Il 29 giugno scorso un gruppo di giovani dell’associazione “Un posto in cui tornare” ha raggiunto Punta Penia, la vetta più alta della Marmolada, per commemorare le undici persone morte nel tragico crollo del ghiacciaio avvenuto il 3 luglio 2022. Tra loro anche Riccardo Franchin, l’ingegnere vicentino che ha vissuto in prima persona quella tragedia e che oggi si impegna a diffondere consapevolezza sul cambiamento climatico. La salita è stata accompagnata da Stefano Coter, soccorritore alpino presente al momento dell’incidente.
La salita a punta penia come gesto di memoria e sensibilizzazione ambientale
L’ultima domenica di giugno ha visto un piccolo gruppo di ragazzi partire da Canazei con l’obiettivo preciso di raggiungere Punta Penia. Questi giovani fanno parte dell’associazione “Un posto in cui tornare”, nata proprio per mantenere viva la memoria delle vittime della Marmolada e soprattutto per ricordare Nicolò Zavatta, il più giovane tra loro. La scelta della data non è casuale: il clima caldo e limpido richiamava quello del giorno fatale nel 2022.
Riccardo Franchin era uno dei pochi sopravvissuti al distacco del seracco quel giorno. Il suo racconto porta con sé una forte carica emotiva: “Ho vissuto tante emozioni durante la salita – dice – dopo tre anni molto è cambiato ma questa montagna resta un luogo speciale”. Nonostante abbia perso amici durante quella tragedia non nutre rancore verso la montagna stessa ma indica chiaramente il cambiamento climatico come causa principale degli eventi.
Accanto a lui erano presenti anche Andrea Franchin, suo cugino, Nicola Stecco e Leonardo Marodin membri attivi nel direttivo dell’associazione. Insieme hanno voluto lasciare sulla croce posta sulla vetta un adesivo simbolico dell’associazione che rappresenta un messaggio chiaro: non dimenticare mai quanto accaduto.
Condizioni critiche del ghiacciaio marmolada tra rischi e nuove vie d’accesso
Il ghiacciaio della Marmolada continua a mostrare segni evidenti dello scioglimento causato dal riscaldamento globale; Stefano Coter, esperto soccorritore alpino altoatesino presente alla spedizione ricorda come la situazione sia ancora delicata. Le regole per salire lungo la via Normale restano rigide: occorre partire nelle prime ore mattutine ed essere dotati delle giuste competenze tecniche oltre all’attrezzatura adatta.
Coter sottolinea però che se le temperature elevate dovessero persistere sarà necessario abbandonare questa via tradizionale perché troppo esposta ai rischi legati al deterioramento glaciale. In alternativa si potrà utilizzare la ferrata Cresta Ovest una via meno soggetta ai movimenti instabili ma comunque impegnativa dal punto di vista tecnico.
Questa evoluzione rappresenta uno scenario concreto che gli amanti della montagna devono tenere ben presente quando programmano escursioni o scalate sulle Alpi orientali soprattutto nella stagione estiva dove i fenomeni climatici estremi diventano sempre più frequenti.
Commemorazione ufficiale delle vittime nella chiesa parrocchiale di canazei
La comunità locale si prepara ad accogliere una cerimonia religiosa dedicata alle undici persone decedute durante il crollo sul ghiacciaio Marmolada avvenuto esattamente tre anni fa. Il prossimo 3 luglio alle ore 18 nella chiesa parrocchiale di Canazei verrà celebrata una messa in loro memoria.
I nomi ricordati saranno quelli dei dieci italiani Filippo Bari, Liliana Bertoldi, Paolo Dani, Erica Campagnaro, Davide Miotti, Manuela Piran, Tommaso Carollo, Gianmarco Gallina, Nicolò Zavatta oltre al turista straniero Martin Ouda. L’iniziativa vuole offrire uno spazio pubblico dove familiari amici ed escursionisti possano ritrovarsi insieme senza dimenticare ciò che è successo su quelle pendici alpine così fragili ma amate da tanti appassionati della montagna.
Questo appuntamento assume particolare rilievo dopo gli eventi drammatici degli ultimi anni legati alla crisi climatica perché mette in luce i rischi realissimi legati all’ambiente naturale mentre conferma l’importanza dei valori umani dietro ogni scalata o camminata verso queste vette alpine sempre più vulnerabili.