Genitori e scuole in attesa da anni del cantiere bloccatosi a via strozzi: nuova manifestazione per la primaria massaua
Le famiglie della primaria Massaua di Milano protestano per i ritardi nella costruzione del nuovo edificio in via Strozzi, evidenziando l’impatto negativo sulla comunità e sugli studenti.

Le famiglie della primaria Massaua a Milano protestano per i ritardi nell’avvio dei lavori del nuovo edificio in via Strozzi, bloccati da problemi burocratici e tecnici, mentre la scuola continua a operare in strutture temporanee inadeguate. - Unita.tv
Da ormai diversi anni, le famiglie degli studenti della primaria Massaua attendono l’apertura del nuovo edificio scolastico a via Strozzi. Nonostante le promesse fatte e la necessità evidente di spazi migliori, il cantiere non ha ancora visto movimenti concreti. La mattina di oggi i genitori si ritroveranno nuovamente nel terreno designato per ribadire l’urgenza di lavori che tardano a partire, in un’area che riguarda due municipi di Milano e pesa sull’intera comunità. I rallentamenti burocratici e le difficoltà tecniche della bonifica frenano le attese, mentre la vita scolastica si adatta a soluzioni provvisorie e poco soddisfacenti ormai da anni.
Il punto di vista del dirigente scolastico e le prospettive per il futuro
Il dirigente scolastico Manfredo Tortoreto definisce la situazione “estenuante” e sottolinea il sentirsi bloccato dalla burocrazia, che annulla i progressi apparentemente fatti. Anche se il progetto è considerato valido e promettente, le incertezze temporali continuano a pesare parecchio. Secondo lui, il progetto proporrà spazi interessanti come auditorium e palestra, ma la lentezza rischia di sminuirne l’impatto.
Nonostante tutto, c’è un segnale positivo che emerge dall’istituto: dopo un calo delle iscrizioni, dovuto anche ai problemi strutturali, a settembre la scuola prevede di avere due classi prime. La qualità dell’offerta educativa e un metodo didattico tradizionale ripagano gli sforzi del corpo docente e convincono le famiglie, anche quelle fuori dal bacino storico della scuola.
Il dirigente richiama il fenomeno del “white flight”, spostamenti di famiglie verso scuole diverse per evitare luoghi percepiti problematici. La massaua riesce a trattenere e attrarre gli studenti con un percorso scolastico solido e riconosciuto, una sfida importante in un contesto di difficoltà infrastrutturali.
Come si trovano ora gli studenti e la comunità dopo la chiusura della vecchia scuola
Gli studenti della Massaua sono stati riallocati temporaneamente in due plessi di via Scrosati, già interessati dalla presenza della primaria Scrosati e della scuola media Cardarelli. Questo ha significato un sovraffollamento e una convivenza non facile tra diverse classi e fasce d’età. Le famiglie ricordano soprattutto la difficoltà mostrata dai bambini, costretti a spostarsi e a convivere con soluzioni provvisorie che durano ormai da parecchi anni.
Questa situazione, oltre a incidere sulla qualità dell’esperienza scolastica, crea un impatto pesante anche nel quartiere. La promessa di riqualificazione dell’area di via Strozzi riguarda l’intero territorio, che si estende fra il Municipio 6 e il Municipio 7. Un cantiere fermo crea un vuoto urbano e rallenta il miglioramento della zona.
La mobilitazione di oggi nasce anche da questo: i genitori invitano tutta la cittadinanza a partecipare e mantenere alta la pressione affinché il progetto della nuova primaria torni al centro dell’attenzione con lavori concreti e tempi certi.
La lunga attesa della nuova primaria massaua e i problemi del cantiere via strozzi
La scuola primaria Massaua sta vivendo un periodo difficile dal 2020, quando la vecchia sede è stata chiusa. Le famiglie hanno accolto la promessa della nuova costruzione in via Strozzi con speranza, ma ad oggi il cantiere appare fermo. In particolare, non è stato neanche avviato lo scavo necessario per la bonifica dell’area, un passaggio obbligato e complesso che si sta trascinando a causa di varianti impreviste e ritardi nella conferenza di servizi.
Le condizioni del terreno hanno richiesto una serie di revisioni e autorizzazioni supplementari, rallentando ogni passo avanti. Il dirigente scolastico, Manfredo Tortoreto, ha confermato che, nonostante l’approvazione della variante più recente, la partenza dei lavori resta incerta. La previsione ufficiale sposta la consegna dell’opera al 2026, ma per farcela bisognerà superare almeno altri sei mesi di attesa burocratica. Il cronoprogramma prende tutto il tempo necessario. Questi continui stop hanno creato una sensazione di frustrazione tra chi aspetta da anni un’opera che avrebbe dovuto portare sollievo a molti alunni e alle loro famiglie.
Il contesto urbano e le aspettative della cittadinanza
L’attesa per la nuova scuola si intreccia con la necessità di riqualificare un’area strategica per due municipi milanesi. via Strozzi rappresenta una zona che, se valorizzata, può migliorare la vita di molti residenti. Il blocco del cantiere genera uno stallo che non interessa solo l’istituto o le famiglie degli alunni, ma l’intera comunità.
Il richiamo alla partecipazione civica è forte: l’opinione pubblica è invitata a seguire da vicino gli sviluppi, richiedere trasparenza e coinvolgimento. La nuova scuola, in effetti, potrebbe diventare un punto di riferimento per il quartiere, una struttura abilitata ad accogliere non soltanto gli studenti ma anche eventi culturali o sportivi grazie agli spazi previsti.
In questo scenario, la manifestazione dei genitori non rappresenta soltanto la protesta per i ritardi, ma si pone come segnale per evitare che il progetto svanisca fra carte e rinvii. A Milano la scuola pubblica è al centro di tante sfide e la situazione di via Strozzi evidenzia come tempi e procedure possano pesare parecchio sulla vita concreta delle persone e dei quartieri.