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Generazione z e migrazione: tra stereotipi social e desiderio di inclusione a milano

La generazione zeta in Italia affronta discriminazioni e stereotipi, mentre cerca inclusione e verità nei media. Un rapporto di Ipsos per Unicef evidenzia le esperienze dei giovani milanesi.

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Il rapporto Ipsos-Unicef analizza la percezione della Generazione Z a Milano su diversità e migrazione, evidenziando discriminazioni diffuse, sfiducia nei media e il desiderio dei giovani di promuovere inclusione attraverso educazione e dialogo. - Unita.tv

La generazione zeta in Italia si confronta con un mondo che cambia: aperta verso culture diverse, ma ancora alle prese con discriminazioni e stereotipi radicati. I giovani si informano soprattutto sui social network, ma nutrono dubbi sulla veridicità delle notizie, specie riguardo alla migrazione. A milano si è discusso di questi temi attraverso il rapporto “così vicini, così lontani” di Ipsos per Unicef, rilanciando le voci dirette degli adolescenti coinvolti in un’indagine che li ha visti protagonisti, anche sullo schermo del cinema Anteo.

Il rapporto ipsos-unicef e la voce dei ragazzi milanesi

Il documento realizzato da Ipsos su incarico di Unicef mette a fuoco un tema delicato: la percezione dei giovani italiani rispetto alla diversità e ai fenomeni migratori. A milano, circa cento studenti di quarta superiore degli istituti Alberghiero Vespucci e Polo Civico Manzoni hanno risposto in diretta a un questionario, le cui risposte sono state confrontate con un sondaggio più ampio effettuato su mille ragazzi tra 15 e 24 anni.

La domanda cardine è stata chiara: “Ti è mai capitato di vivere o di assistere a un atto discriminatorio nell’ultimo anno?”. Quasi la metà degli studenti milanesi ha confessato di aver vissuto o visto episodi di discriminazione: 44 su cento hanno risposto sì, contro 13 contrari. Nel campione più vasto, la quota sale in modo netto, toccando il 93%. Le discriminazioni subite o osservate riguardano soprattutto chi ha un background migratorio. Tra questi, il 36% ha indicato la religione come motivo di esclusione o derisione, il 31% la condizione di migrante, e il 17% il colore della pelle o l’etnia.

Questi dati evidenziano come le differenze culturali o di appartenenza vengano spesso usate come pretesto per atti di esclusione sociale. Parlare di inclusione, allora, diventa un passo obbligato per scuole e comunità, soprattutto in contesti come milano dove la composizione sociale è sempre più diversificata.

Percezioni distorte e sfiducia nei media sui temi migratori

Accanto all’esperienza diretta delle discriminazioni, emerge nel rapporto una persistente percezione errata del fenomeno migratorio nel nostro Paese. Il dato più significativo riguarda la sovrastima della presenza di migranti sul territorio italiano: secondo un giovane su quattro, oltre il 50% della popolazione sarebbe costituito da persone migranti. In realtà, la presenza reale si attesta intorno all’8,7%.

Questa sproporzione nella percezione rende meno efficace il dialogo sulle politiche di accoglienza e rischia di alimentare paure infondate. Lo scetticismo verso le informazioni veicolate dai media, in particolare dai social network, è molto diffuso. Il 60% degli adolescenti e dei giovani ritiene poco attendibile la qualità delle notizie sui migranti presenti in questi canali. Questa diffidenza si accompagna a una forte esigenza di fonti più credibili e di narrazioni meno condizionate da pregiudizi o interessi politici.

Il rapporto sottolinea come le piattaforme digitali siano strumenti ambivalenti: da una parte favoriscono l’accesso rapido alle notizie e agli scambi culturali, dall’altra possono amplificare stereotipi e messaggi distorti. Educare i giovani a sviluppare senso critico davanti alla “dieta” digitale appare quindi fondamentale per evitare derive pericolose.

Le richieste dei giovani milanesi per costruire un’Italia più inclusiva

Durante l’incontro al cinema Anteo, ragazzi e ragazze hanno risposto anche a una domanda aperta: “Secondo te, come cittadini e cittadine, cosa si potrebbe fare per favorire l’inclusione?”. Le risposte riflettono una consapevolezza matura e un desiderio concreto di cambiamento.

Tra i suggerimenti emersi spiccano iniziative volte a superare la sensazione di “diversità” come barriera: “iniziare a non far sentire la differenza” è una frase che ricorre spesso. Si parla poi di modificare politiche abitative oggi percepite come segregatorie e di creare occasioni per generare vicinanza tra persone di culture diverse. Viene chiesto di abbattere “le barriere dell’indifferenza” e di valorizzare realtà culturali differenti, anche attraverso una narrazione più equilibrata del fenomeno migratorio.

Un tema chiave riguarda poi i tempi burocratici per il riconoscimento della cittadinanza: molti ragazzi sottolineano come un iter lungo e farraginoso ostacoli l’effettiva integrazione di quanti sono nati in Italia ma appartenenti a famiglie migranti. La testimonianza di God’s Power, un giovane della cooperativa La Grande Casa, ha portato a tema queste situazioni con parole e fatti.

Queste riflessioni mostrano come, nella pratica quotidiana, gli studenti possano diventare motori di un dialogo più aperto, andando oltre stereotipi e pregiudizi.

Scuole e istituzioni a milano: il ruolo della formazione contro stereotipi e discriminazioni

All’evento milanese ha partecipato anche la vicesindaco e assessore all’istruzione Anna Scavuzzo, che ha posto l’accento sulla funzione delle scuole nel promuovere inclusione. Ha ricordato che gli stereotipi condizionano la visione della realtà non solo nei giovani ma anche negli adulti, e che costruire uno spirito critico soprattutto nella fruizione dei contenuti digitali è un compito prioritario.

Secondo l’assessore, le aule scolastiche si confermano spazi di incontro tra culture e persone diverse; luoghi dove imparare, conoscersi e crescere insieme. In questi ambienti insegnanti preparati offrono esperienze educative che favoriscono l’accoglienza vera, più incisiva rispetto a quella raccontata dai social.

L’impegno si concentra su progetti educativi reali, che vadano oltre la semplice informazione per sviluppare empatia e rispetto reciproco. Si tenta così di porre un argine alle discriminazioni e di abbassare le barriere, troppo spesso invisibili ma altrettanto efficaci.

La collaborazione tra istituzioni, scuole e realtà del territorio appare indispensabile per accompagnare i ragazzi nel riconoscimento di diritti e doveri, nel rispetto delle diversità e nella costruzione di legami sociali inclusivi.

Le tensioni emerse, soprattutto quelle legate alle false rappresentazioni mediatiche, richiedono attenzione constante. Le nuove generazioni, pur esposte a una mole enorme di informazioni, mostrano un approccio critico che può rappresentare la base per un cambiamento reale delle dinamiche sociali in atto.