
A Milano, giovani palestinesi hanno tentato di organizzare un corteo contro gli accordi militari Italia-Israele, bloccato dalla polizia a Porta Venezia; la protesta proseguirà con un nuovo corteo sabato 14 giugno. - Unita.tv
Domenica a Milano, un gruppo di giovani palestinesi ha cercato di organizzare un corteo per chiedere la fine degli accordi militari tra Italia e Israele e la rottura dei legami con l’entità sionista. La manifestazione, prevista fino alla Prefettura, è stata impedita dalla polizia, che ha bloccato i partecipanti all’altezza di Porta Venezia. La protesta ha visto la partecipazione di diverse realtà associative e ha messo in evidenza le tensioni legate a queste rivendicazioni nella città.
Il blocco e l’intervento della polizia a porta venezia
I giovani palestinesi si sono radunati intorno alle 14.30 di domenica a Porta Venezia con l’intenzione di marciare in corteo fino alla Prefettura di Milano. Poco dopo l’avvio, le forze dell’ordine li hanno fermati e circondati in quella zona. La questura ha vietato il prosieguo del corteo, motivando la decisione con la presunta scarsità di agenti disponibili per garantire la sicurezza pubblica.
Critica dei manifestanti
La critica dei partecipanti si è subito fatta sentire, dal momento che sulla scena si contavano numerosi camionette e un evidente dispiegamento di polizia in tenuta antisommossa. I manifestanti, visibilmente contrariati, hanno definito la giustificazione della questura come una “vergogna”, ironizzando sui numeri dichiarati di carenza di personale. Questo episodio ha alimentato ulteriormente il dissenso e ha sottolineato la distanza tra le autorità e i cittadini palestinesi che volevano far sentire la propria voce in modo pacifico.
Le richieste e le rivendicazioni dei giovani palestinesi
Durante il presidio, i partecipanti hanno mostrato bandiere palestinesi e uno striscione che recitava “Fermiamo il sionismo con la resistenza”. Gli organizzatori hanno ribadito come questa manifestazione non fosse solo simbolica, ma carica di precise richieste. Tra le più importanti c’è la richiesta al Comune di Milano di non restare in silenzio sul conflitto in corso da oltre due anni in Medio Oriente, definito con durezza un genocidio.
La decisione di protestare ha voluto richiamare l’attenzione della cittadinanza e delle istituzioni locali su un tema che nella loro visione merita maggior impegno e partecipazione. La scelta di un corteo fino alla Prefettura, luogo istituzionale per eccellenza, evidenzia il tentativo di portare la questione anche sul piano politico e amministrativo, coinvolgendo direttamente chi gestisce il territorio.
Il presidio pomeridiano in piazza san babila e le prossime iniziative
In serata, verso le 17, un altro gruppo composto dall’Associazione palestinesi d’Italia e dal Centro sociale Vittoria, insieme ad altre realtà, ha organizzato un presidio in piazza San Babila. Il raduno è nato dalla volontà di evitare un corteo per ragioni di sicurezza e per il contesto delle prossime giornate referendarie.
Festa del Sacrificio e significato della protesta
Questo appuntamento, inoltre, ha coinciso con la festa del Sacrificio, celebrata venerdì e sabato, che ha assunto un significato speciale nella protesta. Gli organizzatori hanno sottolineato come “mentre gli italiani celebrano questa ricorrenza, a Gaza si viva un momento di dolore e sofferenza, caratterizzato da continui sacrifici per preservare un minimo senso di umanità”.
Hanno anticipato un ulteriore momento di mobilitazione previsto per sabato 14 giugno, con un corteo che partirà da Piazzale Piola alle 17 per arrivare a Lambrate, confermando l’impegno della comunità palestinese milanese nella mobilitazione.
Gli eventi di questa giornata mostrano la volontà di mantenere alta l’attenzione su un tema complesso e delicato attraverso modalità di protesta pacifiche ma determinate, in una città che si trova al centro di tensioni internazionali protratte da anni. La presenza delle forze dell’ordine e il loro approccio hanno contribuito a creare uno scontro che testimonia le difficoltà di coniugare manifestazioni di piazza e misure di sicurezza. L’appuntamento di sabato sarà un altro snodo importante per capire come si evolverà la partecipazione e la risposta istituzionale nelle prossime settimane.