordato che oggi esistono più dispositivi connessi che persone: circa 8,78 a testa. Ogni giorno si genera un volume enorme di dati digitali, che secondo le previsioni raddoppieranno ogni 24 ore. Questa crescita esponenziale fa salire la posta in gioco: un’intera mole di informazioni è continuamente esposta a tentativi di furto o manipolazione.

Il dato sanitario è particolarmente appetibile, per certi versi più di altri. Contiene elementi irriproducibili, legati alla storia clinica di ogni individuo. Per questo motivo è facile comprenderne il valore per chi opera nel cybercrime o con finalità geopolitiche. I dati sanitari permettono di commettere truffe, furti d’identità, e possibili ricatti. Ciardi ha sottolineato che, nelle scelte dei criminali informatici, questi dati sono ormai un obiettivo primario.

Il grave attacco informatico al settore sanitario negli stati uniti

Nel 2024 negli Stati Uniti si è verificato uno degli attacchi più devastanti mai registrati nel mondo della sanità. Un’infrastruttura critica è stata violata, comportando il furto di dati personali di 190 milioni di pazienti. Un’azienda ha dovuto pagare un riscatto di 22 milioni di dollari per limitare i danni, ma le perdite complessive si sono stimate in oltre 3 miliardi di dollari.

Questo episodio mette in luce quanto sia alto il valore dei dati sanitari sul mercato nero. Una singola cartella clinica può arrivare a costare fino a mille dollari, mentre una carta di credito ne vale al massimo trenta. Lo si spiega con la natura unica dei dati sanitari, che sono immutabili e contengono informazioni sensibili usabili in vari modi illeciti. Lo sfruttamento di tali dati può coinvolgere truffe complesse e causare danni a lungo termine alle vittime.

Il cybercrime e la necessità di politiche coordinate per la difesa

Secondo Ciardi, il fatturato del cybercrime supera ormai i 10 trilioni di dollari ogni anno. Se fosse un Paese, questa economia criminale sarebbe la terza più grande al mondo, dietro solo a Stati Uniti e Cina. Questo dato dimostra la portata del fenomeno e la difficoltà nel contrastarlo solo con azioni isolate. La risposta deve essere rigorosa e coinvolgere diversi attori: istituzioni, agenzie di sicurezza, forze dell’ordine e operatori sanitari.

In Italia, la legge 90 del 2024 costituisce un punto di svolta, perché impone un’azione coordinata per la prevenzione e la risposta agli attacchi cyber nel sistema sanitario. Gli episodi recenti mostrano come non venga colpito solo un database o un archivio digitale. Interi ospedali sono bloccati, con conseguenze gravi: radioterapie sospese, sacche di sangue inutilizzabili, pronto soccorso chiusi temporaneamente. Questi attacchi mettono a rischio sicurezza e salute dei pazienti, impedendo l’erogazione di servizi fondamentali.

Responsabilità individuale e misure di sicurezza da adottare

La sicurezza informatica non è solo una faccenda delle istituzioni; riguarda anche ogni singola persona che usa sistemi digitali. Nunzia Ciardi ha richiamato l’attenzione su un dato significativo emerso nell’attacco americano: “l’intrusione era avvenuta tramite username e password rubate, mentre mancava l’autenticazione a due fattori.” Questo significa che l’episodio non è stato opera di super hacker, ma il risultato di negligenza nelle pratiche di sicurezza.

In effetti, molte violazioni avvengono perché gli utenti non adottano misure basilari per proteggere i propri dati. La cybersicurezza è un impegno condiviso, che parte dalle istituzioni ma passa dall’attenzione e dalla responsabilità individuale. La gestione di password robuste, l’attivazione di sistemi di doppia autenticazione e una maggiore consapevolezza possono ridurre sensibilmente i rischi.

Questi temi restano aperti e urgenti, mentre il digitale occupa ogni volta più spazio. Il settore sanitario continua a essere un obiettivo appetibile per chi vuole sfruttare le falle della rete. La sfida resta proteggere non solo i dati personali, ma anche la capacità degli ospedali di funzionare senza interruzioni, per garantire cure tempestive e sicure a tutti i cittadini.