La morte di un giovane opraio kosovaro di 24 anni ha scosso la comunità di lambrate, milano. Endrit Ademi lavorava a tempo indeterminato nel settore edile ed era residente a rovato, in provincia di brescia. L’incidente, avvenuto in un cantiere in via Bassini 39, ha riportato al centro il tema delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. La procura di milano ha aperto un’inchiesta per chiarire dinamiche e responsabilità dell’accaduto.
Chi era endrit ademì, il giovane morto sul lavoro a lambrate
Endrit Ademi era nato nel villaggio di shala, vicino a lipjan in kosovo. Da sei anni viveva in italia, dove aveva trovato un impiego stabile presso l’azienda edile morina. I colleghi lo descrivono come un ragazzo serio, discreto e dedito al lavoro. Il ricordo che resta tra chi lo conosceva è quello di un lavoratore affidabile e gentile, capace di farsi voler bene sul posto di lavoro.
Il giovane aveva costruito una vita tra due paesi, restando legato alle radici in kosovo ma trovando un equilibrio in italia. I social mostrano un ragazzo curioso, con interesse per viaggi e natura, che amava condividere immagini di paesaggi lacustri e metropoli. Qualche giorno prima della tragedia, era stato a vienna con i suoi fratelli, come attestano alcune foto recentemente pubblicate. La famiglia vive ancora fra kosovo e austria, mentre endrit aveva scelto l’italia come terra d’opportunità professionale.
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Il dolore dei colleghi che lo vedevano ogni giorno è profondo. In via Bassini 39, dove è avvenuto l’incidente, molte persone si sono fermate per ricordarlo e cercare di elaborare un lutto così improvviso.
La reazione della comunità di rovato e il cordoglio del sindaco
La tragica notizia è arrivata anche a rovato, paese d’origine della famiglia di endrit. Il sindaco tiziano belotti ha espresso pubblicamente il senso di sgomento per la morte di un ragazzo così giovane e in piena attività lavorativa. Ha sottolineato quanto sia inaccettabile perdere la vita per guadagnarsi una giornata, specie a quell’età.
L’intera comunità si è stretta attorno ai familiari di endrit, condividendo il dolore per una perdita che lascia un segno profondo. La vicinanza si è manifestata con messaggi e presenze, sottolineando il valore della vita umana al di sopra di ogni altro interesse. Il primo cittadino ha definito l’episodio come una tragedia crudele che colpisce senza distinzioni.
Le parole del sindaco rispecchiano un sentimento diffuso che va oltre la comunità locale, riportando l’attenzione sul dramma troppo spesso nascosto degli incidenti sul lavoro.
Le indagini aperte dalla procura di milano sulle morti nei luoghi di lavoro
La procura di milano ha avviato un’indagine per ricostruire la dinamica dell’incidente che ha causato la morte di endrit. Il pubblico ministero maria cristina ria ha disposto l’autopsia per chiarire causa e modalità del decesso. Il ragazzo risultava assunto regolarmente, e l’obiettivo principale è stabilire se le misure di sicurezza fossero adeguate nel cantiere.
Parallelamente, un’altra inchiesta è stata aperta in seguito alla morte di roberto vitale, 60 anni, schiacciato da una motrice nel deposito dhl a carpiano, sempre nella provincia di milano. Questi episodi segnano un momento critico nella valutazione delle condizioni di lavoro in alcune aziende.
Personale tecnico dell’ats, vigili del fuoco e polizia locale hanno lavorato sul luogo dell’incidente per raccogliere prove, testimonianze e intervenire sulle eventuali criticità strutturali. Le autorità si muovono con attenzione, consapevoli della delicatezza e della complessità dei casi.
L’ultimo giorno di lavoro e le testimonianze dei colleghi
Nel giorno della tragedia, endrit avrebbe dovuto svolgere un intervento di poca difficoltà, secondo quanto riferito dai colleghi. Nonostante l’apparente semplicità del compito, è bastato un attimo per mettere fine alla sua vita. Il senso di sbigottimento e impotenza si percepisce nelle parole di chi lavorava con lui.
Il flusso di persone davanti al palazzo di via Bassini 39 è stato intenso, tra conoscenti e operatori impegnati nella ricostruzione dei fatti. Alcuni colleghi hanno manifestato il desiderio di offrire conforto alla famiglia, cercando un contatto per portare la notizia nel modo più umano possibile.
Un rappresentante di un’altra azienda di edilizia presente sul luogo ha raccontato di aver conosciuto endrit da quasi un anno. La sua esperienza quotidiana testimonia la fragilità delle vite che si intrecciano nei cantieri, dove anche un’incidente piccolo può diventare fatale. Il ricordo di quel giovane operaio si mescola alla realtà di un mestiere ancora segnato da rischi che non si possono ignorare.