Il caso di Garlasco si arricchisce di nuovi elementi dopo l’ultimo sopralluogo dei carabinieri del Ris nella casa di via Pascoli. Le tracce rilevate riaprono diverse questioni sulla dinamica della morte di Chiara Poggi, avvenuta nel 2007. In particolare, emergono dettagli sulle analisi del materiale biologico raccolto allora, che verranno riesaminati mettendo sotto confronto molti campioni di dna legati a persone coinvolte nelle indagini.
Nuove analisi del dna e i test sulle tracce rilevate nella villetta
Le autorità hanno deciso di riesaminare con attenzione tutto il materiale biologico trovato nel 2007 all’interno della villetta di Garlasco. I periti incaricati dovranno valutare nuovamente i dati emersi all’epoca in presenza degli avvocati delle parti. Lo scopo è confrontare questi risultati con i profili genetici di diverse persone: tra questi i sospettati diretti, come Alberto Sempio e Alberto Stasi, ma anche familiari della vittima, altri amici e conoscenti presenti in quei giorni. Sono inclusi personaggi come Roberto Freddi, Mattia Capra, Alessandro Biasibetti, e pure Marco Panzarasa.
Nelle analisi rientreranno anche i campioni di dna prelevati da chi aveva lavorato o soccorso la scena del crimine. Questo confronto approfondito punta a chiarire se sulla scena siano stati presenti uno o più individui, così come sospettato nei mesi passati. La rilettura dei dati dovrà indicare con più precisione se tracce di dna diverse siano compatibili o escludano alcune ipotesi precedenti.
Le impronte digitali e l’incertezza sul materiale dell’intonaco grattato
Una parte cruciale delle nuove perizie riguarda le oltre 60 impronte digitali rinvenute negli ambienti della villetta. Solo 35 di queste saranno analizzate su supporti tipo “para adesivi”, quelli che permettono di sollevare le impronte senza rovinarle. Gli altri segni sui muri, invece, non sono stati raccolti con questa tecnica per limiti tecnici.
Le impronte interessano porte, finestre, mobili e anche il sistema d’allarme, distribuite nella cucina, nel corridoio, nel garage e in altre stanze. Il focus è capire chi ha toccato cosa, e in quali momenti, per delineare una sequenza più precisa degli spostamenti nel luogo del delitto. In particolare, è molto dibattuta l’impronta numero 33, trovata sulla parete adiacente al corpo della vittima. Questa traccia sarebbe attribuita a Sempio, ma risultano difficoltà nell’identificazione del materiale di supporto su cui si trova: l’intonaco sarebbe stato “grattato” e la sua parte analitica non è più reperibile.
Il reperto originale e le provette contenenti le soluzioni usate per dissolvere la polvere estratta dall’intonaco sono fondamentali per effettuare i test di presenza di sangue e confermare l’associazione con la scena del crimine. Ad oggi, né quel frammento né le provette sono stati ritrovati, causando seri ostacoli nella prosecuzione delle indagini su questo punto. Senza questi elementi, risulta difficile stabilire con certezza l’origine e la natura di quella impronta, un tassello chiave per capire meglio cosa accadde.
Le implicazioni di una possibile presenza di più persone sulla scena
Il ritrovamento di tracce di dna diverse e la difficile lettura delle impronte lasciano aperta l’ipotesi che sulla scena ci fossero due o più persone. Questo scenario metterebbe in discussione alcune versioni sul delitto, incluse quelle iniziali che suggerivano una sola presenza durante l’omicidio.
Se confermato, qualcuno potrebbe aver agito al fianco di Sempio o addirittura un altro soggetto avrebbe avuto un ruolo diretto. Gli esperti coinvolti nell’analisi dovranno fare emergere differenze biologiche e comportamentali per chiarire questo punto. Una presenza multipla potrebbe anche spiegare alcune incongruenze nelle dichiarazioni e la varietà di tracce raccolte.
Il quadro complesso delle prove materiali
Questo quadro rimane complesso soprattutto perché le prove materiali hanno subito manipolazioni e perdite nel tempo. Ricostruire con accuratezza la catena degli eventi richiede quindi un lavoro paziente e approfondito. I risultati delle prossime perizie saranno cruciali per riaprire o confermare ipotesi, e per dare nuova linfa a un caso che, a quasi vent’anni dal fatto, continua a non trovare risposte definitive.