
L’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, nonostante la condanna di Alberto Stasi, resta avvolto nel mistero, con nuove piste su Andrea Sempio e ipotesi di due armi coinvolte che riaprono il caso dopo 18 anni. - Unita.tv
L’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco resta uno dei casi più complessi e controversi della cronaca italiana. Dopo 18 anni, la verità continua a sfuggire, nonostante la condanna definitiva del fidanzato Alberto Stasi. Ora emerge una nuova pista che riguarda Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, mentre si riapre il dibattito sull’arma o le armi utilizzate per il delitto. Ecco cosa sappiamo finora sugli elementi che rimangono irrisolti.
Le incongruenze sulle ferite e l’ipotesi di due armi diverse
Le ferite trovate sul corpo di Chiara Poggi hanno suscitato dubbi fin dall’inizio, e negli anni la descrizione medica ha evidenziato dettagli insoliti. L’ipotesi che siano state usate due armi distinte spiegherebbe il tipo di lesioni riscontrate. Su alcune parti del viso della vittima, come le palpebre, i segni somigliano a quelli prodotti da un oggetto con filo molto sottile o una punta affilata.
Il medico legale ha indicato caratteristiche “di alterazioni tipo punta e taglio” che non concordano con colpi contusivi standard. Questo dettaglio non sembra compatibile con un unico strumento ma suggerisce la presenza, oltre a un attrezzo pesante, di un secondo oggetto specifico da taglio. Tra le armi ipotizzate spiccano oggetti di uso domestico quali un martello, un ferro da stiro oppure l’attizzatoio da camino. Nessuna di queste ipotesi è stata ancora confermata da prove concrete.
Questa duplice lettura delle ferite sposta l’attenzione dal semplice delitto passionale verso una dinamica più complessa. I tagli alle palpebre, in particolare, non si notano abitualmente nelle aggressioni comuni e sollecitano una valutazione più approfondita delle modalità che hanno portato alla morte di Chiara. L’assenza dell’arma – o delle armi – nel luogo del delitto ma anche nel corso delle perquisizioni investe di nuovi interrogativi l’intero procedimento giudiziario.
La posizione di andrea sempio e l’analisi dei file audio del 2017
Andrea Sempio entra nelle indagini come nuovo indagato, e di recente stanno tornando sotto la lente gli elementi raccolti nel 2017 che lo riguardavano direttamente. In quell’anno, la polizia aveva effettuato intercettazioni ambientali per circa quindici giorni nel febbraio, registrando 806 file audio rilevanti per le indagini, ma l’ipotesi di coinvolgimento era stata archiviata.
Le registrazioni sono state raccolte durante l’indagine parallela che puntava a Sempio. Nel corso del tempo, la procura generale di Milano aveva trasmesso un’annotazione alla procura di Pavia in cui si segnalava che le cosiddette “informazioni” contro Sempio, come alcune chiamate agli abitanti casa Poggi e un biglietto, non erano nuovi elementi investigativi. Le autorità giudiziarie avevano già esaminato questi dati e li avevano giudicati privi di collegamenti concreti con il delitto.
Oggi però quegli stessi file audio vengono riesaminati in vista dell’incidente probatorio fissato per il 17 giugno. Il nuovo passaggio giudiziario mira a verificare meglio le conversazioni intercettate, per capire se ci siano aspetti precedentemente trascurati o connessioni che potrebbero aiutare a ricostruire i fatti.
L’attenzione su Sempio alimenta nuove discussioni sulla validità delle prima conclusioni, anche alla luce delle discrepanze riscontrate nelle modalità del delitto e sulle armi. Le misure cautelari non sono state adottate, ma il suo nome entra nel registro degli indagati e lo pone in una posizione delicata per il prosieguo delle indagini.
Le difficoltà nel ricostruire il movente e la ricomparsa di elementi contestati
Una delle questioni principali ancora aperte riguarda il movente dell’omicidio, che stenta a essere chiarito. La causa scatenante avrebbe dovuto dare senso a un delitto così violento, ma mancano elementi che confermino una motivazione concreta.
L’assenza dell’arma o delle armi indica qualcosa di anomalo nella fase finale dell’aggressione. La complessità delle ferite suggerisce una dinamica inusuale, non riconducibile facilmente alla semplice lite tra due persone o a un delitto passionale. Quel che sorprende è anche il fatto che, nonostante i numerosi anni di indagine, non si siano mai trovati gli oggetti usati.
I file audio riesaminati rappresentano un tentativo delle autorità di mettere ordine nelle informazioni a disposizione, eppure molti elementi del passato restano d’impenetrabile oscurità. Le prove raccolte fino a oggi non sono bastate a costruire un quadro chiaro e univoco, anche se il nome di Stasi rimane legato in modo definitivo all’omicidio.
Aspetti contestati e nuovi sviluppi
Certi aspetti del procedimento hanno suscitato contestazioni accumulate nel tempo. Alcuni atti giudiziari consideravano irrilevanti le prove legate a Sempio, ma nelle ultime settimane ci si sta muovendo su una strada differente, forse provocata da segnali ancora inesplorati.
Tra depistaggi, versioni confuse e tentativi di trovare riscontri, la vicenda di Garlasco continua a tenere banco, e l’attesa per le prossime fasi dell’iter rende certi che qualche pezzo del puzzle dovrà emergere presto.