Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, torna al centro dell’attenzione per via di nuove evidenze emerse durante l’incidente probatorio. A quasi diciotto anni dal delitto, gli investigatori si concentrano su tre reperti finora poco considerati che potrebbero modificare la ricostruzione dei fatti. In particolare una traccia di dna maschile non riconducibile ai soggetti già coinvolti nell’indagine apre scenari inediti sulla presenza di un possibile terzo uomo nella villetta teatro della tragedia.
I reperti chiave dell’inchiesta: para adesiva, tappetino e tampone orale
L’incidente probatorio ha portato a esaminare con maggiore attenzione alcuni oggetti rinvenuti sulla scena del crimine. Il primo è una para adesiva su cui si trova un’impronta digitale mai attribuita a nessuno degli indagati fino ad oggi. Su questa superficie sono state rilevate tracce parziali di dna maschile identificato come tipo “Y”, tipico del cromosoma maschile. Questo dato risulta cruciale perché consente agli investigatori di ipotizzare la presenza fisica sulla scena del crimine di un uomo diverso da quelli già noti alle forze dell’ordine.
Il secondo elemento è il tappetino del bagno macchiato da sangue appartenente alla vittima Chiara Poggi. L’esame ha confermato senza dubbi che le tracce ematiche appartengono alla ragazza uccisa ma hanno anche isolato quantità minime ma significative di materiale genetico maschile. Questo dettaglio rafforza l’idea che qualcuno oltre alla vittima sia entrato in contatto con quegli oggetti nel momento fatale o subito dopo.
Dettagli sul tampone orale
Infine c’è il tampone orale prelevato dalla scena o dai soggetti coinvolti nelle indagini per tentare ulteriori confronti genetici. Al momento sembra difficile estrarre profili utili da questo campione forse compromesso o troppo scarso per fornire dati certi.
Confronto dei dna: esclusa la corrispondenza con stasi e nuovo indagato
La novità più significativa riguarda proprio la comparazione delle impronte genetiche isolate dalla para adesiva con quelle note degli indagati principali nel processo sull’omicidio Poggi. Alberto Stasi, condannato in via definitiva a sedici anni per l’assassinio della fidanzata, e Andrea Sempio, recentemente iscritto nel registro degli indagati ed amico del fratello della vittima, non risultano corrispondere alla traccia trovata sul nastro adesivo.
Questo scarto porta gli inquirenti a ipotizzare l’esistenza di un terzo uomo presente all’interno della casa quella mattina tragica del 13 agosto 2007; figura mai individuata prima d’ora né collegabile direttamente ai sospettati già noti al pubblico o alle forze investigative.
Implicazioni investigative e nuovi sviluppi sul caso garlasco
La scoperta apre nuovi scenari nell’inchiesta sull’uccisione della giovane Chiara Poggi spingendo verso una revisione delle piste seguite finora dagli investigatori e dai giudici nei processi precedenti. La possibilità che ci fosse un altro individuo nella villetta modifica radicalmente le dinamiche degli eventi ancora oggi sotto accusa.
Gli esperti stanno valutando come approfondire i rilievi sui materiali biologici ritrovati puntando magari ad analisi più sofisticate capaci di estrarre profili completi anche da campioni molto limitati oppure degradati col passare degli anni. Questi sviluppi potrebbero portare nuove testimonianze scientifiche utilissime sia per chiarire quanto accaduto quella mattina sia eventualmente per rivedere posizioni processuali consolidate.
In attesa delle prossime mosse ufficiale dalle autorità giudiziarie, rimane alta l’attenzione mediatica su uno dei casi criminali italiani più discussi negli ultimi due decenni, dove ogni elemento nuovo può cambiare sensibilmente la percezione pubblica così come le decisioni legali future.