L’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ospite nel carcere romano di Rebibbia dal 31 dicembre 2024, ha affidato al suo avvocato un appello rivolto alla politica. Alemanno invita i rappresentanti istituzionali a entrare nelle celle per osservare con i propri occhi le difficoltà e la durezza della vita carceraria. Le sue parole puntano l’attenzione sulle condizioni ambientali e sulla gestione interna della struttura.
Possibili forme di protesta coinvolgendo politica ed associazioni
Alemanno non esclude l’ipotesi che si possano mettere in atto proteste mirate proprio a sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso il coinvolgimento diretto degli esponenti politici oltreché delle associazioni impegnate sul tema dei diritti dei detenuti.
Queste iniziative potrebbero consistere in visite guidate all’interno del carcere oppure manifestazioni pacifiche capaci richiamare attenzione sui problemi strutturali ma anche sulle conseguenze umane derivate dall’attuale gestione penitenziaria italiana.
Tale strategia nasce dalla volontà esplicita dello stesso ex sindaco romano ma anche dalle richieste formulate da gruppi organizzati attivi nell’ambito della tutela delle persone private della libertà personale; vuole portare ad un confronto più aperto sul tema evitando che episodi simili rimangano nascosti dietro mura troppo spesso impermeabili alle critiche sociali ed istituzionali.
Condizioni ambientali e sovraffollamento nella casa circondariale di rebibbia
Rebibbia è un carcere costruito con materiali prevalentemente metallici che amplificano gli effetti del caldo estivo. Secondo il racconto dell’avvocato Edoardo Albertario, Alemanno vive in una cella condivisa con altre cinque persone in spazi ristretti dove la temperatura raggiunge livelli proibitivi durante i mesi più caldi. Queste caratteristiche strutturali fanno sì che l’ambiente diventi insostenibile, aggravando ulteriormente una situazione già difficile per chi è sottoposto a detenzione.
La composizione delle celle non lascia molto spazio alla privacy o al riposo necessario ai detenuti. Il sovraffollamento amplifica disagio e tensioni tra chi vi abita da mesi o anni. Le difficoltà climatiche si aggiungono alle problematiche legate all’organizzazione interna del carcere stesso, provocando malesseri fisici e psicologici tra gli ospiti.
Segnalazioni precedenti su tentativi di suicidio nel periodo del g8
Nel corso degli eventi legati al G8 tenutosi alcuni anni fa a Genova, la struttura carceraria ha già fatto registrare episodi preoccupanti come tentativi di suicidio da parte dei detenuti. Questi casi hanno messo sotto accusa le modalità gestionali e le condizioni interne delle prigioni italiane in generale.
L’avvocato Albertario cita questi fatti come esempio concreto della necessità urgente di denunciare pubblicamente ciò che avviene dentro Rebibbia oggi: situazioni estreme vissute quotidianamente dai reclusi senza adeguata assistenza o intervento tempestivo da parte delle autorità competenti.
Contesto giudiziario dell’arresto e detenzione attuale
Gianni Alemanno è stato condannato definitivamente per influenze illecite durante lo svolgimento delle sue funzioni politiche passate; dopo aver ottenuto misure alternative alla detenzione inizialmente imposte dal giudice di sorveglianza non ha rispettato tali obblighi risultando così destinatario dell’esecuzione immediata della pena detentiva presso la casa circondariale romana.
Il suo ingresso nel penitenziario risale quindi alla fine dello scorso anno quando sono state revocate tutte le concessioni precedenti relative agli arresti domiciliari o altri tipi restrittivi meno gravosi rispetto all’incarcerazione tradizionale; questo passaggio ha consentito ai media ed agli osservatori sociali maggior accesso alle informazioni riguardanti sia lui sia lo stato interno del carcere stesso dove oggi si trova rinchiuso insieme ad altri condannati appartenenti a differenti profili criminali ed amministrativi.