Il caso di Chiara Poggi, giovane assassinata a Garlasco nel 2007, torna a far discutere grazie alle recenti dichiarazioni di Pasquale Linarello, il genetista che per primo ha attribuito ad Andrea Sempio il profilo genetico rinvenuto sulle unghie della vittima. Linarello, che ha lavorato come consulente per la difesa di Alberto Stasi, ha rivelato come le indagini siano state riaperte dopo che altri esperti hanno confermato le sue valutazioni. Questo articolo esplora le dichiarazioni di Linarello e le implicazioni delle nuove scoperte.
Il ruolo di Pasquale Linarello nel caso Chiara Poggi
Pasquale Linarello è un genetista che ha avuto un ruolo cruciale nel caso di Chiara Poggi, fornendo una consulenza che, all’epoca, fu messa in discussione. Nel 2017, Linarello fu accusato di parzialità e la sua analisi fu considerata priva di fondamento scientifico. Tuttavia, oggi, con il supporto di altri tre genetisti, afferma di avere ragione nel sostenere che il profilo genetico trovato sotto le unghie di Chiara Poggi appartiene ad Andrea Sempio. Linarello ha spiegato che nel 2014, quando ha esaminato i profili genetici, non sapeva che stava analizzando dati già esaminati da un perito della Corte. Le sue valutazioni, basate su profili estratti da un laboratorio diverso, hanno portato a una nuova comprensione del caso.
Le nuove indagini e il ritorno della Procura
Le recenti dichiarazioni di Linarello si inseriscono in un contesto di rinnovato interesse da parte della Procura di Pavia, che ha deciso di riaprire le indagini su Andrea Sempio. Questo sviluppo è avvenuto dopo che altri genetisti hanno confermato le conclusioni di Linarello, creando un clima di attesa e speranza per una possibile riapertura del caso. Linarello ha sottolineato che la Procura ha finalmente deciso di ascoltare le sue affermazioni e quelle dei suoi colleghi, incaricando un nuovo perito, Carlo Previderè, per esaminare nuovamente il profilo genetico. Questo potrebbe portare a nuove scoperte e a un possibile processo.
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Le questioni legate alla contaminazione del DNA
Uno dei punti più controversi sollevati da Linarello riguarda l’ipotesi di contaminazione del DNA. Andrea Sempio, che frequentava la casa di Chiara Poggi, potrebbe aver lasciato tracce del suo DNA su oggetti presenti nell’abitazione. Tuttavia, Linarello ha evidenziato che il computer trovato nella casa non era stato utilizzato nei giorni precedenti all’omicidio, il che rende difficile sostenere che le tracce di Sempio siano state trasferite in quel modo. La questione della contaminazione rimane aperta e complessa, e Linarello ha invitato a considerare anche la mancanza di altri profili genetici oltre a quello di Sempio.
Le prospettive future del caso
Con l’apertura di nuove indagini, Linarello ha espresso cautela ma anche ottimismo. Ha sottolineato che le nuove scoperte, comprese impronte digitali e altri profili genetici isolati, potrebbero fornire spunti investigativi significativi. Tuttavia, ha avvertito che non si può dare nulla per scontato e che il lavoro della Procura sarà cruciale per determinare se ci saranno sufficienti elementi per un nuovo processo. La situazione attuale rappresenta un punto di partenza piuttosto che un punto di arrivo, e Linarello è pronto a collaborare con le autorità per chiarire ulteriormente la questione.
Le dichiarazioni di Pasquale Linarello offrono una nuova luce su un caso che ha segnato profondamente la comunità di Garlasco e che continua a sollevare interrogativi. Con la riapertura delle indagini, ci si aspetta che emergano ulteriori dettagli che potrebbero cambiare il corso della giustizia per Chiara Poggi.
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