Il 24 aprile 2025 avrebbe segnato il 24° compleanno di Giulia Cecchettin, vittima di un omicidio compiuto dall’ex fidanzato nel novembre 2023. La sua famiglia continua a mantenere viva la memoria e a promuovere temi fondamentali come la lotta alla violenza di genere e l’inclusione sociale. Gino Cecchettin, papà di Giulia, è una voce importante in questo percorso. A Milano, durante il recente Festival dei diritti umani, ha raccontato la sua esperienza e spiegato l’urgenza di un cambiamento culturale e sociale nel nostro Paese.
Il peso del ricordo e la nascita di una fondazione intitolata a giulia
Per Gino Cecchettin il 24 aprile non è più un giorno di festa, anzi: «È un giorno intriso di dolore. Non è più solo un compleanno, ma un ricordo», ha detto davanti agli studenti dell’Università di Padova. La sua sofferenza è qualcosa che vive ogni giorno, da quando ha perso Giulia, ma non si è fermato al dolore. Ha dato vita a una fondazione che porta il nome della figlia. Questa organizzazione si impegna nel contrasto della violenza di genere e nella promozione dei diritti sociali.
Sui social, Gino ha voluto condividere messaggi carichi di tenerezza per la figlia, come il commovente “Buon compleanno amore”. Anche la sorella di Giulia, Elena, si è espressa in modo toccante, affidandosi a un verso di Edwin Rosen: «Quando tutto brucia per te / Sì, forse anche io». Elena ha aggiunto: «Oggi avresti compiuto gli anni che avevo io quando ti ho persa per sempre». Queste parole riassumono l’ombra che pesa su famiglia e amici, e allo stesso tempo sottolineano come la memoria di Giulia continui a vivere.
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Dal dolore all’impegno sociale: l’intervento al festival dei diritti umani
Gino Cecchettin è stato ospite al Festival dei diritti umani di Milano dove ha preso la parola mercoledì scorso, con un intervento intitolato “C’è ancora bisogno di fare rumore”. Nel suo discorso ha descritto un’Italia dove la violenza di genere e l’esclusione sociale restano realtà ancora radicate, nonostante la maggiore attenzione pubblica. Ha spiegato come la lotta contro queste dinamiche richieda una trasformazione culturale profonda e collettiva, capace di superare resistenze e paure diffuse.
Secondo Cecchettin, molte parole legate ai cambiamenti sociali, come “diritti” o “patriarcato”, generano ancora sdegno e divisione. Molti temono che una società più equa tolga loro qualcosa. Aggiunge che spesso non si conosce davvero il significato di certi termini e questo alimenta diffidenza. Serve, secondo lui, superare barriere mentali costruite nel tempo e partire da un confronto più aperto sui vocaboli stessi, per arricchire la discussione e insieme migliorare la convivenza.
Critiche e attacchi sociali: la difficile esperienza di chi denuncia la violenza
Il lavoro di Gino Cecchettin si confronta anche con l’ostilità di alcuni, sia in rete sia nella società. Ha ricevuto insulti e critiche da chi non vuole affrontare il tema della violenza domestica o di genere. Ci è voluto tempo per abituarsi a queste reazioni e imparare a ignorarle senza rinunciare a denunciare.
Gino ha sottolineato un fatto importante: quando si parla maggiormente di diritti, aumentano le segnalazioni ai centri antiviolenza e le denunce alle forze dell’ordine. Non sono solo numeri, ma vite in pericolo. Proprio dalla sua tragica esperienza personale ha imparato a capire quanto valga ogni esistenza umana, un valore spesso sottovalutato.
L’influenza della musica nella formazione delle nuove generazioni sulle tematiche sociali
Una battaglia alla quale Gino Cecchettin ha dedicato attenzione riguarda i testi musicali sessisti o violenti. Ha chiesto a cantanti, musicisti e case discografiche di contenere contenuti offensivi o degradanti. La musica, da sempre, rappresenta un modello molto forte soprattutto per gli adolescenti. La figura del “musicista ribelle” ha un impatto non indifferente in chi cresce.
Tuttavia, secondo Cecchettin, diventando adulti si deve prendere coscienza che la chiave di una vita sana sono le relazioni rispettose. Molti artisti, col tempo, hanno cambiato stile di vita e messaggi. La musica può raccontare problemi sociali e dare voce al disagio, ma deve avere una funzione costruttiva, mai alimentare la sopraffazione o l’odio.
Insegnamenti dai figli e prospettive future sulla società italiana
Nel libro “Cara Giulia” Gino Cecchettin scrive che anche i genitori possono imparare dai propri figli. Per lui sono stati davvero i loro insegnamenti a cambiare molti punti di vista. Elena gli ha mostrato l’importanza dei diritti sociali, mentre Giulia gli ha insegnato a scoprire il positivo anche nei momenti più duri. Davide, l’altro figlio, ha dimostrato in modo concreto che è possibile essere uomini senza aderire a stereotipi maschili tradizionali e restrittivi.
Riguardo al cammino verso una società più giusta ed equilibrata, Cecchettin osserva come alcuni modi di pensare sessisti stiano trovando sempre meno spazio. Notevoli cambiamenti sociali sono già in corso, spinti soprattutto dalle nuove generazioni. Il processo non si potrà fermare perché risponde alle esigenze di una realtà che cambia e richiede nuove consapevolezze.